Capitolo XXVII

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Levi's pov

《Mamma, ora che abbiamo finito se vuoi possiamo andare in salotto a parlare》dice il moccioso un pò nervoso, torturandosi le mani.
《Certo tesoro》risponde Carla sorridendo come al solito.
《Noi andiamo nella mia camera, dai andiamo quattrocchi》dico trascinando Hanji per un braccio verso le scale, in modo da poter far parlare più tranquillamente Carla e il mio moccioso.

Saliamo le scale e una volta raggiunto il secondo piano spingo Hanji nella mia camera, in questo momento ho bisogno di qualcuno accanto a me, anche se è quella pazza della quattrocchi. Non sono mai stato il tipo di persona a cui piace stare in compagnia, ma in un momento come questo, se restassi da solo credo che impazzirei.

Io e la quattrocchi ci sediamo sul mio letto, lei si sistema mettendosi a pancia in sotto, mentre io semplicemente seduto accanto a lei, poi lei dice:
《Nanetto, come mai hai quella faccia?》chiede guardandomi dritto in faccia.
《Non ho niente, questa è la mia faccia quattrocchi》dico semplicemente.
《Oh no, no nanetto, lo so che sei preoccupato per qualcosa, ti si legge in faccia》
《Non c'è niente quattrocchi, ora fammi il piacere di stare zitta》dico per farla smettere, è vero sono molto preoccupato per la reazione che avrà Carla, ma non mi piace parlare di quello che provo per questo preferisco rimanere in silenzio.
《Nanetto》pensa che non l'abbia sentito ma come nota che la sto guardando e anche male dico:
《Ripetilo se hai il coraggio》dico a denti stretti.
《NANETTO!》ripete lei con voce molto più alta, come sempre non si tira in dietro.
《Quattrocchi》con uno scatto mi lancio sopra di lei e inizio a farle il solletico, sapendo bene quanto lo soffre dato che è praticamente una vita che ci conosciamo, quindi posso dire con certezza di conoscere a memoria questa pazza accanto a me.

Dopo qualche minuto, noto che ormai non ce la fa praticamente più ed è gia da qualche secondo che mi sta pregando di smettere. Io smetto in risposta sdraiandomi accanto a lei sul letto.

Hanji in questo momento ha la testa appoggiata sulla mia pancia mentre io le accarezzo i capelli mentre ho lo sguardo fisso sul soffitto, ma a interrompere quel momento di silenzio e di pace è ovviamente lei, che dice:
《Levi, ora mi vuoi dire cos'è che ti turba così tanto?》io un pò indeciso sul da farsi aspetto qualche secondo, poi dico:
《Vedi Hanji, Eren in questo momento sta parlando con Carla della nostra relazione e beh, ecco, io ho paura che non mi accetti, sai sono molto più grande di Eren e per di più sono un ragazzo, ho paura che non la prenda bene》tanto lo so che ha lei è inutile nascondere questo genere di cose e poi sono sicuro al cento per cento che di lei mi posso fidare cecamente, infondo è la mia migliore amica, siamo praticamente cresciuti assieme e le voglio molto bene, anche se non glielo dico o dimostro praticamente mai.
《Levi, non ti preoccupare per queste cose, Carla fin da quando la conosciamo è sempre stata una donna buona e solare con tutti, vuole molto bene ad Eren e farebbe qualsiasi cosa per vedere suo figlio felice, vedrai che ti accetterà e ti vorrà bene come se fossi suo figlio》forse Hanji ha ragione, non mi dovrei preoccupare così tanto, Carla è una donna fantastica e buona, non credo che non accetterebbe le scelte del figlio.
《Già, forse hai ragione Hanji》dico per poi far rimanere entrambi in silenzio.

I minuti passano lenti, ma poi ad un certo punto la porta della mia camera si apre di botto, rivelando il moccioso tutto sorridente con gli occhi un pò gonfi per il pianto, la quattrocchi sentendo quella forte botta si è spaventata ed è caduta dal letto, io invece mi metto seduto sul letto e dopo neanche due secondi mi ritrovo il mio moccioso sopra le gambe che mi bacia appassionatamente.

Le nostre lingue si intrecciano e giocano l'una con l'altra, è un bacio bagnato, disordinato, fatto di sorrisi.
Dopo qualche secondo Eren si stacca e dice:
《Levi, mia madre mi ha accettato》dice sorridendo felice, a questa scena non posso far altro che sorridere anch'io, adoro vederlo così felice.
《Sono molto felice per te piccolo》dico ricominciando a baciare il mio moccioso, questa volta più lentamente con più dolcezza e meno lussuria.
《Ehm, ehm, r..ragazzi io mh, ora vi lascio da soli, si mh》dice la quattrocchi interrompendo il nostro bacio uscendo dalla porta, né io né il moccioso ci siamo accorti che lei era ancora nella stanza, il moccioso accorgendosene arrossisce ampiamente, mentre io la guardo fino a quando non esce dalla porta, Dio che imbarazzo.

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