36. Siamo sulla strada giusta

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𝐌𝐢𝐚

Il suo sorriso strafottente che aleggia sul suo viso.
Il sorriso di chi è sicuro di essere coperto da una cupola di cristallo, in questo caso costituita dai soldi dei suoi genitori.

Jason è lì, che vuole farla franca ancora una volta.
Come possono i suoi genitori tollerare una cosa del genere? Ci si spinge davvero così infondo per proteggere un figlio? Io non credo. Proteggere un figlio significa non solo "proteggerlo" nel senso letterario, ma far capire cosa è sbagliato e cosa no. Cancellare, ignorare, rimediare ai suoi errori, enormi errori, al posto suo non lo aiuta. Tanto meno rimediare in questo modo.

"Prego, accomodatevi signori Foster" li fa cenno verso le poltrone in pelle Caroline.
"Buongiorno signora Ross, signorine.." si rivolge a noi il signor Foster. Un uomo sulla mezza età elegantemente vestito, capelli brizzolati, barba molto curata. Un elegante uomo d'affari.

"Salve.." sussurro a malapena io.
"Come mai non sono presenti i tutori di queste due ragazze?" incalza la signora Foster invece, piuttosto inviperita. Ha l'aria altezzosa, con la puzza sotto il naso più di suo marito secondo me.
Il suo abito decisamente ed eccessivamente sobrio per una riunione nell'ufficio della rettrice dell'università.

"Potrei chiederle la stessa cosa sugli amici di suo figlio e i loro rispettivi genitori.." sputo arrogante. Mi dispiace mostrarmi così, ma non le permetterò che suo figlio vaghi ancora impunito.

"Come si permette?" alza la voce più del normale.
"Signora Foster, Mia.." mi prega con gli occhi Caroline.
Decido di tenere la bocca chiusa, come fa Mora, che sembra sempre più chiusa a riccio in se stessa, quasi le escono le lacrime.

Deve ringraziare che mio padre non è qui. Che non sappia nulla di questa storia. Troppi problemi ci assillano la mentre e io non più una ragazzina di sedici anni.

I miei vent'anni di età possono decisamente fare la loro parte, se c'è ne sarà davvero bisogno, mio padre sarà sicuramente presente..ma fino ad allora posso cavarmela da sola nel far valere i miei diritti e la mia dignità.

"Allora? Dove sono i genitori di queste due ragazze? Non li hanno? In tal caso sarà un vero peccato.." dice con nonchalance.
Ho promesso a Caroline di testare calma, ma con questa donna è davvero una mission impossible.

"Ma si rende conto del poco tatto che usa? Una donna del suo calibro? È davvero capace di andare così in basso?" sputo furiosa.

Il sorriso derisorio le scompare dal viso.
"Dopo le mostruosità che suo figlio e i suoi amici combinano dovrebbe solo vergognarsi e vestirsi con un po' più di umiltà!" continuo imperterrita.

"Io e miei amici ci divertiamo, semplice!" prende la parola Jason.
"Come ti permetti di parlare cosi di mio figlio?" continua la madre.
"Di quali orrori parli ragazza?" chiede il signor Foster confuso. Che non sappia niente?

"Okay calmiamoci tutti.." interviene Caroline.
"Mia rimettiti al tuo posto" mi intima, ma non riesco proprio a darle ascolto. Sento la vena del collo pulsare, il viso accaldato e le mani che prudono che vorrebbero prendere a ceffoni non solo quel coglione di Jason, ma anche sua madre.

"Orrori dice? La vede questa ragazza accanto a me?" indico Mora che ormai piange. "Suo figlio l'ha privata della sua purezza, della sua dignità, senza il suo consenso!" urlo in faccia ai signori Foster.

A quel punto Mora si è alzata come me e mi tiene le spalle, intimandomi di calmarmi. "Come?" chiede con gli occhi sbarrati il padre.

"Non è assolutamente vero! Quella sgualdrina era consenziente!" ribatte il lurido.
"Non ti azzardare a parlare in questo modo! Tu l'hai ingannata!"

"Basta Mia, fa parlare me adesso.." si alza Caroline sbattendo le mani sulla scrivania.

Mi siedo, trascinata da Mora, sulla poltrona.
Caroline inizia a spiegare meglio la situazione, della mia venuta quella mattina dopo, di Mora in ospedale, la sera della festa. Tutti particolari usciti dalla mia bocca.

Passano mezz'ora ad ascoltare le parole della bellissima rettrice, che, a differenza mia, parla in modo calmo, pacato ma con assoluta fermezza e determinazione.

Il signor Foster sembra davvero essere all'oscuro di tutto, mentre sua moglie cerca in continuazione di replicare.
"È vero ragazza?" chiede cauto il signor Foster a Mora, finito il racconto. Lei intimorita, annuisce.
"Mi ha..violentato.." balbetta continuando a piangere.
"E i suoi amici stavano per riservare il suo stesso trattamento a me, ma al posto della droga hanno usato le mani per stordirmi, dietro un lurido cespuglio.." il mio tono si abbassa, ripercorrendo quei momenti così pesanti.

"Papà! Non vorrai credere a queste due!" interviene il figlio.
Lui sta in silenzio.
"Non hanno prove queste due ragazzine .." dice la vipera.

Quanto odio!
"Il mio ragazzo è testimone!" replico velocemente, senza rendermi conto che involontariamente ho etichettato Damon come il mio ragazzo.
"Abbiamo trovato Mora priva di sensi, mentre Jason si rivestiva.." dico stringendo la mano della mia amica.

"E mio figlio? È stato picchiato!"
"È stato il minimo mi creda.." sussurro alla signora Foster.

"Quindi è vero Susan?" si alza di scatto il marito.
"Fabian..io..è nostro figlio!" dice solamente.

Il signor Foster è letteralmente allibito. "Questo non significa crescerlo come un mostro!"

"Ma papà...'
"Sta zitto tu!" sbraita contro il figlio.
"Le ragazze vogliono rivolgersi alla polizia ovviamente ed io le appoggio, non tollero queste atrocità nella mio college. E mi importa poco delle conseguenze economiche che si ripercuoteranno sull'istituto!" afferma determinata Caroline.
"E parliamo di un giudice, magistrati, non i vostri poliziotti da quattro soldi corrotti.." dice Mora, aprendo bocca per la seconda volta, più decisa e ferma di prima.

Abbi coraggio amica mia! Ce la faremo!
"Corruzione? Ma cosa.." Fabian si prende la testa con le mani e poi va via, disperato, furioso. Un misto di emozioni dipingono il suo viso.

"Aspetta Fabian.." la moglie lo insegue e Jason con lei.
"Avete idea di cosa avete fatto?" dice prima di andare via.
"Hai idea di cosa hai fatto tu, mostro?" interviene Mora, con disprezzo.

Lui va via, dietro il padre, mentre noi tiriamo in sospiro che comprimeva il petto di tutte noi.
"Siamo sulla buona strada ragazze, ce la faremo, non solo per voi due, ma per tutte le ragazze!" ci dice Caroline fiera, rilassandosi sulla sua poltrona finalmente.

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"Non so come ringraziarti Mia" mi confessa Mora, appena ci ritroviamo all'aperto, in mezzo al campus.

Ormai il sole è calato. Con Caroline abbiano parlato del fatto che questa situazione non è finita, in quanto Damon sicuramente dovrà dare testimonianza di ciò che è successo e che ha visto.

In più dovremmo parlare con un giudice sia io che Mora, e parlando sinceramente, non penso che la madre di Jason starà ferma in un angolo. Chi penso mi sorprenderà sarà il signor Fabian..sembra così diverso da suo figlio e sua moglie.

"Stai scherzando Mora? Questo incubo è il nostro, lo abbiamo vissuto insieme ..non ti avrei mai lasciata sola.." le confesso abbracciandola.
"Sei una persona fantastica."

Sorrido, realizzando ancora una volta che sia l'unica con cui abbia legato in questo luogo, escludendo Shelley ovviamente.

"E così Damon è il tuo ragazzo?" chiede furba.
Quasi mi ero dimenticata della mia affermazione involontaria.
"È stato puro istinto. L'ho detto senza volerlo, tra me e Damon non è chiaro cosa ci sia, sicuramente non solo amicizia.." ammetto sospirando.

Vorrei giungere ad una conclusione anche qua. O ad un inizio in questo caso.
"Che andate pazzi l'uno per l'altra è chiaro mi pare ovvio" afferma la ragazza al mio fianco.

"Vuoi venire da me?" mi chiede. Da te e Victoria?
Penso immediatamente.
"No Shelley mi aspetta in camera, abbiamo passato poco tempo insieme ultimamente." Rispondo con una mezza verità. Non mi va che pensi che non vada là per la sua coinquilina, anche se in effetti è proprio così.

"Ehi ragazze!" ci richiama una voce. Una voce che conosco perfettamente.
"Damon, cosa fai qui?"

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora