19. Tutto a rotoli

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𝐌𝐢𝐚

Quante volte avete risposto ad un 'come stai' sinceramente? E non intendo un 'come stai' detto da qualcuno che non vedi da tanto tempo e quindi domanda e risposta sono di cortesia, di rito.

Mi riferisco al 'come stai' di una persona che vedete tutti i giorni, che vi conosce da tanto tempo e sa come siete fatti. Una persona a cui riferite tutto, vi confidate e vi fidate.

La risposta alla mia domanda sembra ovvia in questo caso: è una persona di cui mi fido, perché non dovrei dirle sinceramente come sto?

Infatti la maggior parte delle volte è così, si è sinceri del proprio stato d'animo solo con la persona di cui vi fidate.
Anche per me è così.
Ma non stavolta.

Stavolta nel momento in cui Shelley mi ha chiesto in chiamata come stessi, ho dovuto aspettare 5 secondi per non far trasparire niente attraverso la mia voce e dire:"sto bene, tranquilla."

Intuirete che non è stata la verità. Purtroppo ho avuto uno di quei momenti, come tutti, dove ho mentito anche alla persona di cui mi fido e con cui posso essere sincera.

Ma capita, già. Capita quel momento in cui non ti va di dire "non va bene" e quindi lamentarti e confidarti di conseguenza. Vuoi semplicemente stare sola, senza che nessuno dica la sua perché magari non capirebbe la situazione, magari vuoi tu stessa fingere che vada tutto bene e non vuoi che gli altri ti guardino con compassione e dire "andrà meglio."

Perché sai che non andrà meglio. Non subito.
Passerà del tempo. E perché passarlo facendo stare male anche un'altra persona che tiene a te?
Non sempre si ha quella voglia di un abbraccio. Non sempre si viene capiti. Non sempre si vuole subito una spiegazione. Ci stai troppo male per metterti a ragionare.

E allora stai in silenzio. Sola. Facendo finta che tutto vada bene perché non vuoi che gli altri ti guardino e ti sorridano come se stessero passando anche loro la stessa situazione.
Puoi essere aiutato si, ma se non decidi tu di stare bene con te stesso è inutile.

Quindi cerchi in tutti i modi di distrarti, far finta di niente e poi quando sei sola ti sfoghi, pensi, reagisci. Prima con te stessa, poi col mondo esterno.

Ma è così difficile mentire ad una persona che ti conosce bene.
Shelley mi ha creduta, o meglio, ha fatto finta di credermi.
Quindi mi ritrovo sola seduta su questa fontana in mezzo al campus alle undici e mezzo di sera. Quasi deserto. Domani è lunedì, quindi i ragazzi vanno via presto per non essere in ritardo domani.

Solo a me non importa. È ormai da una settimana che vado avanti così. Mi alzo, studio per distrarmi, pranzo, mi rimetto a studiare, vado a fare un giro fino a notte fonda, torno al dormitorio e la mattina sveglia alle 7. Le mie occhiaie sono ormai visibili lontano un chilometro.

Shelley è preoccupata. Mora non la vedo da quella mattina e Damon.. beh a lui non rivolgo parola da quello stesso giorno. Il giorno in cui sono andata da mio padre e il mio stato d'animo è caduto giù, precipitato.

Flashback

Arrivo davanti la porta della camera di mio padre. Tipico di mio padre alloggiare in uno di questi hotel a cinque stelle, mi soprendo anzi che non abbia affittato un piccolo appartamento come suo solito se ha intenzione di rimanere qui un bel po'.

Busso  e non sento nessuno rispondere. Che sia uscito? Non penso, credo che sapeva che sarei venuta , mi sembrava ovvio. Non l'avrei lasciato andare via senza parlargli , specie dopo aver fatto tutta questa strada per me. Forse però non  immaginava  sarei venuta la mattina, d'altronde avrei dovuto avere lezione ma è stata rimandata.

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora