CAPITOLO 51: CHI SI NASCONDE NELL'OMBRA?

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Montammo in sella alla moto di Shoto come due lampi: dovevamo raggiungere il prima possibile l'agenzia Todoroki. Non feci nemmeno in tempo ad allacciare il casco che il mio ragazzo mi incitò ad aggrapparmi a lui. Sfrecciammo rapidi tra le auto e le strade di Tokyo, si sentiva la nostra angoscia salire di minuto in minuto. Se qualcuno si era addentrato in quella maniera e stava persino frugando tra i database, qualcosa di losco ci stava afferrando alle spalle. Che qualcuno tra le persone fidate di Endeavor ci fosse una spia? Eppure avevo conosciuto i suoi colleghi: nessuno di loro poteva sembrarci un possibile sospettato... Ma allora? E se fosse qualcuno nell'agenzia di Thundurem? Dopotutto collaboravamo insieme praticamente tutti i giorni con loro, ma chi poteva mai essere capace ad un gesto così estremo? Qual'era l'obiettivo finale? Shoto accelerava come non mai, era agitato fino al midollo, lo si poteva avvertire dal corpo rigido. Lo abbracciai forte, non solo per non volare via dalla moto, ma per rasserenarlo con quel poco che era nelle mie capacità. Rallentò all'improvviso, e una sua mano carezzò la mia per poi tornare alla guida. Aveva intuito il mio intento e aveva apprezzato quella mia piccola attenzione. Nonostante il traffico, poichè ora di punta per il pranzo, noi eravamo giunti con gran rapidità alla nostra destinazione finale. Spento il motore e tolti i caschi, Shoto afferrò le buste con quanto avevamo acquistato per portarle nel suo armadietto personale. Lo seguii come una scheggia e attesi il suo ritorno con impazienza, per poi dirigerci all'ufficio di Enji. Il mio ragazzo non bussò nemmeno, ed entrò deciso, col cuore che gli pompava in petto come non mai: erano quasi tutti arrivati, persino gli Heroes di cui Endeavor aveva la sua totale fiducia. Tomoe e Diamond non erano ancora giunti sul posto, mentre Thundurem ed il resto della squadra erano già lì in attesa di ordini. Siria ci incitò ad andare vicino a lei per spiegarci la situazione. Non ero al settimo cielo nel vederla, ma ricacciai in gola quei sentimenti amari che provavo nei suoi riguardi. Non era di certo quello il momento opportuno per certi screzi.

"Siria... Che diavolo succede?!" chiese Shoto fissando da lontano suo padre.

"Meno male siete arrivati. Tuo papà è fuori dalla rabbia. A quanto pare qualcuno stanotte, o meglio dire alle prime luci dell'alba, si è addentrato ai piani alti in cerca di informazioni sui dipendenti della nostra agenzia... compresa quella di Ray Matsumoto poichè in parte li teniamo pure noi." spiegò con molta calma.

"E quale sarebbe il motivo di questo infiltramento?" chiesi dubbiosa.

"Ancora non sappiamo con esattezza... Ma stanno cercando qualcosa, o meglio. QUALCUNO."

"....Qualcuno?" ribadii tremante.

"Già. Pare che stessero controllando qualcosa sul gruppo sanguigno o sulle abilità fisiche di diversi Heroes.... Bisogna agire o ne andrà della vita di uno o più individui, maledizione... La cosa è seria!" concluse Siria con tono deciso.

Tomoe e Diamond finalmente arrivarono con il fiatone. Avevano probabilmente fatto una mega corsa per giungere lì in tempo, ed erano visibilmente sotto shock come noi. Nel vederci in piedi accanto a Siria, entrambi si spostarono in nostra direzione e la ragazza corvina provò a rispiegare quanto ci aveva appena detto. Anche loro due, volevano sapere istantaneamente quale fosse la causa di quell'avviso improvviso. Kotaro ascoltava incredulo ad ogni singola parola che usciva dalla bocca della giovane, come se stesse focalizzando chi potesse essere il bersaglio principale. Si spostava gli occhiali con due dita, quasi come un tic nervoso. Al suo fianco, con le mani rivolte al viso, la mia migliore amica si voltò a fissarmi.

"R-Reisa... E s-se quella chiamata che hai ricevuto... F-Fosse la stessa persona? Se stessero... cercando TE?!" disse Tomoe afferrandomi per un braccio e con le lacrime agli occhi.

Siria ci guardò stranita, chiedendo cosa fossero quelle telefonate di cui stavamo parlando. Le venne spiegato per filo e per segno cosa mi era capitato qualche giorno prima. La mia mente cominciava a vacillare: il loro obiettivo potevo davvero essere io? Ma per quale motivo? Non ero nulla di speciale a differenza di altri Heroes, non avevo un' Unicità formidabile... Dunque perchè? Per circa mezzo secondo mi si assestò il respiro. Non aveva tutti i torti in effetti Tomoe a dubitare di quella cosa, forse potevo anche essere una delle prescelte da quei delinquenti per qualche esperimento. Diamond mi sfiorò la guancia per calmarmi in qualche maniera poichè ero profondamente turbata. Shoto divenne cupo in viso, gli occhi carichi di risentimento e strinse forte le mani a pugno, quasi volesse sgretolare persino l'aria.

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