capitolo 29

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🗓 lunedì 23 novembre
🏠 chillhouse
14 p.m

grazie per tutto il supporto che mi state dando, raggiungiamo 25 stelline per un nuovo capitolo!❤️

Victoria pov's

Sono in salotto, davanti a me ho Gianmarco incazzato; ho appena finito di fare lezione e mi stavo dirigendo a tavola per pranzare insieme a tutti gli altri ma mi ha fermata dicendomi che dovevamo parlare.

Lo guardo con fare scocciato, siamo da cinque minuti fermi qui e mi sto annoiando, ho pure fame.

<mi stai ascoltando?> mi chiede alzando la voce.

<si Gian, ti sto ascoltando> dico alzando gli occhi al cielo e sbuffando.

<non sbuffare!> dice, odia quando lo faccio e non so perché, boh.

<dai risolviamo velocemente sta cosa che ho fame, aspettami in camera tua>
dice sfregando le mani tra di loro e guardandomi.

<cosa? perché devo andare in camera? > dico stranita capendo dove vuole andare a parare.

<come ho detto prima, ho visto il voto di merda che hai preso oggi nell'interrogazione di italiano> dice gesticolando con le mani.

<ma non è stata colpa mia Gian, la prof mi ha interrogata su un argomento che io alle medie non ho fatto e quindi non avevo le basi per svolgere gli esercizi> dico alzando le spalle, stavolta non mi farò punire per non aver fatto niente.

<ma se avete fatto il ripasso fino alla scorsa settimana! avevi soltanto da stare attenta e studiare> dice guardandomi con aria saccente, lo odio quando fa così.

<non è vero! e poi non ci capisco nulla a distanza, la prof spiega anche male> dico difendendomi, durante il ripasso non sono stata attenta perché ero impegnata a divertirmi con Rebecca.

<stai dicendo tante cazzate! potevi chiedere benissimo a me che ti avrei subito spiegato tutto, ma hai preferito fregartene, quest'anno l'hai incominciato malissimo eh> dice assottigliando gli occhi.

<ma cosa stai dicendo!? no io davvero sono sconvolta! passi tutto il giorno a giocare alla play come un bambino di dieci anni! sei sempre chiuso in quella cazzo di camera a farti i cazzi tuoi! e anche gli altri non sono da meno eh, nessuno mi calcola in sta casa> dico alzando la voce, oggi sono di cattivo umore.

Gian alza la mano per colpirmi ma vedendo che non sono minimamente spaventata la abbassa.

<benissimo! da oggi allora farai tutti i compiti con me e ti starò anche difianco mentre fai lezione così vediamo se non capisci! e ora farò scaricare a tutti il registro così che siano al corrente dei tuoi voti!> dice alzando la voce anche lui.

<muoviti che ci stanno aspettando per pranzare, andiamo in camera tua> dice avviandosi a passo svelto, poco dopo, vedendo che non lo seguo ritorna vicino a me <allora? > aggiunge con fare scazzato.

<no, non vengo. stavolta non ho fatto nulla, è da quando sono qui che mi picchiate per cose di cui non ho colpa! sono stufa! sono venuta qui per divertirmi, non per essere picchiata da voi> era da un po' che avevo intenzione di dirlo.

Ci guardiamo negli occhi per pochi attimi, poi va verso la sala da pranzo con passi veloci e pesanti, dopo due minuti mi alzo dal divano e mi avvio anche io a pranzo.

Appena entrata in sala l'atmosfera è tranquilla, c'è chi parla e chi sta al telefono, tranne Gian, è zitto al suo posto mentre mi guarda avvicinarmi con sguardo di fuoco.

Mi siedo al tavolo e poco dopo arrivano le portate, mangio in assoluto silenzio, vedo gli altri che mi lanciano delle veloci occhiate ogni tanto.

Il pranzo è appena terminato, Gian è andato in camera sua mentre io sono insieme agli altri in sala relax.

Sono sdraiata sul divano mentre ho la testa sulle gambe di Vale, Tancredi si avvicina e si siede sul divano vicino a noi.

<che è successo con Gianni?> mi chiede  guardando il telefono.

<abbiamo litigato, voleva punirmi perché ho preso un brutto voto, ma mi sono incazzata e gli ho risposto male> dico guardando un punto a caso nella stanza mentre Vale gioca con i miei capelli.

<mh ho capito, quando hai intenzione di chiedergli scusa?> mi chiede, non mi sembra nemmeno lui, è così gentile.

<vado ora?> gli chiedo consiglio.

<mh mh> dice annuendo mentre mi guarda e sbadiglia.

<va bene> dico alzandomi dal divano <dopo devo parlarti> aggiunge, annuisco e salgo di sopra.

Sono davanti alla camera di Gianmarco, ho un po' di ansia e i sensi di colpa iniziano a farsi sentire. Busso ed entro subito dopo, chiudo la porta dietro di me.

Guardo Gian che gioca alla play con le cuffie a tutto volume, tossisco per attirare la sua attenzione, e dopo avermi notata mette in pausa e si toglie le cuffie <dimmi> dice, ha la voce fredda.

<eh..mi dispiace per prima> dico mordendomi l'interno della guancia.

<vieni qui> dice allargando le gambe, mi avvio con passo insicuro verso di lui e mi ci metto in mezzo.

<sei sicura che ti dispiaccia davvero? o lo stai dicendo soltanto per non far incazzare anche gli altri?> dice alzando le sopracciglia e incrociando le braccia.

Sbuffo per la situazione che si è creata ricevendo un occhiataccia, non sapendo cosa rispondere nego lievemente con la  testa, abbasso un po' lo sguardo.

Sospira e si alza in piedi <io dico che devi essere punita, non picchiata eh, punita> dice scandendo per bene le parole.

Alzo le spalle e mi avvicino a lui, mi prende dal busto e mi sdraia sulle sue ginocchia, subito dopo inizia a inferire contro il mio culo, non farò uscire nemmeno una lacrima, non voglio dargliela vinta.

Va avanti così per un tempo abbastanza lungo, penso almeno cinque minuti <ho finito> dice, mi alzo subito dalle sue gambe e mi aggiusto la felpa, lo guardo negli occhi <posso andare?> dico avvicinandomi alla porta <aspettami che scendo con te> dice prendendo il telefono.

Siamo tutti in sala relax, Diego ha spento la musica e si è andato a sedere sul divano insieme agli altri, io sono in piedi davanti a loro perché la punizione appena subita mi impedisce di stare seduta.

<allora, penso che tu abbia notato il cambiamento nel mio carattere oggi> dice Tancredi sorridendo <eh si ahah> dico ridacchiando <ecco appunto, abbiamo riflettuto su quello che hai detto e abbiamo costatato che hai ragione, siamo stati troppo duri con te> mi limito ad annuire <da oggi prima di punirti ne parlaremo tra di noi in modo da evitare errori> <va bene> dico facendo un lieve sorriso.

<ah riguardo a quello che mi hai detto oggi a pranzo, noi non ti picchiamo, ti puniamo che è diverso> dice con calma, non è più incazzato.

Faccio una smorfia di disapprovazione e nego con la testa.

<sei proprio testarda> dice lele ridacchiando, rido.

<mi abbracci?> dice Gian guardandomi con gli occhi dolci.

<no!> dico ancora incazzata guardandolo male.

<tanto lo so che vorresti abbracciarmi> dice sorridendo sghembo, si alza e si piazza davanti a me, mi abbraccia di colpo facendomi rimanere spiazzata, all'inizio resto tesa, ma poco dopo il mio orgoglio sparisce e lo abbraccio avvolgendo le gambe al suo bacino.

<ti amo gian> dico mettendo la testa nel suo collo e respirando il suo profumo.

<ti amo anche io baby> dice stringendomi.

we are foreverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora