CAPITOLO 19: TU MI APPARTIENI

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Entrata nella sala, notai quanto fermento vi era. Nonostante il locale fosse piccolo quella sera era davvero movimentato, la gente si ammassava davanti al bancone per attendere il proprio turno. Andai subito nel piccolo spogliatoio sul retro e mi diedi una sistemata rapida, ritirando anche il mio peluche a gattino nella borsa. Ero nervosa, ma riguardandolo, tornai a sorridere: era come vedere il viso di Shoto in versione animaletto. Messo il grembiule, mi recai dietro al bancone. Kim era davvero preso con un sacco di ordini da preparare e non riusciva nemmeno a sollevare la testa dal banco.

"Ti aiuto Kim. Dimmi cosa ti serve!" dissi senza pensarci su troppo.

"Ah grazie! Allora, questo va servito alla signora laggiù per favore... Questo invece..." iniziò a passarmi i bicchieri uno dopo l'altro.

Rapida poggiavo il tutto sui vassoi. Messi come si deve a lavoro, riuscivamo a smaltire tutta la fila di gente che si era riunita lì davanti a noi. Era la primissima volta che tutta quella marmaglia si recò al nostro baretto e mi domandavo il motivo.

"Kim come mai tutta questa gente oggi?!" chiesi lui, mentre stavo tagliando delle fettine di arancia per gli spritz.

"A quanto pare, l'Hero in seconda posizione si è fatto vedere da queste parti oggi pomeriggio, e la gente è accorsa..." rispose molto velocemente, mentre tirava fuori il cestello dalla lavabicchieri.

A quanto sembrava le persone amavano quell'eroe, e non si trattennero nell'assembrarsi in quella zona del paese per riuscire anche solo a vederlo da lontano. A poco a poco, una volta consumato il proprio ordine, se ne andavano e potevamo tirare un sospiro di sollievo. Avevo perso la cognizione del tempo. Le ore erano volate stranamente, non mi resi conto che erano già le nove. Ormai erano rimasti solo due ragazzini a godersi una bibita, ma presto sarebbero usciti anche loro da lì. 

"Siamo una bella squadra Reisa, non trovi?" chiese Kim sorridendomi e facendomi okay con la mano. 

"...Si certo!" risposi schietta.

Avevo timore per quanto era successo quella famosa sera, e cercai di non dare troppa confidenza. Mi limitavo a parlare, a rispondere ovvio, ma mantenevo le mie dovute distanze. Da un lato mi spiaceva, tuttavia volevo evitare che potesse tornare sul solito discorso del passare del tempo insieme. Continuavo quindi a sistemare senza accennare nulla.

"Caspita, sei proprio vestita bene oggi... Dove sei andata di bello?" domandò un po' invidioso.

"Sono andata al Luna-Park... Il capo mi ha chiamata mentre stavo tornando a casa." dissi lui senza guardarlo in faccia.

Non volevo si irritasse. Evitai di parlare di Shoto, così magari non mi avrebbe chiesto nuovamente cosa ci trovassi in quel ragazzo. Volevo solo che il mio turno finisse presto. Il capo mi aveva chiesto di restare fino le nove e mezza, la chiusura non spettava a me ma a Kim. Continuavo ad ascoltare il ticchettio dell'orologio che scandiva i minuti. Ero molto assetata e presi una bottiglietta d'acqua dal frigo cominciando a trangugiarla come se non bevessi da una vita. Dal lato destro della bocca, mi scivolò leggermente qualche goccia e mi bagnai fin sotto al mento, per poi finire ulteriormente sul collo: era gelida e avvertii freddo all'istante.

"Mh!! Cavolo, mi sono bagnata..." dissi cercando un tovagliolo.

Kim si avvicinò e mi asciugò con due delle sue dita, quasi da sfiorarmi la parte inferiore della bocca.

"Ti asciugo io..." disse fissandomi intensamente.

A quella sua mossa, feci non uno, ma ben due passi indietro e avvertii una sorta di calore pervadermi il braccio destro. Lo guardavo sbigottita.

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