Mai abbastanza

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SOFIA'S POV:
Quando mi svegliai, dalle mie due ore di dormita, decisi di andare in cucina a prendere qualcosa per la colazione.
Era molto presto, quindi dubitavo che gli altri fossero già svegli.
Con il pigiama e le pantofole ancora indosso, uscii dalla porta e vidi un elfo che stava ripulendo il pavimento dai cocci del vaso che avevo visto Draco rompere la notte prima.
"Buongiorno, posso aiutarti?" Chiesi.
"Oh no signorina Caramell, Krick non può essere aiutato."
"Chiamami Sofia per favore, e se nessuno ci vedrà, nessuno lo verrà a sapere."
"No, Krick non può!"
"Ok, va bene, volevo solo essere gentile."
"Krick si scusa, Sofia, nessuno è mai stato gentile con Krick. Oh no Krick deve punirsi, Krick ha parlato male dei suoi padroni."
"No, ti ordino di non farlo.
Adesso ci sono io e  se proprio insisti a rifiutare il mio aiuto, io andrei in cucina a prendere qualcosa da mangiare." Dissi rimanendo lì accucciata a guardarlo negli occhi dolcemente.
Lui dopo aver controllato bene entrambi corridoi si arrese e mi porse la scopa.
Lo raccogliemmo in un attimo e poi portai il secchio in cucina con me.
"Krick le è molto grato signorina Sofia."
"Solo Sofia, ti prego." Dissi con un sorriso prendendo un cornetto appena sfornato e addentandolo.
Rimasi lì a parlare con lui, quando sentii dei passi provenire da fuori la porta.
Uscii e andai in Sala da pranzo dove trovai mia madre e Narcissa chiacchierare, sembravano felici, nonostante tutto.
"Buongiorno." Dissi andandomi a sedere.
Loro un po' sorprese di vedermi mi sorrisero di rimando.
Krick mi aveva prorpio tirato su di morale.
"Buongiorno Sofìa, dormito bene?" Mi chiese Narcissa. Per me era come una seconda mamma, o la zia che non avevo mai avuto.
"Sì grazie, voi?" Mentii perché non volevo fare la maleducata.
"Anche, grazie." Rispose mia madre.
Loro iniziarono a fare colazione e io finii il mio cornetto insieme a una tazza di tè.
Poi arrivarono mio padre e Lucius, che discutevano di qualcosa, ma non riuscii a capire.
"Lucius, Draco sta ancora dormendo?" Chiese Narcissa al marito.
"Vuoi anche sapere cosa ha fatto ieri il tuo amato figlio, Narcissa?! Sì è ubriacato finendo la mia migliore bottiglia di Whiskey e poi ha rotto il vaso che mi aveva regalato il Ministro della magia del Giappone! È colpa tua se è venuto su così. Tu lo hai voluto viziare e guarda a cosa ha portato il tuo amore."
"Lu..."
"Come osi rivolgerti a tua moglie in questo modo?! Se la colpa è di qualcuno è la tua Lucius, che lo hai sempre trattato come se non fosse mai abbastanza, quando l'unica cosa che cerca di fare è renderti fiero di lui.
Narcissa è stata una madre più che esemplare e se c'è del buono in lui è solo grazie a lei." Sbottai scattando in piedi dalla sedia.
Ero furiosa con quest'uomo e non capivo davvero come qualcuno avesse potuto sposarlo, o esserci amico come i miei genitori.
"Questa è casa mia e tu sei un ospite, non dimenticarlo Caramell."
"Lucius è solo una ragazza..." Cercò di calmarlo mio padre e dal momento che continuava a guardarmi in tono di sfida, uscii dalla stanza a grandi falcate.
Spalancai la porta, trovandomi Draco attaccato alla soglia e quasi gli sbattei addosso.
Aveva il volto graffiato e qualche livido, che potevo intravedere sul collo e a quel punto tornai indietro.
"Lo hai cruciato?!" Sbraitai.
"Perché non lo chiedi a lui?"
Mi girai verso il diretto interessato, che un po' balbettando rispose di no.
Ma mi credeva stupida o scema?!
Irritata uscii definitivamente dalla stanza e andai in camera mia sbattendo la porta.
Ma poco dopo arrivò mia madre.
"Sofia, non puoi comportarti così!"
"Ma lo hai sentito?!"
"Sì ma c'è modo e modo..." Tirai un urlo perché la collana iniziò a bruciarmi la pelle e la strappai subito.
"Tu mi devi delle spiegazioni." Dissi spaventata.
"Lo penso anch'io."
Ci sedemmo sul letto dopo che la collana tornò al suo posto e iniziò a dirmi la verità che aspettavo ormai da anni, ma che avevo sempre avuto troppa paura di scoprire.
"Quando Tom mi ha rivelato che volva provare a creare sette Horcrux, che credo tu conosca già, ho stregato quella collana per renderla una delle armi per distruggerli e di conseguenza ucciderlo, nel caso ci fosse riuscito.
È progettata per agire solo quando sei vicina a un Horcrux o quando avverte che sei in suo pericolo.
Quando sei nata, ha trasferito involontariamente una piccolissima parte dei suoi poteri in te.
È per questo che quando provi rabbia i tuoi occhi diventano rossi.
Tu sei l'arma finale, sei il tassello che lo sconfiggerà del tutto."
"T-tu non mi hai dato scelta mamma!" Balbettai con gli occhi che iniziarono a offuscarmi la vista.
"Io non potevo sapere se fosse riuscito a spezzare la sua anima.
Ho fatto tutto nell'evenienza."
"Quindi per te sono solo questo?
La portatrice di un'arma, costretta a salvare tutti nell'evenienza?! Dio potrei morire in qualsiasi momento se lo scoprisse e la colpa sarebbe solo tua! Come hai potuto mettermi in un pericolo del genere, io, la tua unica figlia. Non mi ami?"
"Certo che ti amo..."
Non la feci continuare perché mi precipitai fuori, asciugandomi le lacrime incontrollate.
Andai in salotto e accesi il camino, anche se ormai era estate, ma stavo congelando.
Non sapevo cosa pensare.
"Qualsiasi cosa tu voglia dire, risparmiatela, ho bisogno di stare da sola." Dissi quando Draco si sedette a terra a fianco a me, di fronte al camino.
"Volevo ringraziarti per aver difeso me e mia madre prima."
"Ok, puoi andartene adesso." Dissi dopo un po' siccome non sembrava intenzionato a farlo.
"Se mi odi così tanto perché lo hai fatto?"
"Nessuno dovrebbe permettersi di trattare la propria famiglia così, neanche quando il figlio è un cretino totale." Dissi tirando su col naso e scoppiando a singhiozzare.
"Se io ti dico un segreto, tu mi dirai cosa ti è successo?"
Alzai il viso bagnato dalle mie ginocchia e dopo aver studiato ogni parte del suo viso gli risposi:
"Io non mi confiderò con te."
"Puoi fingere quanto vuoi, ma sappiamo entrambi il vero motivo per cui mi hai difeso."
"E quale sarebbe? Sentiamo."
"Tieni ancora a me."
"Ma per favore, sei la persona più spregevole ed egoista che conosca dopo tuo padre."
"Come pensavo...allora, ieri sera mi sono bevuto tutta la bottiglia ed ero talmente ubriaco da quasi non reggermi in piedi.
Non ricordo niente a parte il vaso rotto e la tortura da parte di mio padre."
"Perché hai mentito?" Chiesi tirandogli una sberla sulla spalla.
"Perché avrei solo peggiorato la situazione. Ora, tu che mi dici?"
"È tutta colpa di questa stupida collana!" Dissi prendendola con rabbia e strappandola di nuovo per poi lanciarla tra le fiamme. Stranamente non tornò indietro, ma scomparve.
Per tutto questo tempo la soluzione per liberarmene era quella di buttarla nel fuoco?!
Rimasi sconvolta e mi toccai più volte il collo per capire se stavo sognando, o se era successo davvero.
"Com'è possibile...?"
"I-io non lo so...ma prima mia madre mi ha detto che aveva stregato la collana quando Voldemort le aveva confidato che voleva provare a creare degli Horcrux, facendola diventare una delle armi per distruggerli, nel caso in cui ci fosse riuscito.
Per Merlino è stata la cosa più stupida che potessi fare!" Dissi realizzando coprendomi il viso con le mani.
Draco cautamente cercò di togliermele, ma appena sentì il contatto con la sua pelle mi scansai subito.
"Scusami." Disse abbassando lo sguardo.
"Che cos'è un Horcrux?" Chiese dopo un po'.
"Un Horcrux è un oggetto in cui un Mago Oscuro ha nascosto un frammento della propria anima al fine di raggiungere l'immortalità. La sua creazione è considerata la forma più orribile di magia, della peggior specie di malvagità, poiché viola le leggi della natura e della morale, e richiede un atto terribile come l'assassinio per essere realizzato.
Voldemort è l'unico mago noto ad averne creato più di uno. Ma se si distruggessero tutti si distruggerebbe anche lui, per sempre."
"Wow e sai già di che oggetti si trattano?"
"Non te lo dirò, non quando potresti farmi uccidere spifferando tutto agli altri mangiamorte, solo per riscattare il nome della tua famiglia."
"Abbiamo già parlato di questo discorso..."
"Ed è avvenuto prima che tu diventassi come loro."
"Ma io non sono come loro e se tu mi lasciassi spiegare una buona volta lo capiresti."
Rimasi a fissare il fuoco per un tempo infinito senza dire niente.
Non ero pronta ad ascoltare anche quella verità, o forse non volevo esserlo.
"Per favore..."
Girai finalmente il volto nella sua direzione, ma non dissi ancora nulla.
"Eri meno testarda quando eri piccola."
"Eri meno idiota quando eri piccolo."
"Sai che non è vero."
"Io invece credo proprio di sì."
"Mi ha sempre fatto impazzire il fatto che tu sia sempre stata l'unica a riuscire a tenermi testa."
"È un complimento?"
"Assolutamente."
"A me ha sempre fatto impazzire quanto tu fossi forte. Sopportavi cose orribili, ma non davi il permesso a nessuno di saperlo, tranne che a me e questa cosa mi faceva sentire speciale."
"È brutto che parliamo al passato, non trovi?"
"Hai fatto tutto tu."
"Ci risiamo..."
"No davvero, con Pansy?! La ragazza che odiavo di più in tutta la scuola?...Ah ma scommetto che lo hai fatto apposta così che io potessi dimenticarti più in fretta."
"Sì esatto."
"Ci sei mai andato a letto?"
"Cos?! NO! Certo che no, che...oddio non farmici neanche pensare!"
"Lei raccontava a tutti delle vostre nottate di fuoco."
"Ti giuro sulla mia vita che non ci sono mai andato a letto."
"Buon per te." Mi alzai, perché sapevo che se fossi rimasta anche un solo secondo in più lì con lui avrei finito per perdonarlo.
Mi conoscevo.

-It's simply complicated-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora