Mezzosangue

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Erano passati undici mesi dall'ultima volta che Sofia e Draco avevano visto i loro amici.
Undici lunghissimi mesi.

Era il primo giorno delle vacanze di Pasqua e mentre lei si vestiva con l'intento di andare a fare una passeggiata nel bosco insieme al suo fidanzato, quest'ultimo bussò martellante alla porta.

"DAMMI DUE MINUTI!" Gli disse mettendosi le scarpe e prendendo la spazzola, sapendo già che si trattava di lui.
"Sofy non c'entra la nostra uscita, fammi entrare."
"Ok..." Gli aprì e poté vedere l'ansia impossessarsi di lui.
"Ci hanno chiamato per farci controllare una cosa..."
"Che genere di cosa?" Gli chiese lei sempre più preoccupata.
"I Ghermidori sono qui e sostengono di aver catturato..."
"Harry." Concluse in un sussurro mentre faceva cadere la spazzola a terra.
"Andiamo, subito." Disse praticamente trascinandolo via, con l'adrenalina e la paura che scorrevano nelle vene di entrambi.
Quando entrarono nella stanza videro subito, oltre ai loro genitori, i Ghermidori tenere immobilizzati con la bacchetta al collo, Hermione e Ron, mentre Bellatrix di fronte a questi ultimi aveva la bacchetta puntata su un ragazzo con la faccia deformata, ma avevano capito benissimo di chi si trattasse davvero.
Sofia per lo spavento, mise istintivamente la sua mano su quella di Draco, raggelandolo ancora di più.
La tolse subito e si diedero uno sguardo colpevole e complice, come a dirsi: noi non diremo niente.

"Allora? È lui?"
"N-non ne sono sicuro." Rispose Draco.
"Draco, osserva bene.
Se saremo noi a consegnare Potter al signore Oscuro...tutto verrà perdonato, tutto sarebbe come prima, capisci..." Sibilò Lucius mettendogli una mano sul collo e l'altra sul petto, mentre il figlio cercava di ritrarsi al suo tocco.
"Ora non ci dimenticheremo chi è stato a catturarlo, io spero, signor Malfoy." Intervenne il capo della banda.
"Osi parlarmi così in CASA MIA?!"
"Lucius!" Narcissa lo prese e lo riportò dove si trovava prima, accanto a lei, mentre Sofia fece saltare lo sguardo su sua madre che la guardò comprensiva, come se sapesse già tutto, e in effetti era proprio così.
"Non siate timidi tesori, venite qui.
Se non è chi pensiamo che sia, e lo chiamiamo, lui ci ucciderà tutti.
Dobbiamo essere sicuri." Disse Bellatrix avvicinandoli al sospettato.
"Come si è ridotto così?" Chiese Sofia cercando di sembrare il più convincente possibile e accennando un sorriso dolente al ragazzo.
"Sì, come si è ridotto così?" Chiese Bellatrix ai Ghermidori.
"Lo abbiamo trovato così combinato, qualcosa lo avrà contagiato nella foresta."
"O è in corso a una fattura pungente." Constatò Anne.
"Sei stata tu carina?" Chiese Bellatrix rivolgendosi a Hermione.
"Dammi la sua bacchetta, vediamo qual'è stato il suo ultimo incantesimo.
Ahhhh...BECCATA!"
Continuò, mentre Anne toccò la spalla della figlia, facendoli alzare.
"Cos'è quella?! Dove l'hai presa quella?" Sussurrò sconcertata Bellatrix, vedendo la spada di Godric Grifondoro alla cintura del capo dei Ghermidori.
"Era nella sua borsa quando l'abbiamo frugata, ma adesso è mia."
Bellatrix lanciò maledizioni in frazioni di secondo a ognuno di loro, scacciandoli e riprendendosi la spada, che originariamente si trovava nella sua camera blindata alla Gringotts.
"Cissy porta i ragazzi nel sotterraneo, voglio fare una chiacchieratina con questa qua, da donna a donna."

Ron e il presunto Harry vennero portati nelle celle del sotterraneo, mentre mandarono fuori dalla stanza anche Sofia e Draco.
Senza farsi vedere, i due ragazzi, sgattaiolarono fino alla porta, che dava alle strette e ripide scale, prima della cella e nascondendosi dietro a una colonna aspettarono fino a che Codaliscia  non vi uscì, spintonando in salone un folletto.
A quel punto, prima che la porta si chiuse, vi entrarono senza fare il minimo rumore, e arrivarono fin davanti alle sbarre, dove la faccia di Harry tornò normale per la magia che annullava tutti i sortilegi.
"Harry! Ron! Non posso credere che siate di fronte a me...e aspetta...Luna? E il signor Ollivander, che ci fate voi qui?"
"Siete venuti qui per farci la guardia?"
Ringhiò rabbioso Ron.
"Siamo dalla vostra parte, vi aiuteremo a scappare, dovete solo fidarvi di noi." Disse Draco.
"Dice la verità. Vi prego dovete crederci."
Li implorò Sofia.
"Io non lascerò la mia vita in mano a un Malfoy e tu sei una di loro." Sentenziò Ron e alla ragazza si spezzò il cuore.
Ma Harry lo fece ragionare ricordandogli che non avevano detto niente del fatto che fosse lui prima, anche se lo sapevano e che quindi avrebbero dovuto dargli una possibilità per quanto ciò fosse rischioso.
"D'accordo, ma ora avete qualche idea su come farci uscire? Non possiamo lasciare Hermione da sola con lei." Ma venne interrotto dalle urla agghiaccianti della ragazza.
"DOBBIAMO FARE QUALCOSA!" Ripetè.
"Sì, Draco dov'è la chiave?!" Chiese Sofia, notando che non era al suo posto.
"Devono averla portata via, e la magia dei maghi è troppo poco potente."
Harry allora tirò fuori dal calzino un frammento di specchio.
"Sanguini Harry, è una cosa curiosa da tenere in un calzino." Constatò Luna interrogativa.
"Aiutaci!" Diceva Harry al frammento di specchio, più e più volte.
"Cosa sta facendo?" Chiese confusa Sofia.
"Specchio delle brame." Le rispose Draco e appena lo fece, si materializzò nella stanza Dobby.

"Aaaaah!" Disse appena vide tutti.
"Che ci fai qui?" Chiese Harry.
"Dobby è venuto a salvare Harry Potter, naturalmente.
Dobby ci sarà sempre per Harry Potter."
"Puoi smaterializzarti per entrare e uscire? Potresti portarci con te?" Chiese ancora lui.
"Ma certo, sono un elfo."
"La magia degli elfi è più potete te di quella dei maghi e funziona in qualsiasi luogo stregato." Spiegarono i due da fuori le sbarre.
"Per me va bene." Disse Ron.
"Allora Dobby devi portare Luna e il signor Ollivander..."
"A Villa Conchiglia, vicino a Tinworth." Spiegò subito Ron.
"Quando è pronto lei signore." Disse Luna.
"Signore? Lei mi piace moltissimo.
Ci vediamo in cima alle scale tra dieci secondi." Dobby prese le mani degli interessati e sì smaterializzarono.

Dopo il tempo prestabilito, infatti, comparve tra Draco e Sofia.
Con la sua magia, aprì la porta e li fece finalmente uscire.
Sì accovacciarono sulle scale che davano alla sala, dove Bellatrix stava interrogando il folletto, su chi altro, oltre a Hermione, fosse entrato nella sua camera blindata.
"Considerati fortunato folletto.
Lo stesso non potrà dirsi per questa qui."
Disse Bellatrix avvicinandosi con un pugnale maledetto al corpo steso a terra, privo di forze, di Hermione.
Sofia potè sentire i suoi occhi cambiare colore e una scarica di odio pervaderle le vene.
"Al diavolo!" Ron corse dentro la stanza lanciando un incantesimo contro di lei e in un attimo si ritrovarono in mezzo a una battaglia.
Draco venne trascinato dalla madre nella parte opposta.
Sofia non se ne accorse e continuò a parare incantesimi, cercando di colpire solo Bellatrix e Lucius.
"GIÙ LE BACCHETTE!" Urlò quest'ultima, quando alzò Hermione, tenendole il pugnale alla gola.
"Ho detto giù." I tre le lasciarono cadere a terra e a quel punto lo vide, mentre lui cercava di fare di tutto per non guardarli.
"Raccoglile Draco, SUBITO!" Continuò e così fece.
"Mi dispiace..." Sussurrò inginocchiato davanti a Sofia, che aveva le lacrime sulle sue iridi rosse.
"La promessa...ti prego." lo implorò sussurrando e strizzando gli occhi, lasciando una lacrima rigarle la guancia.
Ma lui indietreggiò non sapendo bene cosa fare.
Era terrorizzato, ma non poteva lasciarla così.
"Bene bene bene, guarda chi c'è...uh Harry Potter e tutto rimesso a nuovo.
E poi chi abbiamo...? Una lurida traditrice che se ne pentirà di tradire il suo sangue.
Giusto in tempo per il signore Oscuro." Diceva in tono psicotico all'orecchio della poveretta.
"Chiamalo." Disse a Lucius, il quale alzò la manica del vestito di Sofia, mostrando il marchio a cui era stata costretta, ai suoi amici e facendola sentire ancora più sporca.

Quando Lucius stava per chiamarlo, però, un cigolio proveniente dall'enorme lampadario, sopra Bellatrix ed Hermione, catturò l'attenzione di tutti.
Dobby lo sganciò dal soffitto, permettendo a Hermione e Draco di scappare, nella sua caduta.
Prese Sofia per la vita, stringendola forte, mentre lei si aggrappò a lui, intontita da tutto quello che stava succedendo.
Aveva scelto lei, davanti ai suoi genitori.
E in quell'istante sì sentì la persona più amata dell'universo.
"Stupido elfo, POTEVI UCCIDERMI!" Strillò Bellatrix.
"Dobby non intendeva Uccidere, Dobby voleva solo mutilare o ferire gravemente..."
"Draco!" Lo richiamò Lucius estraendo la bacchetta, ma lui fu più veloce e gli lanciò uno Stupeficium con tutte le bacchette che aveva in mano, facendolo volare contro il muro.
Narcissa fece per lanciare un incantesimo al gruppo, ma l'elfo la disarmò prima che lo pronunciasse, lasciando tutti senza parole.
"Come osi togliere la bacchetta a una strega?! Come osi sfidare i tuoi padroni?!"
"Dobby non ha nessuno padrone, Dobby è un elfo libero! E Dobby è venuto a salvare Harry Potter e i suoi amici!" In quel momento Bellatrix lanciò il suo pugnale e Dobby li smaterializzò tutti.

Ma forse non abbastanza presto...

-It's simply complicated-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora