Capitolo XXII

368 16 1
                                    

Eren's pov

È un paio di giorni che a scuola va sempre peggio, da quando tutta la scuola ha scoperto che sono gay le prese in giro non fanno altro che aumentare, la cosa triste è che la magior parte di queste persone non le avevo neanche mai viste prima e nonostante ciò
continuano insistentemente ad insultarmi ogni giorno soltanto per il gusto di farlo, rivolgendomi parole più o meno pesanti, all'inizio ho provato a non darci molto peso e cercare di sembrare del tutto indifferente facendomi scivolare le loro parole addosso, ma la verità è che in alcuni momenti è davvero molto difficile evitare di non dare molta importanza al peso di alcune parole, facendomi credere che il problema sono io e che forse le altre persone hanno ragione a considerarmi "sbagliato".

Devo dire però che sono stato anche molto fortunato, grazie ai miei amici non credo che sarei riuscito a resistere così a lungo, mi sono stati sempre accanto in qualsiasi momento soprattutto in quelli più difficili, loro c'erano e per questo gli sono immensamente grato.

Sono all'entrata di scuola e sto aspettando che la campanella suoni, sento lo sguardo di tutti su di me, alzo lo sguardo e noto alcuni ragazzi con un espressione schifata sul volto, come se fossi malato di qualche strana malattia contagiosa, altri che mi indicano con il dito parlando all'orecchio di qualche loro amico, tzk, come se non li sentissi e così via.

Decido di mettermi vicino ad un albero un po' isolato dagli altri, con la schiena appoggiata a quest'ultimo estraendo poi il cellulare dalla tasca, attaccando le cuffiette per ascoltare un pò di musica per cercare di distrarmi un po' da tutto ciò che mi circonda.

Dopo un paio di minuti sento vibrare il telefono, lo tiro fuori dalla tasca dove prima lo avevo  messo, per vedere chi fosse, apro Whatsapp e noto che mi è arrivato un messaggio da parte di Armin, che dice:

Armin🤓: Eren, è un pò
che ti sto cercando, ma
non riesco a trovarti
da nessuna parte, sai
non c'eri al solito posto dove
ci incontriamo con
tutto il gruppo,
quindi spero che non ti sia successo niente di grave.

Tu: Armin, non c'è motivo
di preoccuparsi tanto, non mi è
successo niente tranquillo. Hai
presente quel grosso
albero vicino a scuola isolato un po' da tutto? Sono li, sai ultimamente
non fanno altro che
guardarmi tutti e a
me non è mai piaciuto stare
al centro dell'attenzione.
Comunque se ti va puoi
venire qui con il
resto del gruppo così
entriamo assieme.

Armin🤓: ho si, ho capito,
stiamo arrivando

Dopo qualche secondo vedo i ragazzi, così decido di togliermi gli auricolari e rimetterli a posto assieme al telefono.

La campanella suona ed entriamo subito anche per evitare la magior parte dei ragazzi che di solito entrano dopo due o tre minuti dal suono della campanella.

Entro in classe seguito dai miei amici, come mi aspettavo in classe non c'è quasi nessuno tranne il nostro gruppo e alcuni ragazzi a cui non frega assolutamente niente di tutta questa storia.
Dopo un paio di minuti entrano in classe alcuni gruppetti di studenti che vanno subito a sedersi ogniuno al proprio posto chiacchierando tra loro, ovviamente non prima di avermi scrutato con disprezzo.

Il professore della prima ora entra in classe dandoci il buongiorno e una volta notato che la classe è ormai quasi al completo, dopo aver fatto l'appello, inizia a spiegare la sua noiosissima lezione di oggi.

Prendo il quaderno ed inizio a prendere appunti, seguendo attentamente la lezione, ma dopo aver trascorso un quarto d'ora a scrivere cose inutili decido di lasciar perdere, poso la penna e prendo una matita, inizio a disegnare concentrandomi solamente dul foglio davanti a me facendo sparire tutto ciò che mi circonda, continuo a disegnare fino a quando non sento squotermi per il braccio, mi giro e vedo Armin che mi guarda così dico:
《Oh scusa, dimmi Armin》dico guardando Armin negli occhi.
《Eren, è appena suonata la campanella, te ne sei accorto?》non me ne ero minimamente accorto, ero troppo concentrato sul mio disegn, faccio passare lo sguardo da lui al foglio che poi decido di mettere sotto al banco per poterlo continuare dopo.
Riporto lo sguardo verso Armin e dico:
《No, scusa Armin ma non me ne sono accorto ero un po in sovrappensiero》dico abbassando la testa.
《Non ti preoccupare, avevo notato che eri perso nei tuoi pensieri, ma volevo dirti che è appena passata la collaboratroce scolastica per avvertirci che il professore di storia dell'arte oggi è assente, quindi abbiamo due ore con la prof. di sostegno che arriverà tra qualche minuto》che culo, non avevo nemmeno studiato.
《Eren, che ne dici di chiedere al resto del gruppo di sedersi qua con noi?》chiede Armin sorridendo.
《Si certo, ma non è un problema per la prof.  di sostegno?》chiedo, nella vecchia scuola in cui andavo se solo provavamo a fare una cosa del genere quella stronza della prof. di sostegno come minimo ci metteva sedici note in un' ora.
《No, quando manca un professore di solito ci fanno fare quello che vogliamo》
《Oh, allora ok》dico semplicemente.

Il Mio MocciosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora