CAPITOLO 50: LE COSE SI COMPLICANO

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Il sole picchiava forte sulla finestra, come se volesse accecarmi coi suoi forti raggi. La sera prima mi ero addormentata davvero a fatica dopo la chiamata anonima ricevuta da quel losco individuo, e non sapevo davvero che pesci prendere. Spostai dalla fronte la mia frangia per sistemarla meglio e con una mano afferrai timorosamente il cellulare. Avevo un occhio ancora mezzo socchiuso, ma vidi chiaramente un messaggio di Shoto. Sorridendo lo aprii e ne lessi immediatamente il contenuto.

-"Buongiorno amore. Dormito bene? Oggi mio padre è via per delle faccende importanti e mi ha lasciato la sua moto. Passo a prenderti e ti porto in centro. Colazione insieme? Ti amo.-"

Un dolce risveglio insomma. Risposi a quella sua richiesta così premurosa e balzando dal letto, mi fiondai in bagno per farmi una rapida doccia. Natsume, come ormai abituato fare appena sveglia, mi seguì fino a che non mi infilai sotto l'acqua facendomi le fusa e strofinandosi sulle mie gambe. Mamma aveva il turno in ospedale e papà sentivo che stava guardando il notiziario a tutto volume alla TV. Con estrema rapidità, lavai ed asciugai i miei capelli rossi e li avvolsi in una morbida treccia laterale. Scelsi dei comodi pantaloni bianchi e un maglioncino tutto decorato... ero tutta saltellante ed emozionata per l'arrivo di Shoto. Sarebbe arrivato a momenti e corsi per la tromba delle scale come un ghepardo. 

"Già vestita? Dove vai così tutta in ghingheri?" chiese mio papà con una tortina in bocca.

"Vado con Shoto in centro. Dovrebbe già essere fuori, ho sentito il rombo della moto."

"Va bene. A più tardi. Attenti eh, e andate piano..." mi raccomandò lui tornando con gli occhi sullo schermo.

Gli diedi un bacio sulla guancia ed afferrando lo zainetto, aprii la porta d'ingresso. Con mia gran sorpresa, vidi il mio ragazzo su quella moto favolosa e tutto vestito per bene. Aveva un bel pantalone verde e una graziosa magliettina a righe bianca. Come parte superiore aveva scelto una sorta di cardigan blu e mi domandavo se non sentisse vagamente freddo in sella a quella moto: vero, il sole era davvero caldo per essere inverno, ma a quella velocità, l'aria doveva essere decisamente fredda. Gli corsi incontro, finendo di allacciarmi la giacca di pelle che avevo preso dall'attaccapanni. 

"Non hai freschino con solo quella roba indosso?" chiesi un po' scettica.

"Mh? No. Sai sono abituato alle basse temperature..." spiegò serio in viso.

"Giusto... che sciocca. Bene, allora salgo."

Shoto mi diede il secondo casco che si era portato dietro per tutto quel tragitto, e posizionato, lo afferrai per la vita. Sgasò per mettersi in mostra e gli diedi un colpetto sulla schiena per dirgli di non fare il galletto. Rise di gusto e partì infine a tutta velocità. Il mondo ci scorreva attorno come una sequenza di fotogrammi, e quella brezza mattutina ci faceva sentire vivi come non mai. Ammiravo la gente che mi passava velocemente da parte e sorpassando le auto, abbracciavo saldamente il mio amato. Poggiai la mia testa sulla sua schiena: avrei voluto restare in quella posizione per sempre. Era come vivere all'interno di una bellissima storia d'amore, dove la protagonista si era innamorata del personaggio secondario. Sorrisi a quel pensiero così infantile. Todoroki frenò nei pressi di un grazioso baretto e spenta la moto, si tolse il casco, ruotando leggermente la testa in mia direzione.

"Puoi staccarti ora Reisa. Siamo arrivati." disse abbozzando un sorriso.

Col capo, risposi a quella sua affermazione. Con una gamba alla volta, scesi dalla sella e mi sistemai i ciuffi di capelli che mi erano stati scompigliati dall'aria. Davanti a noi si parò un bellissimo locale con un grazioso terrazzino esterno. Lo avevo visto tante volte passando a piedi o in macchina coi miei, ma non mi ero mai fermata per concedermi nemmeno un bicchiere d'acqua. Shoto mi prese per mano, ed entrammo a prendere posto. Il cameriere, un uomo su di età ma molto fine, ci chiese dove preferissimo accomodarci. Todoroki guardò me, come se non avesse alcuna preferenza; optai dunque per il favoloso esterno. Il nostro ordine venne accolto con estrema rapidità e potemmo godere di ogni attimo solo per noi.

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