4. Sola e in silenzio

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Mia

È passata una settimana. Una settimana dal mio arrivo all'università.  Una settimana che non vedo mio padre,lo sento solo per telefono.
Una settimana che sono la nuova coinquilina di Shelley.
Una settimana che non vedo Demon,se non per i corridoi o al corso di arte.
Una settimana da quella maledetta chiamata.

Perché si,quel giorno,quel pomeriggio,quella stramaledetta chiamata mi ha fatto riflettere tutto il tempo,tutti i giorni,tutte le ore.

Flashback

"Pronto? Mia? Mia sei tu?"la voce che ormai non sentivo da tempo suona alle mie orecchie come una voce che non dovrei ascoltare. Non dovrei stare a sentire. Per me stessa,per mio padre.

"Sicura di non aver sbagliato numero? Hai chiamato tua figlia,ovviamente solo perché esiste carta scritta" rispondo immediatamente con un tono più che derisorio,mettendo in chiaro che se non fosse perché  è scritto che sia imparentata con lei,io non sarei sua figlia. Né di vista né di fatto.

"Vedo che hai già tirato fuori le grinfie.. "
"Dimmi solamente cosa vuoi? L'ultima volta,quando mi hai praticamente cacciato via dalla tua villa, mi avevi detto che non volevi avere a che fare con me.."
"Si ma.."

"Non mi interrompere!" la blocco iniziando ad agitarmi seriamente. " Io ti ho risposto a tono! E ti ho detto di non farti sentire,di non farti vedere..né da me né da mio padre. Cosa non ti è chiaro Jacly? " il mio tono duro e sento il suo respiro cambiare dopo aver senitio che non ho detto 'mamma'. 

Sbatto velocemente il piede a terra e spero che finisca in fretta perché sono di fronte alla classe del corso di arte e non poteva ovviamente decidere momento peggiore per chiamare.

"Mia,non essere così dura..Io voglio solo chiederti scusa.."
"Non essere così dura? NON ESSERE COSÌ DURA!?
Tu ti rendi conto di cosa hai fatto? Okay si mi hai lasciato quando ero poco più di una neonata..E va bene, avevi problemi con la tua famiglia,con i nonni perché non accettavano papà e porca miseria saranno pure cazzi tuoi.." dico cercando di non urlare per non sembrare una pazza.

"Ma poi,poi io ti ho cercato. E tu,tu vivevi in una bellissima villa con tanto di piscina..e mi hai cacciato. Mi hai cacciato nel peggiore dei modi in cui una madre può cacciare sua figlia.. quindi non venire a chiedermi scusa..Non farlo. Perché non ti perdonerò. Non lo farò. Per colpa tua ho perso tanto,più di quanto avrei voluto..solo per aver regalato il tempo a qualcuno che non lo meritava."

Sento le vene pulsarmi e ormai tutti stanno gli alunni stanno entrando in aula.
"Mia ti prego..fammi spiegare.."la sua voce  si è fatta flebile, ma no. Sarò una bastarda.

"Non cercarmi."chiudo la chiamata e mi sento estremamente rossa in viso. Rossa come gli occhi della persona che in questo momento mi sta osservando. Rossa come gli occhi di Demon.

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora