Capitolo XVI

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Eren's pov

Il rumore incessante della sveglia mi giunge alle orecchie, puntuale come ogni mattina. Non ho voglia di alzarmi, ma devo, non posso mancare pure oggi anche perchè mia madre non me lo permetterebbe.

Mi separo dal calore del letto controvoglia e vado dritto in bagno per fare una doccia veloce anche per svegliarmi un po' dato che ogni mattina assomiglio ad un morto vivente.

Entro in bagno ed inizio a spogliarmi velocemente, buttando tutti i vestiti alla rinfusa per terra, apro il getto dell'acqua e senza aspettare che diventi calda, entro.
Inizio da subito ad insaponarmi il corpo per poi passare velocemente ai capelli.
Una volta finito, esco dalla doccia e mi lego un asciugamano in vita per poi prendere i vestiti da terra e metterli dentro al cesto del bucato.

Esco dal bagno e vado in camera per vestirmi, raggiungo l'armadio mi infilo un paio di boxer e inizio a scegliere tra i vari indumenti, alla fine opto per una maglia bianca che mi arriva quasi a metà coscia e  paio di jeans stretti neri, parecchio strappati.

Scendo le scale e vado in cucina trovando Levi, mia madre e Hanji che quando mi vedono entrare dalla porta si girano verso di me dandomi il buongiorno mentre io ricambio.
《Buongiorno》dico facendo un grosso sorriso, sono felice non capisco il motivo di tanta felicità ma sicuramente uno di questi motivi è Levi, se penso a lui mi viene in mente solo la giornata di ieri, quando eravamo al boschetto e abbiamo fatto il bagno insieme, gli abbracci che ci siamo dati e soprattutto i baci che ci siamo scambiati per tutto il tempo, non riesco a non sorridere pensando a tutto questo, poi cerco di riprendermi un attimo dal mio stato di trans e noto che mi stanno guardando tutti con una faccia un po' perplessa, effettivamente deve essere stano per loro vedere una persona ridere senza un apparente motivo.
《Eren, perchè stavi sorridendo?》dice mia madre ridacchiando appena.
《Stavo pensando a una cosa》rispondo semplicemente rimanendo sul vago.
《Ok, e a cosa o a chi stavi pensando?》dice Hanji con una faccia maliziosa.
《A n..niente e a nes..nessuno》dico balbettando leggermente, vedo che mia madre mi sta guardando con una faccia strana mentre Hanji sta per farmi altre domande ma io la precedo dicendo:
《Levi, andiamo?altrimenti facciamo tardi》dico cercando di scappare da questo discorso.
《Si, andiamo moccioso》

Usciamo dalla cucina per poi andare in salotto, prendo lo zaino dal divano su cui l'avevo appoggiato precedentemente, mettiamo le scarpe all'ingresso e finalmente usciamo di casa.

Saliamo in macchina e dopo qualche minuto Levi dice:
《A cosa stavi pensando prima》sento le mie guance diventare sempre più calde sicuramente sto arrossendo violentemente .
《N..niente di che》dico cercando di chiudere il discorso, anche se forse a lui potrei dirlo infondo stavo solo pensando alla giornata di ieri trascorsa assieme.
《Stavi sorridendo》
Mi giro verso di lui, ha lo sguardo concentrato verso la strada, è davvero bellissimo con quell'espressione seria e concentrata, anche se mi piacerebbe davvero tanto vederlo ridere, sicuramente lo troverò ancora più bello, mando via questi pensieri dalla mia testa e decido di rispondere:
《Stavo solo pensando alla giornata di ieri e al fatto che ultimamente sono davvero felice》dico sorridendo sinceramente, tanto so già che è impossibile mentire davanti a questi occhi argentei.
《Sono contento per te》dice lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia.

Dopo qualche altro minuto arriviamo davanti all'entrata di scuola, solo ora mi viene in mente a tutto quello che è successo con Mikasa e il resto del gruppo, mi giro verso di Levi che mi sta guardando un po' perplesso poi dice:
《Moccioso? C'è qualcosa che non va?》
《N..no solo che, ecco, i m...miei amici ora sanno che sono gay e ho paura che inizino a disprezzarmi per questo》dico gesticolando.
《Eren, se sono davvero tuoi amici e ci tengono a te ti accetteranno per quello che sei, vedrai andrà tutto bene》dice accarezzandomi una spalla. È da tanto che non sento dire il mio nome da lui e devo dire che è veramente bello quando lo fa, mi piace il suono della sua voce così bassa e roca che dice il mio nome, gli rivolgo un sorriso pieno di gratitudine poi lo saluto velocemente scendendo dalla macchina.

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