Amicizia

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31 agosto 1991
Sofia era molto emozionata per quel giorno, non solo perché nel seguente sarebbe andata finalmente ad Hogwarts, ma anche perché sarebbe andata con la madre a prendere tutto il necessario. Arrivarono a Hogsmade con la metropolvere e come prima cosa andarono a prendere i libri e l'animaletto della ragazza. C'erano cuccioli di cane, gufi, puffskein e tanti altri, ma gli occhi di Sofia caddero su un gattino siamese che continuava a miagolare e saltare verso la ragazza.
"Sembra che questo piccoletto sia proprio affascinato da te." Disse il negoziante.
"Tanto quanto io lo sono da lui." gli rispose Sofia, che prese in braccio il piccolo per poi comprarlo.
Era indecisa su molti nomi così iniziò a chiamarlo con ognuno di essi per vedere la sua reazione.
"Clyde"
"..."
"Matisse"
"..."
"Umh che ne dici di Axel?"
"Miao!" Il gatto sembrava contento di quel nome e così fu anche Sofia, che lo adorava.
"Bene cara, l'ultima cosa che ci manca è la tua bacchetta, poi possiamo tornare a casa." Le disse la madre.
Le due entrarono da Ollivander, il quale salutò calorosamente Anne e iniziò la ricerca della bacchetta perfetta.
"Allora mia cara prova questa" le disse l'anziano signore.
Sofia la prese in mano, ma il pezzo di legno iniziò a fare scintille e così la mollò subito.
Dopo cinque bacchette Ollivander iniziò a sentire un tintinnio e alzando lo sguardo vide una scatolina che cercava di uscire dallo scaffale. La prese e la porse alla ragazza. Questa bacchetta era molto elegante. Sembrava un corno di unicorno sottile e appena le prese in mano questa non si oppose al tocco come le altre.
"Questa è la sua bacchetta signorina Caramell. Legno di Tasso, crine di unicorno, 13 1/4" non flessibile."
"Grazie mille signor Olivander" disse lei con un sorriso a 32 denti. Era contentissima e non vedeva l'ora di imparare tutti gli incantesimi che vi erano in quei libri. Uscite dal negozio tornarono a casa, dove fecero vedere Axel a Jacob e prepararono tutti i bauli.
La mattina arrivò in fretta. Sofia scese al piano di sotto dalla ringhiera delle scale e dal salotto alla stazione di King's Cross fu un attimo. Diede i suoi bauli a Holly, che li portò sul treno e salutò i genitori.
"Ci vediamo a Natale." le disse la madre.
"Mi raccomando cerca di seguire le regole e di fare la brava anche se non è nella tua natura..." le disse ridendo il padre.
Sofia faceva sempre quello che voleva e riusciva a raggirare chiunque e qualunque cosa per arrivare ai suoi obbiettivi, ma rimaneva comunque dolce, gentile e simpatica e sempre con la risposta pronta.
"Cercherò padre, ma non ti prometto niente." disse con un ghigno divertito prima di salutare per l'ultima volta i genitori. Quando si staccarono, un signore alto dai lunghi capelli platinati si avvicinò con la moglie e il figlio ai Caramell.

SOFIA'S POV:
"Buongiorno Jacob, non mi dire...anche tu qui?" disse il signore.
"Lucius quale piacere!" disse mio padre abbracciandolo.
"Sofia, questo è Lucius Malfoy, il mio migliore amico dei tempi di Hogwarts, e questi sono sua moglie Narcissa e suo figlio Draco." li salutai e poi mi misi ad osservare Draco.
Era un bel bambino. Aveva gli occhi color ghiaccio e anche lui come il padre i capelli platinati e tirati all'indietro da quello che poteva essere un barattolo intero di gel.
Anche lui mi stava studiando con un sorrisetto in volto, che mi faceva ribollire il sangue dal nervoso.
Sembrava come se si credesse il capo del modo, ma spero sia solo un apparenza.
Prima che altri pregiudizi potessero fiorirmi in testa, ci fecero salire sul treno.
Un ragazzo correndo ci sorpassò facendomi cadere.
"Iniziamo bene..." borbottai.
Draco era in piedi davanti a me, che tratteneva a stento le risate e quando iniziai a guardarlo male scoppiò a ridere.
Aveva una bellissima risata e non potei fare altro che ridere anch'io. Poi mi porse una mano per aiutarmi e mi disse:
"Caramell, penso che potremmo essere grandi amici io e te, che ne dici?"
Non so perché ma quel ragazzo mi incuriosiva e volevo conoscerlo quindi senza pensarci due volte gli strinsi la mano.
"Penso che questo sia l'inizio di una nuova amicizia, Malfoy."
Dopodiché venne richiamato in uno scompartimento da due suoi amici, che non sembravano molto svegli.
"Argh Tiger, Goyle arrivo datemi un momento." disse. Mi guardò con un espressione scocciata misto dispiaciuta (?), per poi lasciarmi lì da sola in mezzo al corridoio.
La cosa mi irritò parecchio, ok che ci eravamo appena conosciuti, ma poteva almeno portarmi con lui.
Inizia a vagare per il treno in cerca di uno scompartimento vuoto, ma niente.
Così entrai in uno dove c'erano due ragazzini, che sembravano avere la mia stessa età, e gli chiesi se potessi sedermi con loro.
Mi risposero subito di sì e tra le mille caramelle che li circondavano, scorsi tra i capelli corvini del ragazzo a fianco a me una cicatrice... o meglio la cicatrice.
"Oh mio dio, ma tu sei Harry Potter?!" Gli chiesi sbalordita.
"Si sono io, come sai il mio nome?"
"Tutti a Hogwarts sanno la tua storia, sei il ragazzo sopravvissuto, ho sempre sentito parlare di te dai miei genitori.
Io mi chiamano Sofia, Caramell Sofia"
"Aspetta ma tu sei la nipote di Cornelius Caramell, il ministro della magia?" Mi chiese il rosso.
"Sì esattamente, e tu devi essere un Weasley giusto?"
"Ron Weasley."
"Piacere."
Iniziammo a parlare di quello che sapevano di Hogwarts, Ron era il più informato poiché aveva cinque fratelli che ci erano andati prima di lui e gli avevano raccontato tutto. Quando stavamo per addentare una cioccorana, una ragazzina aprì lo sportello.
"Avete visto per caso una rana? A un ragazzino di nome Neville è scappata." Chiese lei per poi sedersi a fianco a me.
Le dicemmo di no e ci presentammo.
Si chiamava Hermione Granger e aveva i genitori babbani. A differenza di molti purosangue non consideravo i figli di babbani inferiori o indegni ed ero fiera di me per questo.
Passammo il resto del viaggio a parlare e scherzare.
Una volta scesi dal treno, un mezzo gigante stava urlando:
"Primo anno, primo anno!"
E così ci dirigemmo verso di lui. Harry lo salutò e capii che i due si conoscevano già.
Hagrid (il mezzo gigante) ci porto verso il castello passando per il lago nero. Quella struttura, anche se oscurata dal buoio della sera, sembrava meravigliosa e l'ansia iniziava a farsi sentire.
Mancava poco per lo smistamento e speravo solo di essere all'altezza della famiglia da cui provenivo.

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