CAPITOLO 21: DUE EROINE IN AZIONE

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Eravamo ormai parcheggiate e avremmo cominciato, come solito fare, la perlustrazione delle strade. Non avevamo un compito ben definito, ma semplicemente tenere sotto controllo qualsiasi movimento sospetto, o semplicemente aiutare i civili. Il dovere di un Hero era prodigarsi verso il cittadino, e sopratutto intervenire in caso di pericolo. LalaVoice aperta la portiera, se la richiuse alle spalle senza degnarmi di uno sguardo. Non le andava a genio stare con me a fare la ronda, ma neppure a me la cosa allettava. Si spostò con una mano i suoi lunghissimi capelli biondi dietro la schiena, per poi controllare se il suo abito fosse perfettamente in ordine. Iniziò a guardarsi poi in uno specchietto dell'automobile accanto alla nostra.

"...Mh... Si, diciamo che ci sono stati giorni in cui ero molto più sexy..." diceva a sè stessa controllandosi da cima a fondo.

Stava dando spettacolo della sua vanità. Mi stava salendo un nervoso non indifferente. Non negavo certo che fosse una bellissima ragazza, ma era egocentrica da far venire il voltastomaco. Chiusi per bene l'auto e mi detti anche io una sistemata al volo davanti al finestrino, intanto Layla si voltò nella mia direzione.

"Ragazzina, inutile che ti accingi a sistemarti. Non sarai mai al mio pari... Muoviti." disse con tono spregevole.

Calmati. Respira, lasciala parlare.... La seguii senza battere ciglio e le stavo dietro. Layla si guardava attorno e squadrava chiunque potesse essere una potenziale rivale in bellezza. Si pavoneggiava come se esistesse solamente lei in quel quartiere. Io non parlavo, mi limitavo a fare il mio lavoro e controllavo ogni angolo a me visibile. Da lontano alcuni fan di LalaVoice, nel vederla, esultarono e si avvicinarono in fretta e furia.

"Tu sei LalaVoice! Dal vivo sei ancora più bella... puoi farmi un'autografo?",

"Anche a me per favore!",

"Io voglio un selfie con te!!".

Iniziò ad essere assalita dai suoi ammiratori. Dandosi un sacco di arie, cominciò ad accontentare i suoi fan più incalliti e la vedevo con la coda dell'occhio fissarmi soddisfatta. Sicuramente nel suo cervello si stava prendendo gioco della sottoscritta. Mentre continuava con le sue "faccende", mi spostai un po' più avanti per controllare altre aree. La sentivo intanto ridere coi suoi fan e fare la bella faccia. Il suo atteggiamento era davvero irritante, sopratutto per chi come me, sapeva perfettamente quale fosse il suo vero carattere. Le andava di lusso avere un Quirk molto comodo e avere un gran bell'aspetto ecco tutto. Una voce un po' tremante, dietro di me, attirò la mia attenzione.

"C-chiedo scusa.. Tu, per caso sei TheCrimson? L'eroina che qualche tempo fa era finita al notiziario?" domandò questo ragazzino molto timido.

Aveva all'incirca sui quindici anni, e teneva le mani dietro la schiena, sulle sue guance paffute comparve un colorito roseo appena mi girai per guardarlo. Era totalmente in imbarazzo e mi faceva molta tenerezza.

"Si, sono io.. Ti serve qualcosa?" chiesi un po' stranita ma con un dolce sorriso.

"P-P-potrei avere un'autografo?... Sei davvero forte..." spiegò porgendomi un quadernetto e un pennarello.

"Certamente! Te lo faccio subito...." dissi prendendo gli oggetti molto rapidamente.

Gli si illuminarono gli occhi e mi fece un sorriso a trentadue denti. Pochi istanti dopo anche altri ragazzetti si avvicinarono per chiedermi la medesima cosa. Layla s'incupì e sentivo il suo sguardo addosso. Finito coi suoi ammiratori, si mosse in mia direzione quasi incazzata.

"Ragazzina... Muoviti. Non siamo qui per perdere tempo." mi passò accanto mettendosi tutta in mostra.

Avrei voluto rasarla a zero da quanto mi stava innervosendo, ma nuovamente mi feci scivolare le cose di dosso.. Era meglio far finta di nulla. Terminai coi miei pochi ma fedeli fan, e la seguii quasi rincorrendola. Figurarsi se mi aspettava. Le strade erano movimentate e molta gente si stava recando a lavoro, tornava a casa oppure si godeva l'acquisto di qualche articolo. Tutto sembrava davvero normale, e sembrava che ci saremmo solo godute una sorta di passeggiata. Camminavamo una dietro l'altra in silenzio, concentrandoci su quanto ci aveva richiesto Thundurem e passò diverso tempo. Quella tranquillità tuttavia, s'interruppe drasticamente. Un'enorme frastuono, invase acusticamente le strade di quella zona. Al di sotto del suolo vi era la metropolitana, e udimmo molte persone gridare: il terreno cominciò persino a vibrare quasi fosse un terremoto. Dalle scale che scendevano nel sottosuolo per raggiungere la stazione, vedevamo molte persone correre in preda al panico più totale e non capivamo davvero cosa stesse succedendo.

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