29. Un sospiro di sollievo

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𝐌𝐢𝐚

Non avreste dovuto vestirvi in quel modo, avete provocato i loro ormoni.
Vi è sembrato decente l'orario per recarsi ad una festa?
Non vi sembra che ve la siete cercata un po' signorinelle?
Parleremo con questi ragazzi.

Sono queste le frasi che ci ha rivolto un agente della polizia un'ora fa. Le parole di un agente maschio, tipicamente maschilista e fuori di testa.

Dopo aver parlato con la rettrice Ross, lei mi ha spiegato la situazione. Non avrebbe potuto fare niente,nonostante diriga il college. Per quanto avrebbe voluto, i genitori di Jason e Paul sono coloro che mantengono economicamente in vita questo college e la signora Ross si trova manipolata da queste due famiglie imponenti, senza poter fare niente.

Di conseguenza tutti i loro amici si ritrovano protetti da una cupola di cristallo invisibile. In modo ingiusto ovviamente.
Per questo motivo mi ritrovo in centrale in compagnia di Caroline, mi ha consigliato che non avrebbe lasciato al caso questa situazione, avremmo agito avvertendo comunque le forze dell'ordine.

Nonostante conosca quella donna solo da poche ore, si è impegnata in questa lotta che prospetto non sarà lasciata al caso. Mi ha accompagnata e ha cercato di rassicurarmi che farà di tutto affinché non accadano situazioni del genere ancora una volta, a costo di farsi cacciare.

Ha dimostrato senso di giustizia, buona volontà e impegno per una studentessa, nonostante non sappia niente di quelle donna.

Ma recarsi in centrale non si è rivelato un grande colpo, dal momento che quell'agente sembra non avesse intenzione di intervenire come si deve.
Come se fosse una scusa plausibile, ha addossato quasi tutte le colpe a me e Mora, criticando i nostri comportamenti.
Perché se una ragazza viene violentata e drogata, viene messa in fin di vita da un gruppo di ragazzi completamenti fatti, la colpa è della ragazza che aveva un vestito e non dei jeans, che era uscita con un'amica per divertirsi.

È veramente questa la realtà che viviamo?
Cosa ci fanno dei poliziotti in centrale se hanno una mentalità così sbagliata?

Scioccata da ciò avevo sentito, mi sono recata in ospedale da Mora con l'umore a terra e i dolori della sera prima.
Ora sono accanto al suo letto, aspettando che si svegli. I medici hanno detto che è fuori pericolo, anche se ha rischiato grosso.

I miei pensieri ancora una volta rivolti a quei maledetti ragazzi, vengono bloccati quando i grandi occhi verdi di Mora si aprono lentamente, rivelando la sua confusione e la sua paura.

"Ehi" sussurro dolcemente.
Lei mi guarda intimorita, poi i suoi occhi si riempiono di lacrime.
"Shh, non piangere" mi avvicino per abbracciarla.
Guarda i miei lividi e stringe forte le mie mani. Capisco che ricorda tutto, che è spaventata. Quella paura che leggo nei suoi occhi l'ho provata per tutta la notte, la paura delle mani di altri sul tuo corpo contro la tua volontà. La paura di camminare da sola anche alla luce del giorno, che qualcuno ti prenda all'improvviso e tu non possa fare niente. La paura che adesso tutte le notti avrai la stessa tensione, la paura stessa di non riuscire a dormire.

E la paura uccide i sogni.

_____________

Mi butto sul letto sfinita. Sono stata due ore da Mora, siamo state in silenzio, abbracciate. Abbiamo pianto insieme, abbiamo parlato a basso voce per chissà quale strano assurdo motivo.
Siamo segnate dal dolore, un dolore che ha intensificato il nostro rapporto.
Lei è messa peggio di me fisicamente, un overdose, schiaffi e violentata. Perché si, Jason è riuscito ad abusare del suo corpo dopo che ha perso i sensi, schifoso.

Non abbiamo parlato dei dettagli, non c'era alcun bisogno di autoinfliggerci altro dolore ricordando i minimi particolari.
L'ho lasciata che si era appisolata, dato che dovrà ancora stare sotto osservazione in ospedale.

Io ora vorrei riposare, ma lo scatto della porta che si apre bruscamente mi fa saltare due metri.
Shelley appare rossa in viso, i capelli scompigliati e gli occhi lucidi. Dietro di lei vedo Connor e Damon, che mi guarda serio.

"Mia.." mormora Shelley. Ha saputo.
"Perché non mi hai chiamato!? Mio dio..cosa ti hanno fatto.." piange di fronte a me, accarezzando i miei lividi e mi abbraccia forte, così forte da provocarmi un lieve dolore ma non mi lamento, è troppo distrutta dal vedermi così.
Connor mi guarda teso ma coi pugni chiusi per la rabbia, mentre Damon ha gli occhi stanchi, gonfi..cosi tanto che il rosso sembra il suo colore naturale.

Shelley non mi molla, come se potessi scomparire da un momento all'altro e nella mia mente ringrazio Damon per aver raccontato loro tutto, non sarei riuscita a spiegare tutto alla mia migliore amica senza crollare, avrebbe risvegliato in me sintomi che odio.

"Shelley, adesso va meglio.. sono qui.." mormoro.
"Bastardi! Come hanno potuto farti questo. Ma non la passeranno liscia, a costo che vada io da loro e.."

"Smettila. Nessuno andrà da nessuno. Sono dei mostri che non si farebbero scrupoli a fare ancora le stesse porcherie ad una ragazza.." dico dura.
La mia migliore amica si ammutolisce, ma le sue lacrime continuano a scendere copiose.
"Mi dispiace.." dice "sarei dovuta venire con te.."
"Cosi avrebbero fatto del male anche a te Shel?" la interrompo. "Ho già perso una delle mie migliori amiche, se fosse successo qualcosa anche a te non so dove sarei finita" dico con il tono freddo, ma dentro di me sto urlando. Urlando una richiesta d'aiuto che forse non voglio che venga sentita completamente, perché non capirebbero.

"Per qualsiasi cosa chiamami immediatamente. Vado a trovare Mora" mi accarezza la schiena e mi lascia un bacio sulla guancia. Anche Connor, prima di andare mi lascia un abbraccio.
"Non esitare a chiamare."
Sorrido alle sue parole e rimango sola in stanza con Damon.

"Ho saputo di oggi, con la rettrice."
"Un vero schifo,no? sorrido amara.

Come si può? Come?
"Non finirà così Mia, la pagheranno" cerca di convincermi.
"Lo spero Damon. Continuate tutti a dirlo, ma mi sto rendendo conto che in alto ci sono persone sempre peggiori e che in un modo o nell'altro la faranno franca.." dico.

Lui sta in silenzio, parte dei miei pensieri sono anche i suoi, lo so per certo. Ma so anche che non si arrenderà.
Viene ad abbracciarmi e io appoggio la testa sul suo petto. Finalmente tranquilla.

Avevo bisogno di lui per tirare un sospiro di sollievo. Solo un secondo e poi tornerò alla merda che mi circonda.

In realtà questa sera accade un'altra cosa che mi fa tirare un sospiro di sollievo per un secondo, dimenticando tutto.
Lo squillo del mio cellulare.
La sua voce emozionata nel sentirmi rispondere.
"Ciao papà. "

_____________

Giustificazioni che non tengono ma che appartengono alla nostra realtà quotidiana.
Vi dico solo che Mia non si arrenderà così facilmente, ma vi saranno tanti bassi.
Un sospiro di sollievo nelle braccia di Damon.
Un sospiro di sollievo nel sentire dopo tanto tempo la voce del padre.
Basterà per ritrovare la pace e la forza per affrontare tutto quello che sta accadendo?
A presto. Barbara.

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora