CAPITOLO 7: NON LASCIARMI LA MANO

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BloodTongue mi guardava. Ovviamente con quella maschera non si vedeva in viso, ma sentivo addosso la pressione di quello sguardo maligno. Provavo un'enorme ribrezzo anche al solo pensiero di toccarlo dato che aveva osato violarmi, ma volevo prenderlo a calci. 

"Arrenditi, oppure ti toccherà lottare." lo intimidii.

Lui scoppiò in una folle risata e mi incitò col dito a farmi sotto. Non esitai. Caricai le mie fiamme che si espansero per tutto il corpo e in una frazione di secondi mi lanciai su di lui con tutta la carica possibile. Gli tirai uno, due, tre pugni e poi passai ai calci. Lui parava senza contrattaccare, ne approfittai per cercare di buttarlo a terra con una mossa che avevo imparato alle vecchie lezioni di arti marziali e poi avrei fatto espellere il mio calore corporeo. Il piano sembrava andare bene, finito con la schiena a terra lo bloccai per il braccio e provai a sprigionare il mio bollore. Avrei voluto scaricare l'aria calda al massimo della mia potenza, ma qualcosa non funzionò come doveva. Prima che terminassi la manovra mi afferrò con la mano che gli restava libera. Mi prese per i capelli e mi tirò verso di lui, poi sussurrò all'orecchio.

"Ora, TU sei mia." disse con tono graffiante.

Non potevo muovermi. Di nuovo! Allora era quella la sua seconda Unicità. Bloccava le vittime parlandole all'orecchio. Che essere disgustoso. Provai con tutte le mie forze a muovermi e cominciai a gridare. BloodTongue mi prese per la coda dei capelli: iniziò a trascinarmi verso il muro, come se fossi un pezzo di carne,  sentivo un dolore atroce alla testa ma dimenarmi non serviva a nulla. Mi prese per il collo, mi sollevò in aria con tutta la forza che aveva e iniziò a stritolarmi.

"Sciocca che non sei altro. Pensavi davvero che il mio Quirk fosse solo quello delle illusioni?       S-B-A-G-L-I-A-T-O." mi sussurrò ancora freddamente.

Mi mancava l'aria, stringeva sempre più forte e sentivo le sue dita penetrarmi lentamente. Sollevò leggermente la maschera e intravidi i suoi occhi. Erano neri come la pece, difficilmente avrei potuto scordare quello sguardo orribile.

"Avrei voluto giocare con te, ma sei stata molto scortese. Forse sarebbe meglio farti fuori all'istante... peccato, mi piacevi molto sai?." aggiunse ridacchiando.

Dolore. Con la sua lingua mi leccò le labbra. Provai ad agitare le braccia, le gambe ma era come se fossi diventata di pietra. Non ero stata in grado di fare assolutamente nulla. Credevo che in qualche modo avrei potuto aiutare, che sarei diventata una buona Hero, ma la realtà era ben diversa. Probabilmente sarei morta lì, in quel modo. Quest'ultimo stritolandomi provava ancora imperterrito a toccarmi. Avevo la testa nel pallone. Mentre cercava di uccidermi, provava a stuprarmi. Con la mano scese verso le mie gambe e cercò di aprirle con foga.

"S-Sh-o-to...!" Provai a urlare con le lacrime agli occhi.

"Chiami il tuo ragazzo? Non verrà proprio nessuno a salvarti questa volta.".

Era dunque questa la mia fine? NO... Caricai al massimo della potenza il mio fuoco, e nel giro di un secondo ero divenuta una fiamma vivente. Non potevo muovermi vero, ma il mio Quirk lo avrei usato in un altro modo! BloodTongue non se lo aspettava e dovette mollare la presa per la forte bruciatura che gli causai alla mano destra ovvero quella da dove mi teneva a mezz'aria. Caddi quindi sul pavimento ancora stordita per mancanza di ossigeno e sentivo un fortissimo dolore al collo. Avrò avuto sicuramente dei lividi per diversi giorni. Il Villain si disperò in un urlo raccapricciante poichè le mie fiamme gli avevano ustionato gravemente l'arto e di certo la cosa non mi dispiaceva minimanente. Tossii forte e quasi mi salì il vomito, mi girava anche forte la testa. Aveva stretto così tanto da farmi stare in quello stato pietoso e ci sarebbe voluto sicuramente un attimo per far sì che mi fossi ripresa. Poi vidi con la coda dell'occhio un'ondata di ghiaccio. Il gelo era calato in quel lungo corridoio.

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