CAPITOLO 65: GELO

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"Quand'è stata l'ultima volta che l'ha vista?"

"N-Non r-r-ricordo... Credo circa mezz'ora fa." rispose l'uomo ancora sconvolto.

"E lei dove si trovava?" continuò Shoto con le mani sui fianchi.

Senza sapere dove potesse essere finita la ragazzina, cominciammo a interrogare il signore. Avevo avvisato già la squadra di soccorso alpino, nella speranza di ritrovarla viva e vegeta. Stando a quanto diceva il padre della povera bimba, lui si era allontanato per una telefonata di lavoro, lasciandola sciare assieme ad altri ragazzini. Sapendo questo avevamo persino chiesto agli altri soggetti se si fosse allontanata per qualche motivo o se avesse incontrato qualcun'altro. Nulla. Nessuno aveva idea di come fosse sparita e per quale motivo non avesse avvisato nessuno. Todoroki sembrava con la testa altrove, la mano sotto al mento e rifletteva in silenzio. Le alternative erano ben poche e le ricerche dovevano iniziare il prima possibile.

"Andiamo nei boschi qua vicino e perlustriamo la zona. Magari si è solo nascosta o ha inseguito qualcosa."

"Appunto... Non può essere andata troppo lontana." dissi vagamente preoccupata.

Ero certa che l'avremmo riportata al suo papà senza nemmeno un graffio, o almeno era quello che mi auguravo con tutto il cuore. Shoto cominciò a dare istruzioni ai soccorsi e li incitò a tenersi preparati se si fosse riscontrata una situazione di assoluta emergenza: la prudenza non era mai troppa. In una piccola tenda montata per l'occasione, nei pressi del bosco, venne predisposta una barella e tutto il necessario per i beni di primo soccorso. Assieme alle nostre tenute da Hero, io e FrostFire, ci eravamo portati per sicurezza degli auricolari per comunicare anche a distanza. Eravamo dunque pronti per incamminarci e scoprire dove fosse finita la bambina. Il padre nel descriverla ci aveva riferito che indossava una giacca rosa, scarponcini neri e aveva i capelli legati in due lunghi codini. Non aveva una fotografia molto chiara con sè, ma solo il documento dove vi era dunque riportato il suo nome ed i dati basici: la piccola si chiamava Sara, era minuta e aveva appena compiuto i sette anni. Erano forse dettagli pressapoco inutili, poichè nessun bambino si sarebbe dovuto trovare al di fuori della zona sicura, ma ogni particolare era da memorizzare. Per precauzione, Shoto aveva persino contattato l'elisoccorso.

"TheCrimson io mi dirigo nella zona dove ci sono i dirupi. Col mio ghiaccio posso creare ponti o quant'altro se dovesse essere precipitata. Tu vai nella zona fitta della boscaglia. Stai attenta." disse Todoroki prendendomi per la mano.

Sembrava provare un certo stato d'ansia, come se temesse che potessi perdermi o succedermi qualcosa. Gli sorrisi e gli sfiorai il braccio per calmarlo.

"Tranquillo FrostFire. Per rammentare la strada farò dei segni sui tronchi col mio calore, così potrò tornare indietro senza problemi. Trova quella bambina..."

"Anche tu. E' il nostro dovere." concluse facendo pugno. 

Non potevamo più attendere. Assieme ad alcuni volontari del corpo forestale, ci incamminammo per le varie zone prescelte. Attraversando il primo tratto di bosco, cominciai a sprigionare il mio Quirk per incidere sugli alberi la strada appena percorsa. La neve era molto alta e ci ricopriva oltre le caviglie, rallentandoci drasticamente. I due ragazzi che avevano deciso di seguirmi prestavano molta attenzione all'ambiente circostanze ed era chiaro fossero abituati a intervenire nei momenti di pericolo: la montagna era il loro perfetto habitat naturale. Alcuni rumori lontani alle volte attiravano la nostra attenzione, come se sperassimo si trattasse della giovane... ma niente di tutto quello. Erano semplicemente dei rami che ricadevano al suolo per il troppo peso della neve, oppure qualche animaletto passeggiava beato. Il cinguettio degli uccelli era l'unico suono inconfondibile.

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