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È arrivato settembre. È una rottura di cazzo riprendere in mano i libri di scuola dopo un mese di dolce far niente. Menomale che per questo fine settimana Yuu torna a Tomiya. L'unica pecca è che sarà figlio unico. Rarisa non può uscire dall'ospedale, non ancora.

La porta della stanza di Yuu si apre e Urara viene accolta dalla musica dei My Chemical Romance. The world is ugly. Ha una pila di magliette profumate e le poggia sulla scrivania davanti alla finestra, poi abbassa il volume dello stereo del figlio.

-Domani mattina devo andare a controllare un progetto in ufficio, ma starò via per poco.

-Okay

Domani è sabato. Urara si aspettava una domanda sul perché proprio durante un giorno festivo, ma alla fine non ha ottenuto niente.

-Tu che devi fare?

-Compiti non ne ho, stranamente, e posso godermi un po di relax.

-Beato te... quanto resterà quella pila di maglie sulla scrivania, tesoro?

-Il tanto giusto.

Yuu e Urara si sono allontanati parecchio. Il loro rapporto non è più quello di prima. Ogni volta che Yuu arriva a casa, entra, saluta, si toglie le scarpe e poi si chiude in camera ad ascoltare la musica. La ferita per la bugia è ancora aperta e brucia. Deve anche parlarle di Kaito, ma da un lato non vuole farla soffrire. Non è un tipo vendicativo, non lo è mai stato e mai lo vorrà essere nella sua vita.

-Per favore, Yuu, dammi una mano. È difficile ultimamente per me.

-Le metto dopo le maglie nel cassetto, tranquilla.

La madre sospira profondamente, poi spegne totalmente lo stereo.

-Ma che fai, scusa?

Urara si avvicina al letto di Yuu e ci si siede sopra.

-Cosa succede?

-Niente.

-È una bugia questa, Yuu

-Niente che ti riguardi.

-Tesoro, so che è un periodo difficile questo e voglio aiutarti-

-Sto bene, grazie.

-Yuu, davvero-

-Ti ho detto che sto bene, ti ringrazio comunque per esserti preoccupata della mia salute.

Passano due minuti buoni in cui l'unico suono udibile è quello dei messaggi di Asahi che arrivano al cellulare di Yuu. Urara sospira un altra volta, affranta.

-Sai una cosa che mi manca di te? Il fatto che ormai non mi chiami più come mi chiamavi quando eri piccolo.

-Eh?

-Non mi hai più detto "mamma" oppure "ti voglio bene". So che a te sembrerà stupido, ma a me manca il mio bambino sempre sorridente, che anche quando era ricoverato in ospedale tanti anni fa ha sempre avuto un bellissimo sorriso che dona felicità.

-Yuu vuol dire notte in Kanji, e la notte non è mai allegra. Comunqie basta dirlo ti chiamerò più spesso così.

-Non è quello che vorrei, Yuu. Vorrei solo aiutarti in qualche modo e capire perché fai così.

-È morta la madre della mia migliore amica, non credo di essermi ancora ripreso del tutto dal lutto. Devo uscire con Asahi, ha detto che oggi è qui a Tomiya per venire a trovare il cugino, se vuoi vado a fare a la spesa prima di vederlo e passo a casa a lasciartela-

-Yuu, sono seria, mi manca il mio bambino. Sei cambiato in meno di un anno. Cosa c'è che non va?

-Vorrei- no, è inutile dirlo, l'amore non può essere comandato.

-In che senso?

-Lascia perdere.

-Yuu-

-Ti ho detto che non è importante.

-Per favore-

-Basta! Vuoi sapere l'unica cosa che vorrei? Avere una famiglia normale. Vivere in una casa sola e non dover stare in settimana a Sendai a casa di papà e il weekend qui a Tomiya! Io non posso chiederti di rimetterti con papà, perché l'unica cosa che voglio è vedere di nuovo insieme mia madre e mio padre e non vederli insieme soltanto per la mia festa di compleanno o per Capodanno. Io rivoglio la mia famiglia in un unica casa o comunque rivoglio tutto l'amore che c'era prima che papà se me andasse. Da quando nonna è morta io non sento più amore in questa casa! E vorrei anche sapere se Rarisa è la mia sorellastra o semplicemente il frutto di una tua scappatella con papà.

-Tesoro mio-

-Per favore lasciami in pace e riaccendi la musica ora che ti ho detto quello che volevi sapere, e chiudi la porta per favore.

Urara di alza dal letto, esce dalla stanza e chiude la porta. Forse doveva dare retta alle sue amiche, era troppo giovane e senza esperienza per diventare mamma a ventiquattro anni.

Dopo un po, si apre nuovamente la porta della stanza di Yuu.

-Ti ho detto di lasciarmi da sol-

-A chi hai detto cosa? Ripetinelo se hai fegato. Non sono mica il tuo amichetto della casa affianco.

-Nonno...

-Esatto. Spegni la musica.

Yuu fa come dice Tobio. Quando entra così in camera sua non è mai un buon segno.

-Che succede?

-Tua madre è uscita di casa in lacrime circa quaranta minuti fa.

-E io che c'entro? Le ho detto quello che voleva sapere.

-In un modo un po brusco, forse.

-Ma che - nonno lasciami in pace.

-Yuu, so che, anche se sono passati tre mesi dalla morte di Helena, tu non hai ancora attraversato il lutto. È successo anche a me, tua zia e tuo padre. Era diventata come una seconda madre Helena per te, vero?

Il ragazzo sbarra gli occhi.

-Diciamo di sì...

-Tua madre, quando ha saputo che eri lì in ospedale e che ti è morta una persona davanti agli occhi, era in preda al panico. Aveva paura che tu non ti riprendessi più. Quando tua nonna è morta, Mikasa non mi ha lascisto solo un attimo nonostante la sua gravidanza, mentre Fubuki ha completamente smesso di parlarmi per due mesi, anche se vivevamo sotto lo stesso tetto.

-Che cosa vuoi che mi importi di cosa ha fatto zia e di quello che ha fatto mio padre invece. Cosa c'entrano con la mia situazione?

-Indovina chi dei due era con nonna quando il rilevatore di battito segnava zero il giorno della sua morte. Era lì anche per Helena, immagino.

Yuu abbassa lo sguardo.

-Sì... non se n'é andato finché non l'hanno portata in obitorio.

-Sai che nonna è morta abbracciata a tuo padre? Per Yuki, Fubuki era tutto. Era il suo bambino, non voleva mai lasciarlo. Lo ha lasciato da quattordici anni... non ne parla più, non la chiama più 'mamma', ha completamente smesso di pensarci. Quando l'ho sentito chimarmi di nuovo papà ero al settimo cielo.

Yuu rimane in silenzio.

-Tua mamma ti vuole tanto bene, Yuu. È molto triste che tu abbia smesso di cercarla e di chimarla 'mamma'. Posso capire che tu abbia ancora bisogno di tempo per riprenderti, ma non farla stare peggio di come sta ora... penso stia arrivando al limite.

Yuu alza lo sguardo verso suo nonno. Non anche lei, tutto ma non che anche lei se ne vada.

-Che cosa vuol dire che sta arrivando al limite?

-La sua ansia sta peggiorando, tutto qui. Ha chiesto a tuo padre se potete tenere Rarisa con voi per un po di tempo dopo che la rilasceranno dall'ospedale. Vuole semplicemente stare tranquilla per un po.

-Io non- dove è ora?

Si sente il portone di casa sbattere.

-Eccola qui. Dai, pulcino, vai e consola mamma chioccia come solo tu sai fare.

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora