Eravamo ormai così vicini ad Akihabara che poter lasciare la macchina in un punto sicuro sembrava cosa impossibile. La gente correva per le strade, i poliziotti cercavano di farsi strada tra quella folla impazzita, molte persone si ferivano nel fuggire: era uno spettacolo macabro e terrificante. Che diavolo stava accadendo per quelle vie?! Enji frenò di colpo, accostando a bordo della strada. Sia io che Siria ci reggemmo grazie alle cinture di sicurezza, altrimenti saremmo finite contro il vetro con il viso.
"Fanculo l'auto. Devo andare da mio figlio maledizione!" gridò con gli occhi davvero preoccupati.
Stavo cercando di contenere quel mio stato di ansia, ma a malapena ne ero davvero in grado. Vedere persino il padre del mio ragazzo così angosciato, mi diede da pensare che la situazione non fosse delle migliori. Non bastava già lo scenario che ci si parava davanti, ma persino quel silenzio di Shoto ci stava angustiando in modo particolare... Non era da lui non rispondere o non dare sue notizie. Scendemmo dal veicolo, e correndo sul marciapiede, provammo a spostarci nella zona principale. Si udivano degli scoppi, e l'asfalto tremava sotto i nostri piedi, quasi fosse in arrivo una tremenda scossa di terremoto. Ci reggemmo a dei pali per non cadere a terra, ed Endeavor afferrò a sè diverse persone che stavano per cedere a quello scuotimento continuo.
"Endeavor! Tutto bene?! Ho paura che qui ci siano più Quirk che stiano facendo tutto questo fracasso. Le scosse non sono una buona cosa, ma questi scoppi che si avvertono anche da lontano... Non mi convincono per niente!" esclamò Siria guardandosi attorno.
"Non lo so... Ma bisogna intervenire in qualche modo. La vita di molte persone è sul filo del rasoio. TheCrimson, tra quanto saranno qui gli alti due?" domandò aiutando una signora anziana a reggersi sulle proprie gambe.
"Cinque minuti al massimo direi... Gli ho già mandato le nostre coordinate. Forse anche LalaVoice riuscirà a raggiungerci. Il suo Quirk potrebbe tornarci utile probabilmente." spiegai velocemente.
Come si assestò il suolo, tornammo a correre verso quello che si presupponeva il punto cruciale di quell'attacco. Eravamo quasi giunti a destinazione, ma notammo due individui con indosso quelle strane tuniche bianche. Erano incappucciati, difficili quindi da vedere in volto, ma ci preoccupò maggiormente ciò che stavano facendo: a terra, due cittadini, venivano trascinati come carne da macello. Un senso di rabbia mi invase completamente, persino i miei colleghi restarono a bocca aperta. Quelli non notarono per subito la nostra presenza e continuavano a calciare le proprie vittime, facendole rantolare dal dolore.
"Che palle. Perchè il meglio se lo devono tenere gli altri? Voglio torturare qualche Hero anche io!" gridò uno di quelli con la sigaretta alla bocca e una mazza al posto del proprio braccio.
Sollevando quell'ultimo, stava per colpire il povero malcapitato... ma senza nemmeno pensarci, grazie alla mia frusta, afferrai quell'enorme deformità e bloccai il suo attacco. Si girò verso noi tre, come infastidito da quel mio intervento così preventivo.
"Oh... Allora c'è da divertirsi anche qui... Guarda chi c'è Diuk." disse con un mezzo sorriso che si intravedeva da sotto quel cappuccio.
"...Che?... Non ci credo! L'eroe numero Uno in persona! Eheh... prendiamolo e portiamolo ai capi. Saranno soddisfatti." aggiunse l'altro scagnozzo.
Enji aveva gli occhi fissi su quei due, come se al posto di quelli avesse uno scanner: verificava senza proferire nessuna parola i loro movimenti e cercava di intuire come avrebbero agito. Degno dell'Hero in prima posizione, non vi erano dubbi. Data la veste di quei due individui, non avevamo più dubbi: l'organizzazione della Donna in Bianco, era tornata in azione. Che cosa stavano cercando di fare quella volta? Non stavano rapinando nulla, stavano solamente creando il caos per tutta Akihabara... Ma a che scopo? Mi passavano molti quesiti per la mente, ma la cosa che più mi importava, era salvare vite umane e trovare presto Shoto in mezzo a quel trambusto.
STAI LEGGENDO
The Crimson Hero
Romance"Tutto bene?" "Si.. Ti ringrazio.." Tutto ebbe inizio quel giorno. La pioggia bagnava i suoi capelli bicolore. Io lo guardavo.. Lui mi fissava. "Allora vado... ". Avrei voluto fermarlo.. ma restai solo immobile, mentre lui se ne andava. Reisa non ha...