50. L'universo tranne noi

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𝐌𝐢𝐚

Mi era sempre piaciuto il mare. Alla domanda se preferissi il mare o la montagna, rispondevo sempre il mare.
Mi attirava, come un bambino è attratto dalle caramelle. Non ho mai capito il mio strano amore per il mare, ma era curioso. Curioso e bello.
Era infinito, era immenso, era profondo, era oscuro. Era tutte queste cose ai miei occhi, lo è sempre stato. Non potevi vedere dove finiva, non potevi sapere quanto era profondo, non potevi sapere cosa si celava nei suoi fondali, non potevi capire umanamente quanto fosse immenso.
Il mare per me era sempre stato fonte di insicurezza, oltre che di maestosità, e l'insicurezza nella mia vita non era mai mancata.
Mia madre mi aveva abbandonata, ero sola con mio padre a vivere questa vita contorta.
Ma nonostante tutto, il mare restava bello.
Nonostante l'insicurezza all'interno della mia vita,  essa restava bella comunque.

E dovrebbe essere sempre così, nonostante tutte le cose negative che la vita può portarti, tutte le difficoltà che ti mette davanti, tutte le atrocità che può contenere, tutta la sofferenza che può racchiudere, la vita resta bella. Non altri aggettivi, solo bella.
Quindi, quando vidi che  la mia migliore amica avesse gli occhi  blu come il  mare, restai contenta. Non perché avesse gli occhi blu in , ma perché quel colore era sempre all'interno  della mia vita.
Il mare blu mi affascinava nonostante il suo essere sconosciuto e in un certo senso mi metteva anche angoscia, ma gli occhi di Blair no.
Blair c'è stata fin da subito, mi ha aiutata sempre a sentirmi meno sola, facevamo tutto insieme. Il blu dei suoi occhi mi ha sempre accompagnata, nonostante mi ricordassero il blu del mare angoscioso ma bellissimo. Blair, se fosse stata un colore ,sarebbe stata il blu. Bellissima, ma non angosciosa, anzi. Mi ha trasmesso sicurezza, quella piccola parte di sicurezza che mi mancava e che mio padre non era riuscito a colmare. Se ci fosse stata lei, avrei superato meglio tutte le incomprensioni con mia madre, questo lo so.
Ma quel blu che amavo tanto non lo vidi più.
Lei non c'era più.

"Di quali occhi parli?" mi dice non capendo.
Io lo guardo, e non riesco a fare altro che accarezzare la sua guancia e guardare i suoi occhi bellissimi.
Mai avrei pensato che il giorno che Damon mi avesse mostrato i suoi occhi  sarebbe stata notte fonda, quasi all'alba, in un autogrill desolato, dopo una lite.
Ma lui mi ha sorpreso ancora una volta, e in questo momento quel senso di vuoto si era fatto più grande di prima guardando il colore dei suoi occhi, guardando i suoi occhi.
"Come è possibile?" sussurro in preda al pianto.
"Hai i suoi occhi, tu..hai i suoi occhi. Non ci posso credere." Dalla mia bocca non esce altro.
Damon  mi afferra un polso e mi abbraccia.

"Spiegami Mia, ti prego."
Mi stacco dall'abbraccio, come se mi fossi scottata, ora che lo vedo così bene, ora che lo vedo con i suoi veri occhi qualcosa dentro di me si è fatto più  grande, ma cosa non saprei proprio dirlo.
"I tuoi occhi sono blu, blu come quelli di Blair." Scuoto la testa veloce, mentre le lacrime scendono, forse vedo male. Forse è troppo buio.

Stupida Mia,accetta la realtà. Ha gli occhi di Blair, ammettilo.
"No,no" sussurro più a  me mentre lui non proferisce  parola, ha lo sguardo perso adesso.
"Anche lei si chiamava Blair." mi dice a tono alto avvicinandosi. Non capisco.
"Mia sorella si chiamava Blair, ha avuto un incidente d'aereo per raggiungermi a Seattle. La tua migliore amica era mia sorella, cazzo!" dà un calcio alla macchina.

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora