capitolo 35

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🗓️ sabato 12 dicembre
🏠 chillhouse
6 a.m

scusatemi per il capitolo un po' noioso ma non avevo molte idee. Raggiungiamo 25 stelline.❤️

Victoria pov's.
Stiamo continuando a camminare verso casa, o almeno Gian lo sta facendo, io sono in braccio a lui mentre mi godo il viaggio.

Apparte gli scherzi, stiamo camminando da almeno dieci minuti, ho paura che ormai non manchi molto all'arrivo a casa, sono tremendamente spaventata da quello che i ragazzi vorranno farmi.

Gian non pronuncia una parola da quando siamo partiti, e questa cosa mi preoccupa molto, di solito parla in continuazione.

<Gian?> chiedo cautamente guardandolo in faccia.

<oh? dimme> esclama con tono incolore, fanno sempre così quando sono arrabbiati.

<ho paura> dico senza pensarci maledicendo subito dopo la mia grandissima testa di cazzo.

Gian si blocca di colpo mettendomi per terra davanti a lui.

<perché hai paura?> mi chiede piegandosi per essere alla mia altezza.

<mh...> ci metto un po' a pronunciare parola perché sono indecisa su cosa dire, non so se dirgli la verità o una bugia.

<allora?> chiede aggrottando le sopracciglia.

<ho solamente sbagliato a parlare, non intendevo dire quello> dico mentendo.

<e cosa volevi dire?> mi chiede, ma non può farsi i fatti suoi?

<intendevo dire che ho paura per quello che succederà a Gaia e Rebecca> dico la prima scusa che mi passa per la testa nella speranza di essere credibile.

<non lo so cosa succederà alle tue amiche, Tancredi ha chiamato i loro genitori facendoli correre qui, sono fatti loro su come puniranno le loro figlie> dice alzando le spalle e guardandomi intensamente negli occhi.

<e poi dovresti più preoccuparti per quello che succederà a te, fidati> dice alzandosi in piedi.

Ingoio rumorosamente spalancando gli occhi, ora ho ancora più paura, ottimo.

<c-cosa intendi?> chiedo balbettando per l'ansia.

<lo vedrai a casa, ora andiamo> dice cercando di prendermi in braccio.

<riesco a camminare> dico spostandomi leggermente per non essere presa e iniziando piano piano a camminare.

Sento Gian dietro di me sbuffare, penso che abbia notato che sto praticamente saltellando per il male alla caviglia.

Devo dire che Gianni è molto bipolare, un'attimo prima è gentile, e subito dopo si comporta come uno stronzo, boh.

Il tragitto sembra non finire mai, la mia caviglia sta chiedendo pietà, ma non voglio darla vinta a Gianmarco facendomi prendere in braccio, decido quindi di fermarmi un attimo per riposarmi.

<perché ti sei fermata?> chiede incrociando le braccia.

<mi sto solo riposando un attimo, prima ho corso tantissimo> dico sperando che ci creda.

Lo vedo alzare le sopracciglia e scuotere la testa, poco dopo si avvicina a me stringendomi leggermente la caviglia.

<ahia cazzo!> dico scoppiando a piangere.

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