CAPITOLO 3: PENSO DI AMARLO

912 59 41
                                    

"Beh?.. Questo caffè?".

"A-h, ecco.. S-si te lo preparo subito!".

Le mani mi tremavano, ancora non potevo credere che lui fosse davvero lì. Iniziai a preparargli il caffè shakerato come sapevo fare ma ero davvero nervosa. Continuavo a ripetermi di stare calma, ma nonostante questo mi sentivo sotto pressione. Lui nel frattempo si poggiò col braccio sul bancone e continuava a guardarmi. Penso che fossi diventata tutta rossa in viso e pregavo che non lo avesse notato, anche se era distante a nemmeno 20 cm da me.

"Puoi metterci sopra anche un paio di chicchi di caffè come decorazione? Mi piace tenerne uno in bocca e assaporarne l'aroma a fine bevuta".

Mi fermai per un istante per metabolizzare cosa mi stesse chiedendo, con la testa annuii e basta. Dall'altro lato della sala vedevo i miei colleghi che chiacchieravano insieme a delle clienti. Ero sola con Shoto. Cercai di non distrarmi e conclusi il drink che mi aveva chiesto.

"Ecco, tieni..." dissi abbassando gli occhi.

"Gentilissima..." rispose abbozzando un sorriso.

Mi misi a sistemare il bancone anche se era già sufficientemente in ordine, ma avevo bisogno di fare qualcosa o quel silenzio sarebbe stato davvero imbarazzante. Lui beveva con molta calma e con la coda dell'occhio lo vedevo che non cessava di guardarmi. Cosa avevo che non andava? Sicuramente stava ripensando all'accaduto nel pomeriggio e magari credeva che ero una tipa al quanto strana o bizzarra. Che figura... Non facevo che ripensare a lui che mi aveva presa per il braccio. Sentivo ancora il calore della sua mano...

"Sai vengo qui spesso, ma solitamente trovo la tua collega Haruna.." disse poggiando il suo viso nella mano destra.

"Ah.. Si, io lavoro qui occasionalmente, oggi Haruna non si è sentita bene e così sono venuta per sostituirla..".

"Capito.. Mi presento comunque: Sono Shoto Todoroki, piacere." 

Stavo asciugando un bicchiere con lo straccio, ma quando si presentò mi fermai. Ero incantata dalla sua voce. Se ne stava lì attendendo una mia reazione. Piegò leggermente il capo come per sollecitarmi a dir qualcosa. Tornai lucida e risposi.

"Si, so chi sei.. d'altronde sei il figlio di Endeavor. Ovviamente non conosci me, sono Reisa Akatsuki, piacere mio..".

Lui mi fissò e si ammutolì per qualche istante. Fece un sospiro. Avevo detto qualcosa di sbagliato forse? Mi sentii a disagio. Mi feci coraggio e provai a fare conversazione con lui poichè non avrei avuto tante altre occasioni se volevo conoscerlo meglio.

"Ti ho visto oggi..  Al raduno intendo.. Ti ammiro molto. Mi hanno colpita le tue parole..".

Nel mentre gli dissi quelle cose avrei voluto sprofondare dall'imbarazzo. Lui sorrise e prese un chicco di caffè per poggiarselo delicatamente sulle labbra, poi se lo rigirò leggermente con la lingua. A quella scena avvertii un leggero brivido. I miei occhi caddero sulla sua bocca... Iniziai a chiedermi cosa si potesse provare a baciare un ragazzo così popolare. Quel profumo che emanava mi aveva inebriata, e il mio corpo fremeva....

"...Beh, sono contento che tu sia venuta a vedermi. Hai poi trovato un ombrello o ti sei lavata per arrivare fino al tendone?" disse sporgendosi verso il bancone.

Potevo ammirarlo perfettamente. Era abbastanza vicino a me da poterlo guardare dritto negli occhi. Quella bruciatura sul lato sinistro del volto.. Cosa poteva essergli successo? Quale storia si celava dietro quella cicatrice? Non erano di certo cose che mi riguardavano, eppure sentivo che volevo sapere tutto su di lui. Si spostò leggermente indietro, e continuò a bere lentamente.

"Alla fine l'ombrello l'ho acquistato in una bancarella poco più avanti...." risposi frettolosamente.

"Hai preso freddo? Avrei voluto fare di più ma ero in ritardo per l'intervista coi fan...".

The Crimson HeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora