53. In vista del nuovo anno

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𝐌𝐢𝐚

"Sì papà, va davvero bene. Non c'è alcun bisogno che tu venga fino a qui, non è stato niente di grave" cerco di essere convincente.

"Se mi stai mentendo Mia Tate, ti ci rimando immediatamente! Arriverò prima del previsto.." cerca di insistere con tono arrabbiato, in realtà è solo preoccupato.
"Papà dammi retta e fidati di me. Sono al college, in stanza, mi hanno fatto solo qualche accertamento, è stata solo una botta. Niente di rotto, fratturato, ingessato e nessuna amnesia in corso.." cerco di sdrammatizzare ma lui non ride.
"Dico davvero, se fosse stato grave ti avrei costretto io a venire.." dico per essere ulteriormente convincente.

In realtà avrei cercato comunque di non farlo giungere qui nel panico assoluto.
Il mio intento sembra essere riuscito, perché sento un sospiro dall'altra parte. "Va bene, ma ti chiamerò più tardi e anche stasera, quindi tieni il telefono accanto a te" mi avvisa e io sorrido.

"Non preoccuparti, va bene" lo saluto affettuosamente e attacca.
"Lo avresti fatto venire a forza se fosse stato grave eh?" Shelley mi guarda divertita mentre si siede accanto a me.

Faccio spallucce. "Non dovresti vedere Connor?"
"Stasera."
Annuisco mentre mi appoggio al cuscino fresco.
"Tua madre ti ha scritto?" mi domanda dopo attimi di silenzio.

"Sì" dico soltanto mentre chiudo gli occhi.
"Mi ha chiesto se stavo bene dopo l'incidente e io le ho detto che non era stato niente di grave, solo un tamponamento, fine della conversazione" le spiego indifferente. Breve e concisa. Come sempre.

"Solo un tamponamento, se vuoi ricordarlo così" dice con tono più aspro, ma decido di ignorarla.

La tranquillità della mia piccola e comoda camera mi era mancata. La vista fuori dalla finestra che preannuncia una serata fresca e pronta a festeggiare un nuovo anno. Anno che non inizierò nel migliore dei modi.

Sono stata in ospedale una notte intera e non ho pensato a niente, se non al fatto che mi trovavo lì improvvisamente. In un attimo dall'interno della mia macchina mi sono risvegliata in un letto d'ospedale.

Se penso invece che Blair non si è proprio risvegliata mi vengono i brividi. Chissà realmente cosa stava facendo i minuti prima che l'aereo precipitasse.
Non mi ricordo neanche cosa stavo facendo io prima che sapessi tutto.
E neanche cosa stesse facendo Damon prima di sapere che sua sorella non sarebbe giunta a destinazione. Seattle.

"Pensi che dovremmo parlare con Damon?"  chiedo a Shelley che sistema la sua borsa.
"Si" dice senza esitare "il prima possibile. Io voglio sapere Mia.." mormora.

La guardo seria annuendo. "Io vedo lei" dico ironica. "Quando lo guardo, vedo Blair. I suoi occhi, la sua espressione.." mormoro triste.

Lei non parla, ma so che prova le mie stesse cose. La differenza è che Shelley è riuscita a sorridere per un ricordo insieme a lei, io sono scappata da tutto ciò che me la ricordasse, tranne il college che avremmo dovuto fare insieme. E ora è di nuovo vivida nella mia mente, con suo fratello nella mia vita.

"Sei sicura di non voler venire alla festa?" mi chiede cambiando discorso, dopo avermi rivolto uno sguardo di chi comprende esattamente come mi sento.
"Non lo so" dico soltanto. "Iniziare l'anno così non è proprio una buona idea" dico sarcastica.

Lei non insiste e solo il bussare di qualcuno alla porta ci distrae da quella strana atmosfera creatasi nella stanza.

Shelley apre la porta e la figura della rettrice Caroline fa ingresso nella nostra stanza.
"Caroline! Cosa fa qui l'ultimo dell'anno?" le chiedo sorpresa.

"Sono passata da qui per dirti una cosa. Mora è già stata avvisata. Jason è fuori dal college, il Consiglio è stato dalla nostra parte. Lui e i suoi amici sono fuori!" dice entusiasta.

"Ma com'è possibile?" balzo dal letto. "Tribunale, polizia, i suoi genitori..tutto finito?" domando confusa. Volevano portare tutto sotto gli occhi di un giudice pur di non smentirsi e adesso non più? Cosa è cambiato?

"Beh si sono messi al riparo, diciamo così. La madre di Jason non voleva demordere, ma le altre famiglie del college sono venute a sapere delle loro orride azioni, tu e Mora non siete state le uniche vittime. Altre ragazze si sono fatte avanti con le loro famiglie. A quel punto il Consiglio ne è stato al corrente e hanno preso provvedimenti: l'espulsione o tutti in tribunale con validissimi testimoni, vittime di Jason e i suoi amici. Ovviamente hanno scelto l'espulsione, ma le famiglie dentro questa storia hanno messo al corrente diverse forze dell'ordine e sono tutti in un centro adesso" spiega Caroline.

Quindi questo incubo è finito? Nessun giudice, nessun tribunale.. nessun altro coinvolto. Stanno pagando, non brutalmente, ma lo stanno facendo. Espulsi, dentro un centro apposito..tutto questo si ripercuoterà nelle loro vite e forse cambieranno. Hanno fatto così tanto male a così tante ragazze. Viscidi.

"È fantastico signora rettrice! Tutto si è risolto per il meglio" interviene Shelley.
"Oh sì! E in più il signor Fabian Foster ha deciso di finanziare una campagna contro la violenza femminile! E come rappresentante, presidente dell'organizzazione e esempio vivente di forza ha scelto te. Te e Mora."

Io presidente di una campagna contro la violenza sulle donne? Non posso crederci. "Ma dice sul serio?" sono letteralmente entusiasta. Questo è un obiettivo che ho raggiunto, in modo fiero ed orgoglioso. Potrò aiutare tantissime ragazze che hanno passato ciò che abbiamo passato io e Mora.

Mi chiedo solo se sarò adatta al punto giusto. Dovrò parlarne con mio padre e questo implica dirgli la verità, ma non importa. Io sto bene adesso e per quanto sconvolto potrà essere capirà  spero.

"È fantastico!" esclamo. "Davvero fantastico, sarò lieta di parlare con il signor Foster" le annuncio, comprendendo come quell'uomo abbia avuto il coraggio di fare la cosa giusta per tutti, nonostante quello sia suo figlio.

"Non vi rubo più altro tempo! Passate un buon inizio dell'anno nuovo e che sia migliore per tutti!" Caroline ci lascia sorridente e felice.

"Che ne dici adesso? Non abbiamo forse trovato un motivo per festeggiare l'inizio dell'anno?" mi domanda Shelley sorridente e felice mentre io ricambio divertita. Forse qualcosa in cui sperare ancora la ho.

______________

"Ma sei sicura vada bene? Fa un freddo cane!" mi lamento. Shelley sbuffa e alza gli occhi al cielo.
"Sei perfetta Mia e smettila di lamentarti."

Sbuffo mentre la fila verso l'entrata scorre.
Alla fine la mia migliore amica mi ha convinto ed eccomi adesso stretta in un abito più che sobrio, pronta per iniziare il nuovo anno.
Ero ancora retriva a venire, ma Shelley aveva ragione, avevo qualcosa per cui festeggiate e se pensassi a Blair sicuramente non sarebbe felice di vedermi a festeggiare il Capodanno da sola in stanza. E a ricordarmelo è il mio sogno fatto in ospedale.

"La gamba non ti fa male vero?" mi domanda avendo ancora la fasciatura.
Scuoto la testa. Fortunatamente l'abito copre le gambe e la caviglia ancora fasciata che pizzica soltanto. Sopportabile, anche se non potrò ballare tutta la sera sui tacchi.

Finalmente entriamo ed inutile dire come questo posti pulluli di gente sudata, ubriaca e con gli ormoni a palla.
Io e la biondina ci facciamo spazio fra la folla e raggiungiamo il bancone dove beviamo subito qualcosa.
"Connor?" le domando cercando di sovrastare la musica. Lei mi fa segno dietro di me e indica dei divanetti dove seduti ci sono Connor e...Damon.

Era ovvio che ci fosse anche lui. Sospiro e torno con lo sguardo sulla mia migliore amica.
"Tutto apposto?" urla nel mio orecchio.
La guardo e mi guardo intorno, notando Connor e Damon venire verso di noi.

Scolo velocemente il liquido ambrato nel mio bicchiere, sentendo subito la gola pizzicare.
"Andrà bene" dico infine a Shelley.

Il ragazzo dagli occhi di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora