32. Nessun altro posto se non qui con lui

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𝐌𝐢𝐚

Orgoglio.
Orgoglio.
Orgoglio.
L'unica parola che risuona nella mia mente quando non riesco ad accettare di aver sbagliato.
Tutti siamo un po' orgogliosi, chi più, chi meno, chi troppo.

Io penso di far parte della categoria 'troppo'. Ma essere orgogliosi è un po' come una protezione, non sempre è facile mettere un discussione tutto ciò che si afferma, anzi, è difficile e non poco.

Ma l'orgoglio è pericoloso. Porta all'allontanamento dalle persone vicine a te, porta alla rabbia.
Porta via ogni briciolo di pace, se non si sa come metterlo da parte.

Ed è quello che sto facendo io adesso.
Con tutte le mie forze sto cercando di mettere da parte il mio inesauribile orgoglio, per ammettere davanti al ragazzo che mi piace che ho sbagliato, ho esagerato. Lui tante volte ha saputo metterlo da parte per me, perché non dovrei farlo io?

Nella mia vita non ho mai avuto problemi a mettere da parte me stessa, per dare beneficio agli altri.
L'ho fatto per Blair, l'ho fatto per mio padre, l'ho fatto per Shelley..ma ammettere di aver esagerato solo perché sono enormemente presa da un ragazzo non l'ho mai fatto. E penso sia anche questo a frenarmi, una cosa del tutto nuova.

Busso alla porta di Damon e aspetto. I secondi più lunghi della mia vita, dopo quelli che ho aspettato al telefono io giorno in cui mi hanno detto che Blair aveva avuto un incidente.

Ad aprirmi è Connor, che mi guarda curioso, come se non si aspettasse di trovarmi qui.
"Damon non c'è." dice subito. È così evidente che sia venuta per lui?
"E sai dirmi dove si trova adesso?'

Nega con la testa.
"Pensavo fosse con te."

"Piccola discussione.. " dico sbrigativa.
Accidenti. Penso invece.

Dietro le spalle di Connor appare Shelley, visibilmente sorridente.
"Mia!"
"Ho..interrotto qualcosa?" dico imbarazzata ma anche furba.
"Smettila! No! Però sarei felice se tu andassi in camera.." mi fa la linguaccia.

Forse sono arrivata giusto in tempo per non interrompere nulla.
Ridacchio.
"Va bene, buon divertimento. "

Lascio il dormitorio dei ragazzi e cammino per arrivare al mio.
Damon non era in camera. E il pensiero che sia con un'altra ragazza mi attanaglia lo stomaco, la mente. Magari se sia proprio con la ragazza in questione, Victoria.
Ma non voglio pensare di non potermi fidare di Damon, perché mi ha sempre dimostrato finora il contrario.

Magari si sarà incazzato così tanto da essere andato a sfogarsi su un sacco da box. Non me ne sorprenderei, anche se in effetti quasi alle dieci di sera mi sembra un po' insolito che la palestra sia aperta. Potrei provare ad andare lì, dopotutto è vicino il mio dormitorio.

Cammino spedita ma appena arrivo, come immaginavo, la grande porta verde muschio è chiusa, bloccata. Damon non può essere dentro.

Non è in camera.
Non può essere in palestra.
Tutti gli altri luoghi sono chiusi.
Dove potrà mai essere se non con una ragazza a dimostrarmi che non ha bisogno di me?

Con l'umore a terra giungo alla mia camera e apro la porta.

Le luci sono spente, così prima che mi possa rompere le ossa del collo con le cose che Shelley lascia a terra, accendo le luci e lo vedo.

Il suo look completamente nero è in contrasto con il lilla del poof su cui è adagiato. La testa che gli penzola e un'espressione tranquilla nel volto rilassato dal sonno.

Mi aspettava qui. Nessuna ragazza. Aspettava me.
E si è pure addormentato.

Faccio con cautela, il minimo rumore possibile. Mi avvicino e lo guardo.
"Scusami" sussurro mentre accarezzo una delle ciocche dei suoi capelli neri e scuri.
"Pensavo non ce l'avresti fatta.." ghigna aprendo mezzo occhio.

Divento rossa in viso e mi ricompongo imbarazzata. "Sei uno stronzo, pensavo dormissi davvero.."
"Beh era cosi finché non ho sentito le chiavi nella serratura.."

Sto in silenzio dopo le sue parole. Era più facile se teneva gli occhi chiusi uffa.
"Stavi dicendo qualcosa prima?" mi guarda furbo, contento di questa situazione forse, che mi mette terribilmente a disagio.

Mi sdraio supina e guardo il soffitto bianco.
"Ti ho chiesto scusa" rompo il silenzio che si era nuovamente creato. "Ho esagerato, non avrei dovuto arrabbiarmi, il passato è passato dopotutto..è stata una reazione del momento. Ed io non sono ancora brava a gestirle queste reazioni che purtroppo o per fortuna fanno parte di me e della persona che sono stata fino a qualche mese fa.." spiego mentre sento il suo sguardo, nascosto dalle lentine, bruciarmi addosso.

Sento che si alza e sia avvicina al letto e si sdraia anch'egli supino. Mi afferra la mano e la stringe.
"Sto imparando a conoscerti. E non ce l'ho realmente con te, ma perché Victoria? Se fosse stato un altro nome avresti reagito comunque così?" mi domanda curioso, nessun rancore nella voce.

"Probabile. Come probabile di no. Ma non lo so, quella ragazza sembra sapere così tanto su di te.."
"Sa tanto su tutti, o comunque è quello che crede lei.." mi interrompe.

I miei occhi adesso guardano il profilo del suo volto. Rilassato, tranquillo, bellissimo. Qui con me.
"Siete stati tanto insieme?" gli chiedo curiosa, non arrabbiata.
"In realtà no, non ho mai provato niente per lei, siamo stati solo a letto insieme il terzo anno di liceo. Proviene da dove vengo io, dalla mia stessa scuola e chissà come ci siamo ritrovati nella stessa università. Una bella ragazza, ma nessuna relazione speciale.." mi spiega chiaro e limpido.

Sapere che non è stata una ragazza importante per lui mi solleva. Anche se a me resta comunque antipatica.
"Landon."
"Cosa?" chiede non capendo.
"Landon" ripeto senza nessuna emozione.

"Chi è?"
"La mia prima volta."
Silenzio. "Lo amavi?" mi domanda poi.
"Credevo, anzi. Sapevo nel mio profondo animo che non era ancora amore, ma tutto l'interesse che credevo fosse diventato una briciola d'amore svanì dopo che lo trovai a letto con un'altra." Se ci penso adesso rido.

"Capii che non l'amavo quando riuscii a sbraitargli in faccia che doveva vergognarsi ad aver trattato una ragazza in questo modo, non soffrii più di tanto, più che altro mi fece male essere stata sciocca a non capire che stava giocando con me..però sai aveva giocato otto mesi con me.." rido amara.

"La gente è brava a giocare con i sentimenti delle altre persone, con il loro tempo" aggiungo.
Mi stringe la mano.
"Doveva essere proprio un coglione questo Larry" dice schietto Damon.
"Landon!" lo correggo ridendo.
"Fa lo stesso, sempre un coglione. Non aveva capito che ragazza aveva accanto, ma io l'ho capito invece sai.." si fa serio ma con uno sguardo che mai gli avevo visto prima.
"Sei una ragazza meravigliosa che merita tanto di quel bene da diventare oro.." mi guarda anche lui adesso.

Sorrido. " E tu sei tutto da scoprire.." dico sincera.
Mi guarda come io guardo lui. Non vorrei essere in nessun altro posto se non qui con lui, ecco. Nessun altro posto. Nessun disagio, nessun rancore sepolto, nessuna rabbia, nessun pianto o singhiozzo da soffocare.

Solo i miei occhi e i suoi occhi velati dalle lentine che si intrecciano. Ed a intrecciarsi un attimo dopo sono le nostre labbra in un bacio che ci era mancato da troppo tempo, forse.

Il bacio che racchiude tutto ciò che sta esplodendo dentro di noi, insieme. Il nostro bacio completo di sentimenti, passione, complicità.

"Non ho mai provato per nessun'altra ragazza quello che provo per te, nemmeno per quella dannata Victoria!" dice nel momento in cui si stacca, ancora vicino alle mie labbra.

Sorrido senza dire una parola. Il cuore potrebbe esplodermi.
Il nostro momento viene interrotto però, qualcuno bussa alla porta.
"Devi per forza aprire?" mi sussurra.
"Magari no" accetto la sua mezza proposta.
Ma il bussare continua incessante, chi sarà mai alle dieci e mezzo di sera? Forse Shelley ha dimenticato le chiavi.

Sbuffo e mi alzo. Ma quando apro la porta, il cuore potrebbe esplodermi per la seconda volta, ma non di felicità stavolta.

Damon sul mio letto.
Lui davanti a me che mi fissa, aspettandosi qualcosa. Un triangolo perfetto, formatosi prima del previsto.
"Papà, che sorpresa!"

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora