3.Solo curiosità

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Mia

Ancora lui. Non capivo perché Demon fosse ancora davanti a me. Insomma non abbiamo proprio avuto un ottimo primo incontro. Anzi,ci siamo mostrati il nostro lato più acido,più brusco..sempre che lui abbia un lato buono.

Stai esagerando. Non lo conosci e non puoi di  certo sapere com'è realmente.

La mia me  interiore interviene facendomi ragionare. Forse lo sto giudicando più di quanto dovrei davvero.

"Cosa fai tu qui..ancora?"domando cercando di essere meno acida possibile.
"So che ti serve una mano con le valige" i suoi occhi rossi mi scrutano come se dovessero analizzarmi e sono davvero brillanti alla luce del sole. Hanno quel pizzico di fascino e di mistero che ti porta a fissarli più del dovuto.
Mettono così in soggezione.

"No,posso..posso fare da sola" ad un tratto mi sento messa a nudo dai suoi occhi e dalla sua bocca che sembra voglia trasformarsi in un ghigno. Infatti non tarda ad arrivare.
"Non c'è bisogno di fare l'orgogliosa. Ti aiuto e poi non mi vedrai più.." dice con fare autoritario,mantenendo sempre il suo solito e stupido ghigno.

"Grazie.." sta per prendere le valige ma glielo impedisco "..ma no" sposto la mano cosicché non possa prendere neanche una borsa.
"Vado da sola" mi incammino verso il mio dormitorio. Fortuna che ho una buona memoria e ricordo la strada percorsa con Shelley per andare verso il mio dormitorio e verso la mia stanza.

Cerco di camminare in modo normale ,anche se la mia impresa fallisce miseramente.  Mi muovo goffamente e lentamente e il fatto che Demon sia ancora dietro di me,che  cammina in silenzio con gli occhi sulla mia schiena non aiuta affatto.

Mi fermo a metà strada cercando di riprendere fiato.
Accidenti! Proprio oggi doveva esserci un sole così cocente.

La mie lamentele personali vengono interrotte dallo squillo del mio telefono.
Lancio un'occhiata dietro di me e lui è ancora lì a fissarmi. Faccio finta di nulla e rispondo al cellulare dopo aver visto che è mio padre. Neanche 10 minuti e già mi chiama?
Lascio le valige a terra e premo sulla cornetta verde  .

"Sì? Papà? Dimmi.."
"Mia! Menomale che hai risposto subito.."la voce è calma ma conosco mio padre. È agitato. Lo capisco dal respiro che cerca di mantenere regolare.
"Cosa succede?"domando mentre osservo Demon avvicinarsi alle mie valige e prenderle come fossero piume.

Lo trucido con lo sguardo e gli mimo di metterle giù,ma lui in tutta risposta va nella direzione che stavo seguendo io.
Ma come sa dov'è la mia camera? Ma certo! Shelley!

"Quando me ne sono andato ha chiamato una persona.. "mio padre cerca di parlare in modo calmo e lento mentre io cerco di seguire Demon a passo svelto. Ma lui è più veloce di me purtroppo e ha due valige e un borsone in spalla.  Io ho ripreso solo il trolley e la tracolla e sono più lenta.

"Chi?"domando a mio padre vedendo il ghigno di Demon farsi sempre più grande.
"Tua madre.." alle parole di mio padre mi blocco prima di raggiungere Demon. Ho gli occhi sgranati e la gola bloccata.

Mia madre. Con quale coraggio chiama? Con quale coraggio è definita ancora mia madre.
"Mia?"mio padre mi richiama dopo secondi  interminabili.
Ad un tratto lo stupore lascia posto alla rabbia e la bile mi salta in gola. Demon si è fermato e mi scruta con curiosità.
"Cosa voleva?"dico a denti stretti lasciando cadere il trolley e allontanandomi.
"Ti chiamerà nel pomeriggio,vuole parlare con te.."
"Okay va bene,grazie dell'avviso ciao.."parlo con freddezza,in modo gelido e mi duole a parlare così con mio padre ma quando si tocca questo tasto divento così,non posso farci nulla.

"Mia! Aspetta Mia!"
"Cosa c'è?" cerco di ammorbidire il tono di voce.
"So come ti senti in questo momento. Non farti cambiare da questo Mia. Te l'ho già detto.." stringo forte i denti e gli occhi alle sue parole "Non farti cambiare dalla vita. Non chiuderti in te stessa. Non essere di nuovo fredda." Ingoio il groppo in gola e parlo ricominciando a camminare "lo so papà,grazie. Ti voglio bene ,adesso ciao. " chiudo in fretta e soprasso Demon. Ha assistito a tutto probabilmente ha anche sentito. Ma faccio finta di nulla e riprendo le valige in mano.
"Allora? Che fai,non mi aiuti più?"fingo dell'ironia sorridendo falsamente.

"Chi era al telefono?" domanda serio e riprendendo camminare.
"Mio padre" dico con non curanza. Dentro ho l'inferno. Penso.
"E cosa succede?" Chiede ancora.
"Nulla che ti riguardi" rispondo ancora una volta fredda.
"Hai cambiato tono ed espressione,mica sono scemo.." continua imperterrito.
"E quindi? Non ti riguarda. Sono cose mie. Ora se vuoi aiutarmi bene,sennò faccio da sola" tronco il discorso e lui continua a camminare in silenzio.

Io cammino a sguardo pensando al pomeriggio che sta per arrivare.

Demon

Poso l'ultima valigia sul parquet. La guardo mentre si muove agitata e allo stesso tempo è come se fosse estraniata dal mondo. Assente.

Ecco la parola giusta. Assente.
Lei è qui,davanti a me. Ma non sta osservando il modo in cui apre le valige. Non sta davvero pensando che io sono qui dietro di lei. È in un mondo tutto suo. Assente. Non è qua.
E a renderla così è stata una chiamata.

Tossisco per attirare la sua attenzione.
"Io vado eh.." le dico.
Lei mi rivolge uno sguardo sorpreso come se si fosse ricordata solo adesso che io sia qui.
"Oh..ehm..si grazie" balbetta in mdoo confuso.

Apro la porta mentre sento il suo sguardo addosso.
"Non mi dirai cosa ti hanno detto in quella chiamata vero?"
"Non vedo il perché dovrei"risponde ovvia.
"Sono solo curioso. "

Lascio la camera,camminando a passo spedito.
Le ragazze del dormitorio mi osservano maliziosamente ma non penso a loro. Non ho mai pensato a tutte quelle ragazze che mi hanno messo gli occhi addosso. Mai. Non sono fatto per andare a letto con qualcuna. Magari prima,ma non più.

E il fatto che abbia posto a una di loro delle domande così stupide mi sale il nervoso.
Perché mi interessa sapere di quella chiamata? Neanche la conosco.

La colpa è di Connor che mi ha obbligato a seguirla per darle una mano,mentre lui rimaneva solo con Shelley. E la cosa più stupida è che nessuno mi ha mai imposto qualcosa o perlomeno se lo facevano me ne fregavo,se era no rimaneva tale.

Giungo di nuovo nella mia stanza. Le mie lezioni non inizieranno prima delle due,il che è un bene perché voglio solo dormire.

Attacco la musica e l'unica cosa che sento è la musica degli Imagine Dragons fracassarmi i timpani con Natural.

Ed è così che i miei occhi si chiudono,pensando a quella strana ragazza dai capelli neri e a quel maledetto di Connor che mi mette sempre in mezzo.

*********

"Possibile che tu dorma con la musica così ad alto volume?"
Un braccio possente mi scuote velocemente e i miei occhi sono costretti ad aprirsi e a mettere a fuoco la faccia da cazzo del mio migliore amico.
"Cosa vuoi imbecille?" ringhio contro di lui.
"Perché sei così acido quando ti svegli?" mi domando ironico.

"Connor sei un cretino! Mi hai anche obbligato a portare le valige a quella ragazzina.." dico mentre indosso le scarpe.
"Se non avresti voluto non l'avresti fatto. Ti conosco. Quindi cerca di non lamentarti."

Lo trucido con lo sguardo senza ribattere. Maledette le volte che ha ragione. Ma perché sono così tonto?
Menomale che sono state solo valige.

"Il mio essere stato Buon samaritano ti ha aiutato almeno con Shel?"
I suoi occhi si illuminano e comincia a parlare come una femmina in preda agli ormoni.
"Abbiamo preso un caffè insieme e poi mi ha urlato contro di quanto fossi coglione..ha una grinta incredibile quella ragazza!"

Lo fisso stralunato.
"Passi avanti direi" mi alzo indossando il giubbotto e prendendo il mio zaino.
"Non essere invidioso Dem" ghigna.
Ruoto gli occhi verso l'alto ed esco dirigendomi verso l'aula della prima lezione di arte dell'anno.

Attraverso i corridoi velocemente e a colpirmi non sono i tantissimi alunni che si sono iscritti al corso quest'anno,no. A colpirmi è Mia che parla al telefono gesticolando animatamente con le vene che quasi quasi le fuoriescono dal collo.

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora