CAPITOLO 60: HO BISOGNO DI TE

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Usciti da quell'edificio, notammo che si era messo a piovere. Kotaro stringeva ancora a sè la dolce Tomoe, ferita e stremata a causa della Villain dai capelli bianchi. Klaus sorrideva a Layla e la rassicurava come meglio poteva, mentre io cercavo di tener in piedi Shoto. Sentivo davvero le forze che a poco a poco svanivano, e non vedevo l'ora di poter raggiungere un'ambulanza. Todoroki si sollevò a stento, provando a reggersi sulle proprie gambe. Lo guardai perplessa.

"C-Che fai? Non sforzarti troppo..."

"Ce la posso fare. Non voglio che tu ti sfinisca per colpa mia. Proseguiamo.. Manca poco ormai..." disse fingendo di star bene.

Glielo si leggeva chiaro come la luce del sole: Shoto aveva dolore a quella brutta ferita e sicuramente era anche esausto dopo la lotta continua con Aurel. Con un piede davanti all'altro, camminava a fatica, ma non osai aggiungere altro. Dopotutto era un uomo e sentirsi debole dinnanzi ad una donna, sicuramente lo faceva sentire insicuro. Corsi al suo fianco e l'unica cosa che feci, fu prenderlo per mano. La strinsi leggermente e gli carezzai il dorso con l'indice. Shoto sorrise dolcemente, in quel modo così meraviglioso da farmi sussultare l'anima. Divenni sicuramente rossa in viso, abbassai lo sguardo e mi voltai leggermente per non far notare il mio ghigno stampato in faccia.

"Perchè ti nascondi?" mi chiese sporgendosi in avanti.

"E-EH?.. No, nulla!" farneticai prendendo una ciocca di capelli e parandomela davanti per coprirmi ancora.

Todoroki tornò dritto e lo vidi con la coda dell'occhio fissarmi felice. Non stava bene, era chiaro, eppure di fronte a me era come se miracolosamente si sentisse meglio. Desideravo solamente che qualcuno lo visitasse e che lo curasse immediatamente. Tomoe ogni tanto ridacchiava in braccio al suo amato, come se persino lei con Diamond potesse guarire senza alcun intervento di esterni. L'amore poteva dunque fare così tanto? Cominciai a viaggiare con la fantasia in silenzio. La pioggia sembrava non voler cessare, tuttavia era leggera e non dava necessariamente un gran fastidio. Nel quartiere era calato un silenzio particolare, quasi strano, ma era dovuto all'evacuazione preventiva effettuata dai poliziotti. D'un tratto vidi Shoto afferrare in mano il proprio telefono: qualcuno lo stava chiamando.

"Papà? Si... Sto bene. Ok. Saremo lì a breve." riagganciò.

FrostFire si girò verso ognuno di noi e ci disse che Endeavor doveva parlarci. Restammo in silenzio per tutto il tragitto e ci domandavamo quale sarebbe stato il discorso fatidico dell'eroe numero Uno. Speravo con tutto il cuore che non ci avrebbe dato pessime notizie, me lo auguravo davvero. Quella giornata sembrava interminabile, come se fosse durata già fin troppo. A tratti mi tremavano le gambe e una nausea forte mi assaliva: il mio Quirk se raggiungeva un limite massimo, mi provocava come una sorta di vero e proprio colpo di calore. Mi misi una mano sulla fronte e notai di essere davvero calda.

"Ehi fiammella... Non ti senti bene?" domandò il mio ragazzo leggermente preoccupato.

"N-no... è tutto okay tranquillo. Ho solo bisogno di riposare." spiegai negando che davvero avvertivo dei tremendi capogiri.

Non dovevo permettermi di cedere per nessun motivo, volevo prima di tutto scoprire che cosa volesse comunicarci Enji Todoroki e sapere se potevamo rilassarci o tutt'altro. Le sirene delle ambulanze a qualche isolato dalla nostra posizione, cominciavano a udirsi forte e chiaro. Strinsi i denti e finsi di non avere assolutamente nulla. Shoto non smetteva di tenermi d'occhio, lo avevo capito. Con passo rapido raggiungemmo il punto che tanto desideravamo: Endeavor a braccia conserte, accanto a BlackFury, ci attendeva con ansia. Nel vedere suo figlio egli abbozzò un vago sorriso e sembrò persino tirare un sospiro di sollievo. Nonostante il passato e tutta la faccenda che Todoroki mi aveva raccontato, suo padre sembrava davvero tenere al suo figlio più piccolo. Le mie palpebre si facevano sempre più pesanti, ma il momento della verità era finalmente giunto e non me lo sarei perso per nessuna ragione al mondo.

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