CAPITOLO 13: TU SEI IL MIO EROE

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L'oscurità era calata sulla città ormai da diverse ore. La nostra serata fu interrotta a causa di un nuovo attacco di quella banda di criminali con indosso le tuniche bianche. Col cuore in gola, ci domandavamo quella volta cosa avrebbero combinato e se saremmo stati in grado di affrontare la situazione. Shoto mentre guidava, sembrava perso nei suoi pensieri, io invece ero vigile sulla strada. 

"Mio padre ha detto che ci sta aspettando insieme a dei suoi colleghi. Stando a quel che ho capito quei pazzi stanno cercando di far evadere il loro capo dalla prigione..."

"Intendi la Donna in bianco?" chiesi girandomi di scatto.

Annuì col capo. Se quella fosse nuovamente evasa, sarebbe stato il caos più totale. Il suo Quirk era incredibilmente forte, e combinato a quello dei suoi scagnozzi, non sarebbe stata di certo una passeggiata. Nel volto di Todoroki c'era preoccupazione: l'ultima volta aveva già quasi perso la vita e sicuramente stava ripensando a quel momento. Mi sentii in dovere di confortarlo.

"Qualsiasi cosa accada, io sarò al tuo fianco..." gli dissi sfiorandogli il viso delicatamente e spostandogli un ciuffo di capelli.

Gli si illuminarono gli occhi per un secondo, prese la mia mano nella sua e la strinse al suo viso.

"Lo so, e questo non sai quanta forza mi dia..." rispose con voce soave.

Si iniziavano a udire le sirene della polizia, e un'elicottero con la luce puntata sull'edificio, volava al di sopra di esso. Eravamo ormai molto vicini e da lì a pochi minuti, saremmo intervenuti.

"Forza TheCrimson, salviamo questa città. Insieme."

Saltammo giù dal veicolo con fretta e furia, correndo tra i vicoli per tagliare corto. Il cuore, batteva forte e il fiato si faceva corto per lo sforzo di quella corsa sfrenata. Il distretto della polizia, dove aveva tenuto sotto stretta sorveglianza la donna, era letteralmente in fiamme. Un Villan, alto almeno tre metri e molto muscoloso, si era scagliato su di esso e stava demolendo le mura, mentre l'altro accanto a lui gli faceva strada lanciando delle granate. A quella scena ci fermammo sul posto. Gli agenti erano nel panico e imploravano aiuto.

"Tsk...Dov'è mio padre?!" Urlò Shoto agitandosi.

Quando voltammo lo sguardo in direzione del lato opposto, lo vedemmo. Era in pieno combattimento contro un Villain dalle fattezze peculiari: il suo corpo era interamente liquido, ovvero fatto di acqua, e le stava dando di santa ragione all'eroe numero uno. Le fiamme di Endeavor erano spente, non faceva mai in tempo a ricrearle poichè questo gliele smorzava preventivamente.

"Papà!! Spostati da lì!!" gli gridò con tutto il fiato possibile FrostFire.

In un'istante creò una scia di ghiaccio e gli si lanciò contro, provando a colpirlo col suo lato destro cercando quindi di congelarlo. Riuscì a prenderlo per le presunte gambe, ma col resto del corpo fluì via: era dunque in grado di separarsi dal suo "fisico" e ricrearsi a suo piacimento. Era come prelevare una piccola quantità di acqua in un'oceano.... Era sfuggente. Bastava che di lui si salvasse una sola goccia, e tanto bastava per far sì che si potesse ricreare interamente. Dovevamo bloccarlo completamente se volevamo catturarlo. Dietro di me, senza rendermene conto, una ragazzina con indosso una di quelle tuniche e i capelli formati da tanti piccoli cobra, provò a colpirmi, lanciandomi da questi del veleno. Per un soffio evitai quella mossa e non osai immaginare, se non mi fossi accorta di lei, cosa mi sarebbe successo. 

"Pensi di potermi scappare Hero? Ti farò morire lentamente col mio veleno!" disse minacciosa.

"...Lo vedremo." la sfidai.

In un lampo il mio corpo divenne una vera e propria torcia, e sui pugni concentrai tutto il calore possibile. Gli occhi erano divenuti di un rosso intenso e se mi avessero toccato, chiunque si sarebbe sciolto all'istante. A quella scena, la ragazzetta che fino a pochi istanti prima sembrava sicura di farmi fuori, esitò ad attaccarmi... e io ne approfittai. Con un paio di colpi la buttai a terra, le schiacciai il viso con un piede e le feci una manovra per bloccarla istantaneamente. Gli anni passati a fare lezioni di arti marziali, erano dunque serviti a qualcosa.

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