capitolo sei

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Avevo impostato la sveglia alle 11:00 così da poter riposare un po' di più.
Poteva anche funzionare se non mi fossi svegliata mille volte.
Mi alzo dal letto e sbuffo al ricordo delle scene sognate questa notte.
Ormai è quasi ora di pranzo quindi mi preparerò un panino e poi mi preparerò per uscire.

Due ore dopo sono già quasi arrivata al supermercato. Mi fa ancora strano poter andare a fare la spesa come una volta, con la differenza che ora ci vado da sola. Mio fratello è andato ad abitare fuori Madrid e non lo sento da parecchio tempo..
Parcheggio la macchina trovando fortunatamente un posto libero e scendo.

Zulema's pov:
Mi avvicino alla roulotte e notando che è chiusa presumo che Maca sia uscita, tenendo conto dell'ora non può essere al lavoro in più oggi è sabato. La aspetterò qui fuori e so già quello che mi chiederà appena mi vedrà: "che ci fai qui?"
Io sinceramente non saprei come rispondere, mi sono solamente messa in cammino e sono arrivata qui. In questi giorni ho dormito dove mi capitava, soprattutto in una stanza d'hotel.
Mi prendo  una sigaretta dalla tasca, Maca sarà qui tra poco, sicuro.
Porto la sigaretta alle labbra e faccio per accenderla quando sento un forte colpo in testa e comincio a vedere tutto nero.
Mi risveglio distesa nel letto matrimoniale della roulotte e mi accorgo di avere i polsi legati alla testiera del letto. Sento il mio cuore cominciare a battere sempre più veloce quando vedo entrare un uomo alto e abbastanza robusto a causa dei muscoli. Fa un sorrisetto e si avvicina.
Cazzo di nuovo no.
"Ciao tesoro"
"Tesoro un cazzo vedi di slegarmi"
Si mette a ridere facendomi salire ancora più nervoso.
"Che caratterino"
"Strano tu non sappia come sono, non mi conosci vero?"
"Chi non ti conosce, Zulema?"
Ecco lo sapevo.
"Slegami" dico con tono duro.
"No tu adesso rimarrai buona".
Si avvicina e appena si siede sul letto gli tiro una ginocchiata vedendo formarsi un'espressione di dolore sulla sua faccia.
Mi tira uno schiaffo e mi prende il viso con una mano avvicinandosi improvvisamente fermandosi a nemmeno due centimetri da me.
"Stai ferma"
Mi scocca un bacio sulle labbra per poi strizzare il mio seno sinistro con la mano libera. D'istinto chiudo gli occhi.
"Macarena ti prego fai veloce" penso tra me e me mentre questo uomo schifoso mi sfila i pantaloni lasciandomi con le mutande e la felpa.
Alza quest'ultima fino a sopra la testa senza però sfilarmela a causa delle mie mani legate.
Le sue mani cominciano a vagare per tutto il mio corpo stringendomi troppo e facendomi uscire dalla bocca versi di dolore.
Arriva ai miei slip che afferra ai lati e che comincia ad abbassare.

Tutte le immagini di quella volta mi tornano in mente. Io più piccola e quell'uomo più grande che mi violentava. Non poteva succedere di nuovo.
Sento i miei occhi riempirsi di lacrime che cerco di scacciare via.
Si mette sopra di me e improvvisamente si ferma spalancando gli occhi.
Macarena.

Maca's pov:
Sono appena tornata dal supermercato, c'ho messo un po' perchè mi mancavano varie cose. Noto la porta della roulotte socchiusa e una sigaretta accesa per terra. Capisco subito di chi appartenesse...
Zulema è qui?
Zule non lascia mai le sigarette accese e soprattutto non le lascia a trequarti. Appoggio la borsa per terra e prendo la pistola nascosta dietro la pianta all'entrata della roulotte, apro la porta senza fare rumore e la vedo lì.
È distesa sul letto con le mani legate un uomo robusto è sopra di lei.
Mi avvicino e gli punto una pistola alla testa.
"Lasciala immediatamente"
"È arrivata l'eroina?" dice ridendo divertito.
"Hai sentito? Lascia Zulema stronzo" ripeto appoggiandogli la pistola alla tempia.
Vedo gli occhi di Zulema aprirsi e noto che sono pieni di lacrime.
"Giuro che ti sparo un colpo se non ti alzi da lei".
L'uomo mi ascolta appena tolgo la sicura e si alza finalmente dal corpo dell'araba.
"Esci muoviti" lo spingo fuori e lo seguo.
"Prova a tornare di nuovo e giuro che non ti risparmierò, ora vattene prima che cambi idea" dico una volta usciti.
L'uomo se ne va velocemente capendo che non stessi scherzando ed io torno dentro da Zulema.

"Zule"
"Ti prego slegami" la sua voce è bassa.
Mi si spezza il cuore vedere la sua pancia, le cosce e il collo pieni di segni.
Slego i nodi delle corde che la tengono legata e lei si massaggia i polsi leggermente arrossati.
Si siede ai piedi del letto ed io faccio lo stesso.
"Zulema.."
"Maca posso farmi una doccia?" mi chiede senza guardarmi e fissando il pavimento.
Non pensavo me lo chiedesse, non è la
prima volta che si lava qui.
"C-certo, il bagno è sempre lì"
"Grazie.." si alza ed esce dalla roulotte.
Sento la porta del bagno chiudersi e mi rendo conto che è uscita senza prendersi un cambio così vado a prenderle l'intimo, e i suoi vestiti dell'ultima volta che ho lavato e mi dirigo verso il bagno.
Busso non sentendo il rumore dell'acqua e dopo il suo "avanti" entro.
"Zulema scusami, il cambio"
Si gira verso di me e solo ora posso vedere il suo volto rigato dalle lacrime.
"Zule.." mi avvicino e lei mi abbraccia all'improvviso.
Non mi aspettavo un gesto del genere da lei, ricambio l'abbraccio senza stringere troppo per non farle male.
La sento piangere sull'incavo del mio collo mente io le accarezzo la schiena.
Si stacca da me e fa per girarsi ma io le prendo il viso asciugandole le lacrime con i pollici.
"Ascoltami, ora ti fai la doccia e io vado a preparare la cena.. cerca di r-rilassarti va bene?"
Annuisce e la lascio in bagno per poi sentir cominciare l'acqua scorrere.

Sto cucinando due semplici hot-dog e dopo pochi minuti la sento rientrare.
"Ehm Maca dove metto questi?" mi chiede mostrandomi i panni sporchi.
"Mettili pire dentro al cesto per il bucato, domani lavo tutto".
Va ad appoggiare gli unici vestiti che aveva addosso prima e poi si siede sul letto.
Metto i due hot-dog sui piatti e la vedo non muoversi così mi avvicino.
"Zulema vieni, è pronto"
"Non ho fame"
"No ascoltami, devi mangiare qualcosa.."
Si alza controvoglia e si siede a tavola.
Fissa per qualche minuto il panino davanti a sè e poi decide di mangiarlo. Eccome se aveva fame, si sentiva solamente un nodo allo stomaco. Chissà se ha più mangiato qualcosa in questi giorni lontana da qui..

La serata passa silenziosa ma abbastanza veloce che arriva l'ora di andare a letto.
Mi distendo e Zule mi raggiunge mettendosi accanto a me.
Mi giro su un lato per guardarla meglio mentre lei fissa il soffitto.
Dopo attimi di continuo silenzio mi prende una mano e senza dire nulla si alza appena la maglia lasciando scoperta la sua pancia e appoggiandoci sopra la mia mano.
Al contatto della mia mano fredda e la sua pelle più calda rabbrividisce e chiude gli occhi.
"Io voglio sentire queste mani su di me" dice a bassa voce quasi a non voler farsi sentire da me.
"E non quelle di altri uomini" continua.

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