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I ragazzi hanno finito l'allenamento e sono tutti sopresi del fatto che Ukai non li abbia massacrati come al suo solito. Sono passati un paio di giorni dalla strana messa in scena dei due amici, ma tutto è tornato come prima. Yuu ha saltato due giorni di scuola per una stupida febbre datagli dal Ritalin - un altro effetto collaterale di questa sottospecie di droga, che dirvi - e oggi è voluto rientrare dopo aver passato i rigidissimi controlli di suo padre. Non si sentiva benissimo come al solito, ma è voluto tornare comunque. Vuole passare gli esami di fine trimestre. Asahi sembra non aver imparato la lezione e ha chiesto a Yuu altro tempo per riflettere.
Stanno per lasciare la palestra per tornare a casa quando una voce profonda echeggia nell'enorme sala.

-Nishinoya Yuu, fermati cinque minuti perché devo parlarti.

Il cuore del libero smette di battere appena sente il vocione dell'allenatore chiamarlo per nome e cognome, anzi, per cognome e nome, che è anche peggio. In quel modo lo chiamano soltanto quando ha combinato qualche pasticcio.

-Se vuoi ti aspettiamo-

-No, Ennoshita, voi andate. Voglio restare da solo con Nishinoya.

Okay, la situazione è davvero singolare. Yuu manda giù la saliva formatasi in bocca e gira i tacchi verso l'allenatore. Gli altri ragazzi lasciano i due da soli con Takeda. Yuu è preoccupato a un livello indescrivibile. Si sente vulnerabile. Vorrebbe tanto che Takeda restasse a proteggerlo dalla furia di Ukai. Almeno lui è calmo e sa quali parole usare e come usarle.

-Va bene, io vi lascio pure parlare in tranquillità. Ci vediamo domani a lezione, Nishinoya.

Dice l'insegnante salutando i due. È arrivata l'ora tanto temuta da Yuu. Ukai si avvicina alla porta il tanto necessario per vedere se Takeda sia ancora lì o se se ne sia già andato, poi ritorna al suo giocatore.

-Come stai? Non ti ho visto all'altro allenamento.

-Ho passato due giorni a letto, ma ora sto meglio, non si preoccupi.

-Intendevo per l'umore. So della febbre, mi hanno avvisato i ragazzi che saresti mancato per questo. Onestamente credevo non ti presentassi anche oggi, ma mi sbagliavo.

-Umore...

-Come stai, Yuu? Azumane mi ha detto che preferisci quando la gente ti chiama per nome.

Yuu ci pensa un pochino prima di rispondere: ha imparato che in base a quello che dici potrebbe finire di nuovo in neuropsichiatria, e a lui quel posto mette i brividi.

-Mi sento come se fossi sulle montagne russe. Un giorno mi sento alla grande, come se tutto valesse oro e quello dopo come se volessi m-

-Come se volessi morire. Non esistono tanti altri verbi con la M, Yuu. Ti ho visto giù alla partita con il DatEko e ho chiesto a Kinoshita cosa avessi. Non ha voluto parlare, quindi ho chiesto a Takeda se qualcuno del tuo consiglio di classe ti conoscesse meglio di tutti gli altri e mi ha detto che c'è un professore che si occupa in particolar modo di te.

-Overlay, lo so.

-È da un po che vedo che sei assente quando spiego gli esercizi e quando ti alleni, quindi ho chiesto a lui e mi ha detto che prendi il Ritalin per la tua sindrome da disturbo della concentrazione. Ti dico che questo lo avevo già capito senza chiederlo a Overlay, quindi ho provato a scavare più a fondo, ma mi sono trovato davanti a un muro d'acciaio. Non poteva e non può dirmi quello che tu gli racconti per via del segreto professsionale. Però mi ha lasciato intendere che ti è successo qualcosa che ti ha scosso particolarmente.

-La malattia di mia sorella, ecco. Ha una malattia strana e rara e non mi va di sapere altro su questa dannata sventura che l'ha colpita.

Yuu sa perfettamente cosa vuole sapere Ukai, ma non vuole gettare la spugna adesso. Non dirà nulla.

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora