CAPITOLO 66: FUOCO E GHIACCIO

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In quell'istante mi sentivo con la mente completamente svuotata. La mia pelle era ustionante, e sapevo che avrei potuto incenerire qualsiasi cosa mi avesse anche solo sfiorata. Con le fiamme vive negli occhi, fissai i miei rivali: non li avrei fatti avvicinare alla piccola Sara. Col cuore che mi pompava in petto, riversai addosso a loro dell'aria bollente e speravo prendessero quello come un avvertimento. Un paio di quei lupi indietreggiò, mugolando e provando timore. Speravo se la dessero a gambe filate e che potessi prelevare Sara da quella grotta, ma non andò tutto esattamente come previsto. Quello che sembrava il maschio alfa ululò a gran voce, come se stesse richiamando a sè altri sottoposti. Lo fissai sbigottita per qualche secondo, ma poi passai all'azione.

"Non ti permetterò di chiamare altri tuoi amichetti!" esclamai con rabbia.

Lanciai la lunga corda della mia frusta altamente infiammata verso quell'ultimo e lo colpii su di una zampa. Il mio intento non era certamente quello di ucciderli, ma confidavo in una loro fuga. Tra i righi di quegli animali e la notte che ormai sembrava giunta, provai a mantenere la mia Unicità attiva il più possibile così che non si sarebbero potuti avvicinare. I lupi iniziarono a girarmi attorno, quasi mi stessero accerchiando e non cessavano di mostrarmi le loro zanne affilate. Uno di quelli sembrò attratto da qualcosa e si mise ad annusare con frenesia il terreno. Stava forse... seguendo delle tracce? Un rumore dall'interno della grotta infine, mi fece scattare. Intravidi Sara, nascosta ancora come le avevo suggerito, tuttavia si era fatta stanare facendo un leggero suono. Aveva sbirciato cosa mi stesse accadendo, ed ora si trovava in estremo pericolo. Con le bave che ricadevano al suolo, quell'animale si diresse a passo rapido all'ingresso della caverna: non potevo più trattenermi, ne andava della vita di quella bambina. Malgrado fossi contraria alla violenza sugli animali, col mio corpo bollente corsi contro quelle creature per scacciarle via. Per fortuna si scostarono immediatamente non appena mi avvicinai, e a braccia spalancate, sbarrai la via per accedere alla grotta.

"VIA! ANDATE VIA!" gridai minacciosa.

I canidi mi fissarono furenti, sicuramente non mangiavano da giorni e non volevano cedere. Man mano che il tempo scorreva, avvertivo delle vertigini assalirmi: non potevo mantenere perennemente la mia Unicità attiva in quella maniera. Avrei dovuto raffreddarmi e riprendere fiato, ma sapevo anche che quelli non mi avrebbero concesso una cosa simile. Con la coda dell'occhio, controllai Sara e la vidi tremante in un angolino. 

"Ehi piccola! Stai tranquilla. Non permetterò loro di farti del male!" esclamai per incoraggiarla.

Lei con le manine davanti agli occhi, le abbassò leggermente per guardarmi. Aveva chiaramente paura, chi non ne avrebbe avuta dopotutto? Il buio ormai incombeva su di noi, e l'unica cosa che risplendeva tra quell'oscurità era il mio corpo scarlatto. Se non avessi utilizzato la mia mossa speciale, forse quei lupi non se ne sarebbero mai andati e non potevo permettermi di cedere o altro. Con tutta l'energia che potevo sprigionare, direzionai il mio getto di aria calda su quelle belve e riuscii a vederle allontanarsi ululando. Si nascosero poco più avanti tra gli alberi, in attesa del momento migliore per attaccare. Si potevano notare i loro occhi gialli risplendere nell'ombra e i loro respiri si facevano sempre più affannosi. Girandomi verso Sara, le corsi incontro e avvertii le forze abbandonarmi. Come un vero e proprio colpo di calore, dovetti stendermi per riprendere fiato e sapevo di dover abbassare drasticamente la mia temperatura corporea. Avevo già affrontato battaglie in cui dovevo utilizzare spesso il mio Quirk, ma mantenerlo attivo per tutto quel lasso di tempo, aveva implicato uno sforzo non indifferente.

"Sara... Resta qui con me, okay? Appena riesco a rialzarmi, ce ne andiamo."

"M-m-ma Reisa, sei stanca!" disse lei mettendomi la mano sulla fronte.

"Si, ma ora mi riprendo stai tranquilla. Solo cinque minuti e dobbiamo scappare."

Credevo che fossimo sole, ma mi sbagliavo. Due di quei grossi lupi si erano avvicinati senza che nemmeno ce ne rendessimo conto, e avrebbero finito per azzannarci. Solo grazie all'udito, capii che qualcosa si stava muovendo in nostra direzione e notai la bambina sollevarsi da terra con estremo coraggio. La fissai incredula, pensavo volesse compiere un gesto sconsiderato, ma commisi un altro errore. Prese aria in quel suo corpicino ed emise un grido mostruoso. Se non mi fossi tappata le orecchie, probabilmente sarei svenuta sul posto per via di quel suo potere così assordante. Persino i due carnivori, nonostante fossero ormai a pochi metri, dovettero retrocedere a quel suono potente. Emettevano dei versi disperati, come se gli si stessero quasi friggendo i timpani, ed infine notai innalzarsi un'enorme barriera di ghiaccio tra noi e quegli esseri. Quell'inconfondibile lastra gelata, non poteva altro che essere di Shoto. Nel capire che si era spinto fin lì per cercarci, mi rialzai all'istante e accesi solo un braccio per farmi notare in quel buio. 

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