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-Mi passi la bottiglia? Devo far cadere la cenere da qualche parte.

Dice Yuu ad Asahi che in mano ha una bottiglia di vetro di cola

-Falla cadere per terra dietro di te, no?

Gli dice Asahi.

-Lo farei, ma non voglio e non posso farlo ora come ora.

-Perché?

Yuu si gira e fa cenno ad Asahi di fare la stessa cosa. Il muretto su cui si sono seduti affaccia su un pendio poco elevato e in fonto a questo si trova un grande cespuglio di bellissime e candide peonie. Yuu indica al suo ragazzo quella montagna di fiori e Asahi ne rimane colpito.

-Quel cespuglio esiste da secoli, anche prima che io entrassi alle elementari, ecco perché è così grande e rigoglioso. Il suo profumo lo si sente anche se ti sporgi leggermente dal muretto. Non mi va di rovinare questo lavoro meraviglioso, anche perché la peonia indica fortuna. Buttarci sopra la cenere della sigaretta significherebbe bruciare la fortuna che ho avuto, anche se poca. Può essere stupido, ma a me piace pensare così.

-Sono bellissime...

-L'unica cosa bella qui a Tomiya è questo cespuglio di peonie.

-Non è vero.

-Ah no, cosa ti fa credere che le peonie non siano l'unica cosa bella in questa cittadina del cazzo?

-Il fatto che sei nato tu a Tomiya. Tomiya ha due cose belle: il suo cespuglio di peonie e il mio ragazzo.

Dice Asahi posizionandogli il braccio intorno alla vita. Yuu sospira e torna a guardare il florido cespuglio. Fosse per lui, sarebbe volentieri nato in un altra città diversa da quella. Prende la bottiglia di vetro e fa cadere la cenere al suo interno.

-Mi porti giù a vedere il cespuglio?

-Tecnicamente non si può per vari motivi, ma conosco il modo di scendere. Se ti interessa ti porto e ne approfitto per dare un po d'acqua ai fiori.

-In che senso?

-Nel senso che i fiori in questo periodo hanno bisogno di acqua fresca. Se avessi voluto pisciare mi sarei messo dietro un albero in tranquillità.

-Ah, scusa.

-Non sembra, ma ci tengo a quei fiori.

Dice Yuu per poi prendere la mano di Asahi e mettersi in marcia. Accanto al muretto, poco più in là, ci sono due piccole colonnine di pietra con dei ferri arruginiti. Il libero controlla che la strada sia in condizioni buone e pou scavalca il muretto. Asahi lo segue a ruota e poi si addentrano in un piccolo vialetto alberato. Dopo una ventina di metri, i ragazzi arrivano davanti la grande cespuglio di peonie. Non è un unico cespuglio, ma sono tanti cespugli uniti insieme a formare un unico blocco verde e bianco.

-È un po appartato come posto, ma almeno sei tranquillo.

-Come conoscevi il modo di scendere?

-Sapevo dell'esistenza di un piccolo cancello in ferro a cento passi dall'inizio del muretto e pensavo si trovasse un tesoro, poi alla fine ho trovato le peonie. Credo che solo pochi conoscano l'esistenza di questo passaggio. Forse lo conosco solo io e i drogati che vengono a farsi qui al tramonto ma non credo sia così.

-Sei pieno di sorprese...

In quel posto incatato si respire un profumo delizioso. È così bello e tranquillo lì sotto.

-Mia madre stanotte esce a cena con il compagno e sono sicuro che rientreranno molto tardi e mio nonno starà fuori casa per vedere la finale di calcio al bar con i suoi amici. Vuoi venire a cena e restare per fare qualcosa dopo?

-Perché aspettare stasera se possiamo farlo adesso? Ti ho chiesto di venire qui sotto perché sei tu che hai detto essere un luogo poco conosciuto e appartato. Non ti piace la location?

-Potevi sceglierne di migliori, ma tutto sommato è una bella location, signor Azumane.

Yuu si mette in punta di piedi e inizia a baciare Asahi. Prima un bacio normale, poi un altro bacio però questa volta più passionato. Sente le mani di Asahi che lo avvolgono e lo stringono sempre più. I due si spostano verso l'ombra di un grande salice del vialetto alberato, ma Yuu inciampa e cade all'indietro su un mucchio di foglie, trasportando con se anche Asahi. I due ridono per la gag appena fatta, poi i loro sguardi si incontrano nuovamente. Adesso sì che si può dire che si passa alle cose serie tra i due.

Passa un po di tempo e i due ragazzi sono ancora lì, stesi sotto il vecchio salice.

-Asahi, quante volte ti ho detto che ti amo da quando ci siamo rimessi insieme?

Dice il più piccolo appoggiato al petto del gigante.

-Settantasette volte, le ho contate.

-Stanno per diventare settantotto, e sai perché? Perché ti amo. Cazzo quanto ti amo.

-Che sentimenti forti

-Mi batte ancora il cuore da prima.

-Non ti è piaciuto?

-Eh? Ma che dici, certo che sì! Intendo dire che quando sono con te mi sento battere forte il cuore in petto se ascolti bene lo puoi sentire anche adesso.

-Non sono un cardiologo Yuu ho bisogno dello stetoscopio per sentire il cuore.

-Testa di cazzo basta che poggi l'orecchio e lo senti anche senza usare lo stetoscopio. Con te tutto il mio buon intento di tirar fuori dal mio cuore freddo un po di romanticismo se ne va a puttane.

-Scusa...

-Non ti scusare, è per questo che ti amo.

-Settantanove volte.

-Vedrai stanotte quante altre volte te lo dirò.

-Sei un po esplicito, lo sai?

-Neanche tanto, perché per essere veramente esplicito dovrei dire cose come-

Asahi gli tappa la bocca prima che possa pronunciare anche una sola parola.

-Meglio di no, concordi?

Yuu annuisce e si toglie la mano di Asahi dalla bocca.

-Torniamo a casa?

-Io devo tornare a casa da mio cugino, scusami, Yuu.

-Quindi è per questo che hai voluto anticipare tutto?

-Mi è appena arrivato un messaggio da lui.

-Capisco, allora andiamo. Sono tanto scomposto?

-Un pochino lo sei.

-Spero solo che mia madre non faccia domande.

I due ritornano sulla strada e si dirigono enttambi verso la loro meta. Arrivato a casa, Yuu chiude la porta e so catapulta in camera sua per vedere in che condizioni è. Ha i capelli leggermente scombinati e un succhiotto all'altezza del collo della maglietta. Si toglie quest'ultima e nota con piacere che ne ha anche un altro sulla spalla destra, quella che gli faceva male fino a qualche mese prima; ne ha poi un altro all'altezza del ventre, nella zona dove si era iniettato l'insulina quando erano al bar a prendere un gelato. Yuu sorride. Asahi ci tiene a lui, ma quando si tratta di marchi non vuole creare troppi problemi alle persone intorno a lui. Tende a farli in luoghi nascosti che solo la persona che li ha può vedere.

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora