capitolo 45

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🗓️ sabato
15 p.m
🏨 hotel

heyy, eccomi qui con il nuovo capitolo!! raggiungiamo 45 stelline!❤️ se avete qualche idea per un nuovo capitolo scrivetele qui, grazie.

Tancredi pov's.
Sospirai sedendomi sul divanetto presente nella stanza di Diego, ero distrutto, mia sorella si era appena addormentata, questa volta la crisi era stata molto difficile da gestire.

<mi fa male la pancia> disse Lele sollevandosi la maglietta, aveva un'enorme livido viola.

<mettiti del ghiaccio o della pomata> gli consigliò Gian mentre guardava tristemente la mia sorellina.

In stanza c'era un atmosfera molto tesa, eravamo tutti abbastanza scossi e spaventati, non ci capitava praticamente mai di assistere a queste scene.

<secondo voi cosa dovremmo fare?> ci chiese Gian interrompendo i miei pensieri.

<che intendi?> gli chiese Diego mentre lo guardava stranito.

<con Vicky intendo, non è normale che abbia queste crisi> disse guardandoci; era sempre stato il più realista, ci mostrava sempre la verità anche quando cercavamo di non vederla.

<ah, non lo so> gli rispose Diego, sapevo che stava zitto per paura di poter dire qualcosa di sbagliato, non era mai stato un granché con le parole.

Guardai Lele aspettando la sua risposta, negò poco dopo con la testa facendomi intendere che non voleva parlare.

<lo so che non sono normali ste crisi, ne parlerò con mio padre> dissi, avevo gli occhi di tutti e tre i miei amici puntati addosso.

<non parlarne con Paolo (papà di Tancredi e Victoria), non servirebbe a nulla> disse Lele intromettendosi nel discorso.

<perché?> dissi scettico alzando un sopracciglio.

<perché si odiano Tanche, da quello che sappiamo hanno sempre litigato, non avrebbe senso parlane con lui, non la conosce per niente> disse alzando le spalle.

Rimasi zitto mentre fissavo le montagne innevate fuori dalla finestra.

<la picchiava vero?> disse Diego dopo un po' di tempo.

<cosa?> chiesi non avendo capito essendo perso dentro ai miei pensieri.

<tuo padre picchiava Vicky vero?> disse guardandomi negli occhi con sguardo gelido, sapevo che era in ansia di sapere tutto.

Sbuffai mettendomi una mano nei capelli e alzandomi in piedi, camminai un po' per la stanza per calmarmi un po', poi mi sedetti sul davanzale della finestra.

<si> dissi schietto, non volevo nascondergli nulla, almeno avremmo potuto aiutarci a vicenda.

<praticamente ogni giorno, quando tornava da scuola con qualche nota o con un brutto voto la picchiava senza pietà> dissi accendendomi un iqos che avevo precedentemente chiesto a Gian.

<io non ero quasi mai a casa, ero sempre con voi, anche mia madre non era mai presente, quindi doveva cavarsela da sola contro di lui, e una bambina di dodici anni non può fare molto contro un uomo di quaranta> dissi aspirando il fumo della sigaretta, odiavo parlare del nostro passato, non avrei mai voluto che crescesse così turbata.

<non si faceva scrupoli a picchiarla nemmeno quando c'ero io a casa, aveva una cattiveria negli occhi quando la puniva, mi faceva gelare il sangue> dissi sorridendo tristemente ricordandomi di tutte le volte che ero stato zitto per paura di una sua reazione.

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