CAPITOLO 1: L'EROE SOTTO LA PIOGGIA

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"Reisa alzati forza!". 

Ero ancora nel mio letto, la luce ormai sembrava alta in cielo. Avevo dormito così tanto che il mio corpo era ancora tutto intorpidito. Mio papà mi chiamava dal salotto al piano di sotto. 

"Arrivo, dammi 5 minuti...". 

Dovevamo andare assolutamente a prendere dei vestiti nuovi in città. L'autunno era ormai alle porte e quella stagione era la mia preferita. Mi spostai i capelli dalla faccia, poichè tutti scompigliati. Mentre mi stropicciavo gli occhi rammentai il sogno che feci quella notte. Non ricordavo molto, solo qualche frammento: io che correvo in un vicolo buio, fuggivo da qualcosa ma era così sfocato ormai, che non mi era possibile rivedere la figura in modo chiaro. Poi un rombo forte come se qualcosa si distruggesse, io che precipitavo nel suolo... infine una mano che mi prese con dolcezza... 

"Bah.. che strano sogno.." pensai ad alta voce.

Finalmente mi decisi ad alzarmi e con calma andai verso il bagno per darmi una sistemata, mi lavai, truccai e misi le prime cose che mi capitarono nell'armadio. Non ero una di quelle ragazze fissate con l'immagine anzi... A parte il sistemarmi i capelli e truccarmi, sul vestire ero molto semplice. Mio papà spazientito mi aspettava sul divano e sentivo che intanto parlava al telefono. Forse stava sentendo la mamma per la cena di quella sera.

"Scusa eccomi.. prendo una tortina al volo e possiamo uscire!"

"Era ora... vado a prendere la macchina intanto."

Lui uscì e passandomi vicino sentii quel profumo che mi piaceva un sacco. Dovevo assolutamente comprarlo anche io nonostante fosse da uomo. La TV era ancora accesa sul notiziario. Raccontavano di un incidente avvenuto in un quartiere di Tokyo causato come al solito da qualche Villains. Sembrava una semplice rapina e da quel che avevo capito la situazione si era già ristabilizzata grazie all'intervento degli Heroes. La giornalista stava intervistando un po' degli eroi che avevano risolto il caso assieme a qualche poliziotto. 

"Meno male che nessuno si è fatto male.." Dissi ad alta voce. 

Spensi la TV e uscii dalla porta principale per salire in macchina con mio padre. Il cielo era nuvoloso e per cui il sole non si vedeva minimamente. Era la temperatura perfetta per me, c'era quel giusto di fresco ma non esagerato. Tuttavia il cielo preannunciava anche l'arrivo di qualche temporale da lì a qualche ora.

"Allora Reisa, ora che ti sei diplomata all'accademia degli eroi che intenzioni hai? Hai già pensato per quale agenzia vorresti lavorare? Dopotutto dei tirocini li hai già fatti in passato.. Hai qualche idea?"

Abbassai lo sguardo. Io non ero poi così forte come Hero. Il mio Quirk consisteva nell'infiammare completamente il mio corpo, ma non potevo di certo controllarlo o sparare fiamme. Era più una sorta di meccanismo di difesa, o per lo meno ero sufficientemente forte nello scontro corpo a corpo. Al massimo l'unica cosa che ero in grado di fare oltre quello, era emanare un potentissimo calore in grado di sciogliere qualsiasi cosa. Mi era sempre stato un po' difficile controllare quest'ultimo perfettamente, sopratutto in tenera età. Perciò quando festeggiai gli 8 anni chiesi ai miei genitori di iscrivermi nelle arti marziali così che la mia Unicità potesse essere utilizzata da vicino. Prima del termine della scuola, tuttavia, ebbi un incidente col mio Quirk e per poco una studentessa rimase quasi ferita. Da quel momento iniziai a dubitare della mia forza anche se i professori mi incoraggiarono poichè credevano fortemente nelle mie capacità. Quella storia l'ho sempre nascosta alla mia famiglia e tiravo spesso fuori un vecchio aneddoto per nascondere la mia insicurezza e deviare sul discorso.

"Ancora non ci ho pensato bene papà. Ricordi che quando ero piccola avevo quasi finito per bruciarti col mio calore corporeo? Ecco.. A volte ho timore possa succedere di nuovo anche se è una cosa ormai passata."

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