CAPITOLO 78: CALA L'OSCURITA'

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Endeavor sembrava letteralmente su tutte le furie. Tutti noi presenti non spiccicammo parola alla vista dell'eroe numero Uno continuare ad imprecare come se non ci fosse un domani. Gettò al suolo ogni cosa che vi era sulla propria scrivania e non cessava di battere i pugni... Temevamo fosse davvero sull'orlo di una crisi di nervi. Ray provò in qualche modo a calmarlo, ma sembrava davvero inutile ogni sforzo: Enji si sentiva tremendamente frustrato e preso in giro. La famosa organizzazione della Donna in Bianco ormai sembrava sfuggirci ogni qualvolta credevamo di averla in pugno, e cosa ben peggiore, sembrava che conoscesse ogni nostra singola mossa. Come poteva essere possibile tutto ciò? Eppure eravamo sempre molto attenti e scrupolosi nell'agire... Perciò come riuscivano a scamparla sempre? Todoroki, al mio fianco, fissava allibito suo padre intento a sfogarsi su ogni cosa gli capitasse a tiro. Persino Diamond aveva lo sguardo spaventato e molto intimorito. 

"Enji adesso basta!!" gli gridò ormai esasperato Thundurem.

Nessuno di noi osò intervenire, ma avevamo davvero il timore che qualcosa avesse tremendamente turbato il nostro capo supremo. Dopo una decina di minuti, finalmente Endeavor placò un po' quei suoi sentimenti e si diede una rapida sistemata. Provò a respirare a fondo, volendo poi rivolgersi a noi: non aspettavamo altro dopotutto. I suoi occhi azzurri sembravano persi nel vuoto, come se stesse cercando disperatamente le parole giuste da dirci... ma era chiaro che nulla dovesse darci un minimo di consolazione.

"Ci hanno fregati. Qualcuno è a conoscenza dei nostri piani e di come ci suddividiamo, di ogni nostra intenzione. Credevamo di averli raggiunti... di aver trovato un appiglio... Ma in quel magazzino era già stato sgomberato tutto!!" dichiarò prendendosi la testa fra le mani.

Non avevamo mai visto quel corpulento e virile uomo, mostrarsi inerme e incapace di contenere le proprie emozioni. Probabilmente era stanco, stanco di non riuscire a catturare quei tizi e capire davvero quali fossero i loro piani. Avevo una gran voglia di prendere a calci qualcuno, di sbattere in cella quelle persone così meschine e dai loschi sotterfugi... Tuttavia non avevamo più alcuna pista da seguire. Shoto si avvicinò a suo padre, mettendosi esattamente di fronte a lui. Guardai tutta la scena col cuore a mille e mi auguravo che avesse qualche idea.

"Calmati papà. Troveremo un modo per uscirne illesi, come sempre. Abbiamo preso Irina ed Aurel grazie anche all'aiuto di Hisashi... Non ci resta che interrogare quei due bastardi. Torturarli anche, se necessario." disse con fare sicuro, cercando in ogni modo di rassicurare sia Endeavor che i presenti.

Ogni eroe passò il proprio sguardo deciso sui vicini compagni. La sicurezza e la determinazione che per qualche minuto sembrava svanita nel nulla, in quel momento, tornò come un lampo di luce. Shoto aveva ragione. Forse non avevamo nuovi indizi, ma quantomeno c'erano in prigione i due gemelli. Avrebbero parlato, ne ero del tutto certa. Ray Matsumoto, poggiando una mano sulla spalla del mio ragazzo, lo ringraziò per quelle sue parole semplici ma al contempo rincuoranti. Quei Villains in qualche modo ci stavano rintracciando, localizzando e monitorando a distanza. Facevano sparire ogni loro traccia preventivamente e si presentavano alle volte con compagni sempre più forti e difficili da controbattere coi nostri Quirk. Ciò nonostante, da quali eroi eravamo, sapevo che ce l'avremmo sicuramente fatta... o almeno era quello che continuavo a ripetermi. Da quando ero entrata nell'agenzia di Ray con l'aiuto di Kotaro, da quando avevo incontrato Shoto e affrontato diverse disavventure, sentivo di aver acquisito forza e risolutezza. Avremmo vinto, ci fosse costata persino la vita.

"Direi che per oggi basta con questa storia. Ne riparleremo domani a mente lucida e dopo una bella dormita... Che ne dite? E poi bisogna festeggiare le gesta della squadra di FrostFire!" disse Diamond per tirarci su un po' il morale.

In un battibaleno mi sentii completamente rinvigorita. Mi avvicinai a lui per fargli pugno e Kotaro ricambiò come solito fare. Avremmo sicuramente portato a termine quell'arduo compito... Ma ci meritavamo anche una piccola pausa. Alcuni Heroes pensarono bene di rientrare dalle proprie famiglie o riposare immediatamente, mentre altri di noi, optarono per una bevuta al pub preferito di Diamond. Persino Siria e Klaus ci chiesero di potersi unire ai festeggiamenti e non potevo che esserne felice. Nonostante l'eroe dai capelli blu ci stava spudoratamente provando con la sottoscritta, restava pur sempre un nostro collega in fondo, perciò non ci vidi nulla di sbagliato in quell'invito. Shoto, d'altro canto ovviamente, non ne era del tutto compiaciuto.

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