CAPITOLO 73: HISASHI E LA SQUADRA

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La notte precedente era stata davvero devastante. Shoto mi aveva riaccompagnata a casa mentre Hisashi si era fatto lasciare nella via commerciale di Tokyo. Da quanto aveva detto, prediligeva dormire sui tetti e all'aperto. Era un tipo fuori dal comune, non vi erano dubbi. I miei genitori non si erano nemmeno accorti che fossi sgattaiolata fuori casa, perciò buttai il biglietto ed evitai di dar loro preoccupazioni. Avevo cercato di riposare il più possibile, provando persino a non rimuginare su quelle telefonate minatorie. Tuttavia mi era stato davvero difficoltoso. Quel mattino avevo preso l'autobus poichè Todoroki, prima di raggiungere l'agenzia, doveva fare un paio di commissioni. Forse era il caso che persino io mi comparassi finalmente un veicolo. Ero davvero assonnata. Sembravo un vero zombie e mi trascinavo a stento lungo il marciapiede.

"Oh? Dormito poco?" udii alle mie spalle.

Hisashi mi aveva parlato vicinissimo all'orecchio, facendomi quasi saltare dallo spavento. Dovevo abituarmi alle sue entrate in scena strambe se volevo evitare di sussultare ogni volta!

"B-Buongiorno Hisashi... Sei stato al freddo tutta notte?" chiesi incuriosita.

"Freddo? Il mio Quirk è Undead Body. Posso disintegrarmi, ricompormi e altro come se fossi un morto vivente... Secondo te posso provare qualcosa?" rispose ridacchiando.

In effetti dopo quello che avevo visto, mi ponevo certi quesiti? Hisashi era diverso dagli altri, aveva una luce strana negli occhi e un modo di fare tutto suo. Indossava ancora gli stessi indumenti della sera prima: un pantalone nero attillato mezzo stracciato e una lunga giacca nera che gli ricopriva esclusivamente il petto. L'addome era bello in mostra. Poteva sembrare un'esibizionista visto da fuori, poichè mostrava a chiunque il suo fisico scolpito. Mentre giungevamo all'ingresso dell'agenzia, parlammo del più e del meno. Era un ragazzo riservato, ma che al contempo, pareva voler dire molto di sè.

"...E quindi sei un Cacciatore di taglie..." pensai ad alta voce.

"Ti sembra così brutto essere uno del mio calibro?" chiese leggermente offeso.

"Come? No, diciamo che mi pare solo... strano. Insomma credevo che quelli come te, fossero ormai delle leggende metropolitane." spiegai un po' a disagio.

Hisashi mi guardò in silenzio. Forse ciò che gli avevo appena detto, lo aveva ferito. Non ero stata in grado di filtrare i miei pensieri e speravo di rimediare in qualche modo. Arrivati ormai nella grande hall dell'agenzia, intravidi Kotaro seduto su di un divanetto. Aspettava Tomoe? Ovviamente non resistetti nel corrergli incontro. Abbassò il cellulare e mi sorrise dolcemente come solito fare.

"Buongiorno Reisa. Stanotte ho ricevuto una comunicazione da Thundurem che diceva di ven-.... E lui chi sarebbe?" domandò basito.

Diamond, che era un uomo fine ed elegante, alla vista trasandata del nostro nuovo collega sbiancò. I suoi occhi verdi smeraldo cominciarono a squadrarlo, come se non desiderasse altro che portarlo immediatamente da uno stilista per una consulenza vestiaria. Mi trattenni dal ridere, poiché la sua faccia era veramente uno spettacolo!

"Kotaro, lui è Hisashi. Hisashi, lui è il mio migliore amico: l'eroe in settima posizione per due anni consecutivi, Diamond."

Il ragazzo dai capelli scuri si avvicinò molto a Kotaro, che ancora scioccato dall'outfit di Hisashi, non osò dire nulla. Gli andò a due centimetri dal naso, e si mise a guardare il mio amico dritto nei suoi iridi.

"Gli eroi di questa agenzia sono tutti come te?"

"C-Cosa i-inten-di?" balbettò Diamond girando appena il viso.

"...Con degli occhi così da finto innocente... Mi chiedo che faccia potresti assumere in certe... situazioni? Posizioni? Mhh... Vorrei tanto scoprirlo..."

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