CAPITOLO 62: L'INIZIO DI UNA VACANZA INDIMENTICABILE

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Quel mattino il sole splendeva all'orizzonte. Mi ero fiondata rapidamente giù dal letto e avevo finito di sistemare la mia valigia con tutto il necessario: Shoto sarebbe arrivato a prendermi molto presto. Non mi aveva ancora accennato nulla sulla nostra destinazione e mi sentivo emozionata, quasi da avvertire tremore alle gambe. Sapendo che saremmo andati sulla neve, mi ero messa un comodo pantalone e una bella dolcevita pesante, concludendo anche con lo scarponcino che avevo acquistato il giorno prima. I miei genitori dormivano ancora, poichè la sveglia non sarebbe suonata prima delle sette. Col telefono nella mano destra e la valigia in quella sinistra, scesi molto silenziosamente al piano inferiore e attesi sul divano. Todoroki mi aveva detto che sarebbe passato in panetteria a prendere uno spuntino per la colazione e che ci saremmo diretti in fretta e furia alla nostra meta... Ero tutta su di giri! Prima di richiudere la valigia, la sera precedente, avevo infilato il famoso sacchetto con dentro quanto vi era di più misterioso... Shoto era stato chiaro, lo avremmo dovuto aprire insieme. Per tutto quel lasso di tempo non avevo mai sbirciato, ma la pressione si faceva sempre più elevata, non vi erano dubbi. Quel giorno se ne era uscito con più buste in cui una vi era un completino davvero sexy e sapendo che desiderava vedermelo indosso, lo avevo ritirato accuratamente nel bagaglio... Tuttavia nell'altro, non avevo idea di cosa potesse esserci al suo interno. Tastandolo non si percepiva che una scatola rigida... Scossi la testa e cercai di non immaginare cose troppo anomali. Mentre mi perdevo in quei pensieri, udii un auto fuori casa: era dunque arrivato. Come un treno in corsa, afferrai il giaccone e passai fuori, richiudendo bene a chiave il portone. Su quella macchina, Shoto sorrideva tutto felice. Scese dalla portiera e aprendomi il baule mi aiutò a riporre la valigia.

"Buongiorno amore..."

"B-Buongiorno a te... Amore." risposi tutta imbarazzata, come se quella fosse la nostra prima uscita.

"Hai preso anche la tua divisa da Hero? Non si sa mai... meglio essere attrezzati." mi disse prima di richiudere il portellone.

"Certo, è tutto dentro." risposi inclinando la testa.

Lui mi fece l'occhiolino e mi incitò a salire al caldo. Come mi sedetti, Shoto si fiondò a darmi un bacio sul collo e quasi sobbalzai al suo delicato tocco. Gli misi una mano in faccia e lo spinsi via.

"C-Che fai scemo? Devi guidare ora!" lo incitai col viso in fiamme.

"Mmmh... Okay, scusami. E' che stavo pensando che sarai tutta mia per questi giorni... Resisterò." ribatte' facendo il finto offeso.

Gli tirai un pugnetto sul braccio e scoppiammo a ridere. Finalmente avviò il motore e cominciò a guidare. Come se ormai fosse la mia stessa macchina, abbassai il sedile e iniziai a guardare fuori dal finestrino il mondo scorrermi rapidamente davanti agli occhi: mi sentivo benissimo, come se nulla potesse più mettersi tra me ed il mio amato. Shoto accese la radio e si mise a canticchiare alcune delle sue canzoni preferite. Trovavo tutto quello alquanto tenero e lo ascoltavo in silenzio. La sua voce riecheggiava in quel piccolo spazio, ed il suo profumo mi pervase interamente. Lo guardai con occhi innamorati e lo vidi ricambiare.

"Ti amo Reisa..." sussurrò poggiandomi una mano sulla gamba.

"Ti amo anche io Shoto..." gli mormorai afferrandogli le dita e infilandomi tra quelle.

A poco a poco, man mano che ci dirigevamo in quel luogo tanto atteso, il sole si innalzava e illuminava il paesaggio circostante. Facendomi cullare dalla musica e dal calore del palmo di Todoroki, mi assopii su quel sedile. Caddi nel mondo dei sogni, serena e spensierata. Mi ero dunque appisolata e per tutto il tragitto non avevo fatto altro. D'un tratto, mentre ero intenta a risvegliarmi, mi sentii punzecchiare sulla guancia.

"Ohi... Sveglia fiammella. Siamo arrivati." sentii la voce di Shoto vicinissima al mio orecchio.

Spalancai le palpebre e cominciai a sbatterle per tornare lucida: mi incantai dalla meravigliosa vista. Davanti a noi, su di una sorta di collina innevata, vi era in tutto il suo paesaggio mistico il bellissimo chalet in cui avremmo alloggiato. All'ingresso vi era un signore su d'età che cominciò a sbracciarsi per attirare la nostra attenzione. Senza aspettare oltre, slacciai la cinta e scesi coi piedi in quella candida neve. Era morbidissima e ci sprofondai quasi fino alle caviglie! Esclamai a tutto volume dalla gioia e saltellai sul posto. Faceva freddo, ma era tutto così splendido, da scordamene completamente.

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