Il ragazzo dagli occhi di fuoco

42. Caro cuore mio

𝐃𝐚𝐦𝐨𝐧

Diversamente da come si possa pensare, durante la mia vita non sono mai stato un tipo istintivo. Una persona che faceva tutto ciò che gli passava per la testa, una persona di "pancia". No.
Non ero mai il ragazzo del gruppo che prendeva decisioni su due piedi. Tutte le mie mosse erano studiate, ragionate.
Tutte le decisioni che ho preso erano passate prima dalla mia mente e valutate con cura, anche se alla fine avrei potuto sbagliare comunque.

Ero il tipico ragazzo che rispondeva "testa" alla domanda testa o cuore?
Ero quel ragazzo che rispondeva "ragione" alla domanda istinto o ragione?
Eppure quel lato di me se n'era andato con la morte di mia sorella. Continuavo ad usare la testa, ma tutto ciò che facevo era dettato da un unico sentimento: la rabbia, il rancore, la tristezza. Tutte le altre emozioni le avevo chiuse in un cassetto.

Non avrei mai usato il cuore. Non sarei mai riuscito a usare l'istinto, la pancia.
Per questo motivo non appena le paroline magiche uscirono dalle mie labbra, non avevo neanche realizzato di averle detto io.
Ma nel momento in cui vidi l'immobilità del viso di Mia, i suoi occhi sgranati, impauriti, sorpresi, capii che quel ti amo veniva da me.

Non so perché l'abbia detto. Mi è venuto spontaneo, guardarla  intensamente e dirle quelle due parole che non ho mai detto a nessuno. Ho agito prima di pensare.
Forse sono stato inopportuno, ma penso che se le abbia dette sono sincere. Io amare Mia? Perché non potrebbe essere? Tutto quello che provo non è forse simbolo d'amore?
La voglia che ho di stare con lei.
La rabbia se qualcuno che non sia io la tocchi.
La preoccupazione nel sapere che sta male.
Allontanarmi da lei, essere un estraneo per lei.
Se penso adesso a tutte queste cose mi viene in mente lei e solo lei. E sarò diventato anche un maledetto sdolcinato, ma il mio cuore batte forte quando sono con lei.
Batte anche senza di lei, certo..ma il mondo acquista un colore diverso se lei è con me. Non vedo tutto rosso di rabbia, rosso come i miei occhi.

Vedo altri mille colori, vedo il suo viso, vedo la sua mano nella mia. Vedo noi due.
E si accidenti, io amo incondizionatamente Mia Tate e me ne sto rendendo conto solo adesso, ma vedere che lei non sa cosa dire mi destabilizza.
Non è pronta? Non ricambia? Ho sbagliato?
La sicurezza di ciò che prova mi porta ad avere dubbi su ciò che prova lei invece.

"Mia?" la richiamo.
"Forse è meglio tornare in dormitorio prima che ricominci a piovere" dice solamente abbassando lo sguardo a terra e allontanandosi da me.
Inizia a percorrere a passi lenti la via verso il campus, aspettando che io la segui.

Davvero Mia? Fai finta di niente? Ignori l'accaduto?
Stringo i pugni dal nervoso e inizio a camminare in silenzio. Ho forse sbagliato io? Sono davvero stato così inopportuno? È stato improvviso anche per me cavolo!
Nonostante tutto, non me lo rimangerei. Lo farei di nuovo..se solo avessi la conferma che anche lei provi lo stesso per me.
Avrei preferito che mi sbraitasse contro, che avesse detto ti amo anche lei, che avrebbe reagito in qualsiasi modo, ma non con l'ignoranza e il silenzio.
Il silenzio che aleggia tra noi adesso insieme alla tensione. Guarda la strada e non dice una parola, non fa un cenno.
Come mi sento io? Non lo so. Cammino accanto a lei, sperando che da un momento all'altro prenda parola e mi dica sei un coglione Damon!  Ma non lo fa. Arriviamo al campus, si gira verso di me e mi dice: "ho da studiare, ci sentiamo.."

Io non le rispondo e lei prima di andare via mi chiede un'ultima cosa. "Ci vediamo domani?" chiede titubante. Timorosa, impaurita negli occhi,  nella voce, nei gesti..paura che io domani non ci sarò per lei.
Ma no, le ho detto di amarla per un motivo. E non posso amarla se non sono con lei. Non riesco a sparire dalla sua vita, non adesso che quelle parole sono uscite dalla mia bocca, dal mio cuore.
"A domani" le dico sorridendo lievemente e con un tono dolce che la fa sorridere di poco e andare via più serena.