CAPITOLO 4: LA FORZA DEL MIO QUIRK

869 59 50
                                    

"Ti prego.. Non andartene di nuovo."

"...E perchè mai dovrei restare?" disse Shoto con faccia disgustata.

Fece un ghigno malefico ma nonostante questo volevo dirgli quello che provavo.

"E-cco, io.. Io credo di...".

La sveglia iniziò a suonare. Avrei voluto scaraventarla via quella mattina, la voglia di alzarmi mi mancava tremendamente. Con la mano mi strofinai un occhio e feci un'enorme sbadiglio. Non mi sentivo molto riposata anzi, era come se un carro armato mi fosse passato sopra. Il mio letto aveva le lenzuola tutte rovesciate e sembrava ci fosse stata la terza guerra mondiale quella notte nella mia stanza. Che razza di sogno avevo fatto? Era tutto molto sfocato ma ricordo bene l'immagine di Todoroki che quasi mi fissava con disprezzo. Più che sogno, direi che quello fu un incubo. Sospirando mi alzai e poggiati i piedi per terra, presi in mano il telefono. Erano le 8 e mezzo di Lunedì, dovevo prepararmi poichè in tarda mattinata avrei avuto l'incontro con l'insegnante di recupero.

"Mmmmm, basta ciondolare Reisa!!" Urlai a me stessa.

Ero decisa, quello sarebbe stato un giorno fantastico. Volevo a tutti i costi migliorare le mie capacità e successivamente iniziare a cercare lavoro presso qualche agenzia. Sicuramente non avrei lasciato ancora il mio lavoretto occasionale, o almeno fino a quando non avessi avuto in mano qualcosa di fisso. Aprii l'armadio e presi la tuta, poi andai in bagno. Mi sistemai al volo e scesi in cucina per fare colazione. Mia mamma mi aveva già preparato una bella tazza di the caldo e un piattino con dei pancakes con lo sciroppo d'acero. 

"Dove devi andare così di fretta stamattina Reisa?" chiese mia mamma mentre lavava gli ultimi piatti rimasti nel lavandino.

"Ho la lezione di recupero con un'insegnante, così cercherò finalmente di migliorarmi."

Ero davvero determinata. Non avrei esitato nemmeno per un istante, e con foga finii la mia colazione. La TV accesa sul meteo annunciava che quel giorno ci sarebbe stato bel tempo. Perfetto! Potevo anche fare una bella corsa prima di giungere a destinazione, così mi sarei tenuta in allenamento.

"Allora in bocca al lupo cara...".

Mia madre mi diede un bacio sulla fronte e si spostò in salotto per spolverare. Era il suo giorno di riposo ma non ce la faceva proprio a star ferma. Mi alzai anche io per sciacquare le stoviglie che avevo utilizzato, infine presi il mio telefono, la sacchetta e indossai le scarpe da ginnastica.

"Io vado, ci vediamo stasera!" dissi a mia mamma con un mega sorriso.

Il sole quel giorno era davvero caldo, la sua luce faceva risplendere i miei capelli ancora di più. Feci partire la musica ed iniziai a correre. Mi sentivo davvero bene. Nel tragitto vidi molta gente: chi andava a lavoro e chi usciva per fare le proprie commissioni. Ero positiva, avrei fatto chiarezza in me stessa e avrei superato qualsiasi difficoltà. Giunsi nel giro di mezz'oretta la posizione che mi era stata data in precedenza del luogo dell'appuntamento per il corso. Mi trovavo davanti ad una palestra immensa e dato che avevo ancora il fiatone per la corsa, mi sedetti per qualche istante. Mi asciugai la fronte con un panno che mi ero portata dietro e bevvi un sorso d'acqua. Dopo essermi riposata andai verso l'ingresso e cominciai a chiedere informazioni per sapere dove si sarebbe svolto l'incontro. La segretaria al bancone molto cortesemente mi fece segno di entrare nella terza porta alla destra del corridoio. Iniziai ad avere una leggera ansia ma provai a calmarmi. Percorsi l'edificio e raggiunsi la porta. La aprii. 

"Bene arrivata. Presumo tu sia Reisa giusto?" disse la persona che stava di fronte a me.

Era sicuramente il professore. Era un uomo molto alto e slanciato, aveva dei capelli lunghi e viola. Dall'aspetto presumevo non avesse più di 30 anni. Sembrava molto raffinato e infatti stava seduto in modo molto elegante sulla sedia.

The Crimson HeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora