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Il gruppo di teppisti che gironzola per Tomiya. Purtroppo, la loro piccola città non è ben vista nella prefettura di Miyagi: c'è la credenza che tutti i delinquenti abitino a Tomiya e questo ha creato molti problemi a tutti e tre i ragazzi a scuola. Ecco perché Yuu era stato preso di mira da Kurosaki, semplicemente perché poter dire di aver pestato uno di Tomiya lo avrebbe reso un mito a Sendai. Però i tre liberi non sono dei delinquenti. Sì, ruberamno la birra al market, ma non hanno mai fatto a botte con qualcuno. Sono dei bravi ragazzi. Loro tre sono l'eccezione che conferma la regola.

-Mi avete sentito? Andatevene.

-Tua madre se ne va.

Risponde Yuu. Non ha mai picchiato qualcuno, ha solo subito Kurosaki, ma da quel che sa, se ti prendono loro per primo sei nella merda.

-Come hai detto, nanerottolo?

-Io non mi chiamo nanerottolo-

-Ce ne stiamo andando, dateci qualche minuto per prendere la nostra roba e poi il posto è tutto vostro.

-No un cazzo un parte a voi e una a noi. Io non sto zitto.

Yaku prende Yuu per il colletto della maglia e lo tira verso di sé. Se torna a casa anche con l'altro occhio nero Urara potrebbe dargli il colpo di grazia. Kosukue prende le borse e la lattina con i sassolini e Yaku trascina Yuu con se.

-Ciao bimbi passate una bella serata al parco giochi.

-Figlio di-

-Yuu, no!

I tre ragazzi arrivano al parchetto vicino al tempio della città e si sistemano lì.

-Figli di puttana.

-Me lo stai ripetendo tutta la settimana e io ti ripeto quello che ti ho detto la prima volta. Insultarli non ti porterà indietro nel tempo per poterli pestare, Yuu. Ormai è andata come è andata.

Gli dice Asahi. È sabato e i ragazzi stanno per partire dnuovamente per Tokyo, questa volta però per una settimana intera. Oltre a essere ancora arrabiato per la storia di venerdì scorso, Yuu è preoccupato per Rarisa. Non vuole lasciarla sola. E se dovesse stare male e andarsene mentre lui è fuori? Non se lo perdonerebbe mai. Suo padre ha detto di non preoccuparsi, che se ne prenderà cura lui.

-Ragazzi, forza partiamo.

Comunica Takeda al gruppo.

-Nishinoya-san, stai bene?

La timida voce di Yachi attira l'attenzione del ragazzo. Dietro di lui ci sono lei e Roxy, le quali sembrano sorprese dal suo comportamento.

-Sì, Yachi, solo preoccupazioni da fratello maggiore... niente di più.

Dice per poi salire sul pullman e sistemarsi in piccionaia. Roxy si siede nella fila da un solo posto e le altre due manager si siedono nell'altra fila. Dopo un po si gira e controlla in piccionaia. Yuu è avvolto nel blu della coperta che aveva anche l'altra volta, con Hisashi che lo usa come cuscino per dormire. Anche il libero sta dormendo, ma è appoggiato ad Asahi, addormentato anche lui. Lei sorride. Vederlo tranquillo e rilassato la fa stare bene.

-Yumehara-san, ti posso chiedere una cosa?

Roxy arrossisce. A Kiyoko scappa una risatina.

-Eh? Yachi ti ho detto mille volte che pupi chiamarmi Roxy e non hai bisogno di chiamarmi Yumehara mi imbarazzo.

Dice lei. Non è ancora abituata al fatto che sia al secondo anno e che i più piccoli la chiamino per cognome. Non è più abituata a un sacco di cose. Nemmeno a non avere più sua madre in casa.

-Perché Nishinoya prima ha detto preoccupazione da fratello?

-Vedi Hitoka, Yuu ha una sorella di qualche anno più piccola di lui e ci è molto legato. L'ha chiesta lui a sua madre quando era piccolo. Da poco le hanno diagnosticato una brutta malattia ed è stata ricoverata in ospedale per la seconda volta qualche settimana fa. Lui è molto preoccupato perché il diabete gli impedisce di donare il sangue che a lei serve tanto. È stato il motivo per cui io e lui ci siamo lasciati... era sconvolto...

-Mi diapice tanto per lui. Tu la conosci sua sorella?

-Si chiama Rarisa. È una bambina dolcissima e con un cuore grandissimo, che non merita di stare così tanto male. Sono sempre le persone buone ad avere i mali peggiori...

-In kanji, Rarisa vuol dire diamante. Tutti sappiamo che il diamante è indistruttibile, Roxy.

-Non voglio essere troppo avventata, ma la policitemia è in grado di spaccare a metà anche il più indistruttibile dei diamanti... ricorda che anche il più forte, in qualche modo, viebe messo al tappeto.

-Capisco... a te lui piace ancora?

-Quando una persona vede che sei in difficoltà e ti aiuta, a volte capita che ti innamori di quella persona. A me sta succedendo lo stesso con Yuu. Non te lo nascondo, ma vederlo felice con Asahi rende felice anche me. Non è più un sentimento reciproco il nostro e me ne sono fatta una ragione. Sono felice che abbia trovato una persona che lo faccia stare bene.

Il pullman arriva a Tokyo alla solita ora e questa volta il Karasuno viene accolto da Calum.

-Buongiorno ragazzi. Non staremo al Nekoma questa volta, ma credetemi che qui è venti volte meglio.

Shoyo trova subito Kenma e lì inizia la conversazione tra i due amici. Tutti si trovano qualcuno con cui parlare, tutti tranne Yuu. Calum lo nota e si avvicina.

-Hey, come mai solo soletto?

-Too hot.

Gli risponde in inglese. Calum non sentiva una parola in inglese da quella sera in ospedale. Non ha più parlato inglese né con suo fratello né con sua sorella e non ha parlato neanche con sua nonna a Londra. Il fatto che Yuu gli abbia risposto in inglese lo colpisce.

-È anche pieno di zanzare, ma ti piacerà.

-I hope so

-Se vuoi che mi metta a parlare inglese sei sulla strada sbagliata. Non lo parlo da quel dì.

-Roxy ha completamente smesso di parlare in inglese. Narita mi ha detto che non apre bocca alle lezioni di inglese. Non è da lei. Lei ogni due frasi in giapponese ne dice una inglese e il fatto che ora non lo stia più parlando mi preoccupa. Sto cercando di fare quello che mi hai detto quella sera in ospedale.

-Grazie, Yuu. Roxy può sembrare forte, ma anche lei è fragile, anzi, tutta quella gorza che vedi è una maschera. Sono abbastanza sicuro che tornerà a sorridere veramente.

-Yumehara, mi serve il tuo aiuto. Dobbiamo scaricare le borse dal pullman.

Yuu riconosce la voce di Nekomata. Calum sospira e poi da una pacca sulla spalla di Yuu.

-Non affondate tu e Roxy, perché di Titanic al mondo ne basta solo uno e non ce ne servono altri due in più. Cercate di sostenervi a vicenda e vedrete che tutto andrà bene.

Dice allontanandosi verso il pullman della squadra dei gatti.

Ma se poi io cado come il Titanic, tu che fai? Sappi o rimani?

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora