I dissennatori

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1 settembre 1993

DRACO'S POV:
Quell'estate tra ciò che era successo nella Camera dei Segreti e l'evasione da Azkaban del famigerato pluriomicida, Sirius Black, I Caramell non fecero mai uscire Sofia di casa.
Furono i tre mesi più noiosi e lunghi della mia vita, in cui cambiai parecchio.
Mi ero alzato di 20 centimetri, presi la decisione di abbandonare il mio tanto amato gel e di lasciare i capelli ricadermi sulla fronte.
Anche Sofia era cambiata parecchio.
Si era abbronzata molto e quel color caramello bruciato di pelle le faceva risaltare ancora di più gli occhi blu verdi e le lentiggini sul naso dove si era scottata  e aveva una lieve striscia rosea ed era cresciuta di 10 centimetri.
Ci trovavamo in uno scompartimento dei serpeverde da soli.
Lei continuò a raccontarmi quello che fece in quei tre mesi: leggere ogni libro che la sua immensa biblioteca offriva e provare incantesimi dei libri di magia oscura presenti nell'ufficio del padre.
Aveva imparato persino a cruciare i ragni, che erano la sua paura più grande dopo suo zio.
La guardavo affascinato, ogni suo movimento mi rapiva, e senza rendermene conto, mi incantai a guardarla.
"Draco...mi stai ascoltando?" Mi chiese divertita dalla mia espressione persa.
"Mhhh no... mi sono perso scusa." Risposi colpevole.
"Ti ho chiesto cosa hai fatto questa estate."
"Sono andata con mio padre a lavoro e qualche volta è venuta Pansy a trovarmi."
Ecco che stringe i pugni.
"Posso farti una domanda?" Chise improvvisamente con un sospiro.
"Tutto quello che vuoi."
"Perché non hai mai né scritto né risposto alle mie lettere? Eri troppo impegnato con la tua amichetta?"
"Io non ti avrei scritto?! Sei tu quella che non mi ha mai risposto!" Sbottai.
Le avevo scritto ogni giorno dalla fine della scuola, pensavo mi odiasse o che mi volesse cancellare dalla sua vita non ricevendo mai uno straccio di risposta.
"Io non ho ricevuto nessuna lettera e te ne ho scritte tantissime." Continuò lei.
"Beh mi sembra strano che entrambi i nostri gufi abbiano perso tutte le nostre lettere." Dissi sprezzante. Se pensava di prendermi in giro, lo stava facendo malissimo.
"Aspetta, ma io ho sempre dato le lettere a Holly perché le portasse nella guferia." Penso che a quel punto realizzò che l'elfo quelle lettere non era mai andata a spedirle o a ritirarle.
"Bene allora è tutto chiaro?" Chiesi
"No che non lo è, Holly mi sentirà e mi farò dare tutte le tue lettere, a costo di farle bere una bottiglia intera di pozione pepata."
Sofia era veramente infuriata ma appena guardò me che stavo trattenendo a stento le risate, si rilassò.
"Sei un cretino lo sai?" Chiese sorridendo.
"Però tu adori questo cretino." Dissi io saltandole addosso e iniziando a farle il solletico fino a farla piangere dalle risate.
"Ok ok, hai vinto, ti adoro, ma adesso bast-"
Non riuscì a finire la frase che il treno si fermò di colpo facendoci cadere entrambi sul pavimento. Era sopra di me, a mezzo centimetro dal mio viso.
"Beh non me l'ero immaginato proprio così, ma posso cambiare i miei piani." Dissi avvicinando il viso al suo. Avevo fantasticato un miliardo di volte di baciare quelle perfette labbra rosse. Da quando svenne l'anno prima, ci pensai ogni giorno.
Quando stavo finalmente per realizzare quel sogno, un freddo congelò la cabina. Sofia alzò il viso angelico e si pietrificò.
"D-d-d..."
"Che?"
"DISSENNATORE!" Urlò lei alla mia domanda.
Ci alzammo e appena mi girai trovai quell'ombra scura che ci stava guardando da fuori lo sportello. Mi misi davanti a Sofia per farle da scudo e dopo quella che sembrò un eternità, la figura nera se ne andò verso lo scompartimento dei Grifoni.
"Harry..." pensò lei ad alta voce.
Fece per sorpassarmi ma non glielo permisi.
"Draco fammi uscire!" Un calcio.
"Harry potrebbe morire." Un pugno sul petto.
"Devo andare da lui!"
A quel punto, con un'agilità che stupì entrambi, la immobilizzai sul sedile e le dissi:
"Se il dissennatore ti becca gironzolare per il treno ti darà il bacio Sofy, e non sai ancora come difenderti da lui." Le dissi in tono autoritario, sperando capisse.
"Invece conosco l'incantesimo, ma non sono ancora riuscita a farlo." Disse lei arrendendosi.
Quando fui sicuro che non sarebbe schizzata fuori dalla cabina mi alzai e le lasciai un po' di spazio. Sentimmo un urlo, era la mezzosangue. Neanche il tempo di battere le palpebre che Sofia si era già catapultata davanti ai grifoni. Non potei fare altro che rincorrerla.
"Che è successo?" Chiese sbraitando.
San Potter era steso a terra privo di sensi e cerai di nascondere a stento il sorriso che comparve sul mio volto. Se la bruna mi avesse visto, sono sicuro che mi sarei preso un ceffone volante.

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