capitolo 8✨

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🗓️ martedì
🏠 casa q4
ore 17

Victoria pov's
Stamattina sono andata a scuola e ho conosciuto meglio il resto della classe. Rebecca e Simone mi hanno invitata a pranzo a casa della prima domenica, ovviamente ci andrò.

Ora sono in cucina e sto facendo merenda di corsa perché devo ancora cambiarmi ed andare ad allenamento, oggi è il mio primo giorno, sono parecchio in ansia, ho sempre giocato in squadre normali, mentre quest'anno sono al Milan, spero di andare d'accordo con la squadra e con il mister.

Mi accompagneranno tutti i ragazzi per darmi supporto, ovviamente Gian non c'è perché è con Marta, non passa mai del tempo con noi, anche i ragazzi si sono lamentati ma non hanno intenzione di dirgli nulla per ora.

Finisco di fare merenda velocemente e corro in camera mia, indosso il completo da allenamento, composto da pantaloncini termici, visto che non fa più caldo, pantaloncini della divisa, sopra indosso una maglietta termica e la maglia della divisa, ai piedi i calzettoni con delle Air Force 1 nere, le scarpe le cambierò in spogliatoio; metto nel borsone anche tutte le cose necessarie per fare la doccia.

Mentre preparo le ultime cose sento qualcuno che bussa contro la mia porta molto violentemente.

io <oh ma chi cazzo è!?> esclamo.

tanche <muoviti a uscire da sta stanza che è tardi e frena la lingua> dice spalancando la porta.

Esco dalla mia stanza di corsa e mi dirigo verso la macchina assieme agli altri; Lele guida, Tanche è difianco a lui e nei posti di dietro ci siamo io, Diego, Vale, e Peter.
Appena sono salita nel van ho indossato le airpods, ascolto sempre la musica prima di giocare, ora sto ascoltando in loop "tu corri" dei gemelli diversi, ho i brividi ogni volta che la sento, mi fa pensare al pallone, il mio grande amore.

Siamo appena arrivati al campo, scendo dal van con il mio borsone in spalla, vengo affiancata da Vale, che mi prende per mano dandomi un senso di sicurezza.

Sono arrivata in spogliatoio, i ragazzi sono fuori e resteranno per guardare il mio allenamento, Tancredi ed io abbiamo dovuto firmare tantissimi fogli e abbiamo parlato con il Mister per conoscerlo un po'.
Appena entrata le ragazze mi hanno guardata e hanno iniziato a parlottare tra di loro, atteggiamento che mi da particolarmente fastidio, ma decido di non dire nulla non volendo litigare il primo giorno; una ragazza che noto essere il portiere mi fa spazio vicino a lei, mi siedo subito presentandomi.

io <piacere Victoria, ma puoi chiamarmi vicky>

? <piacere mio, io sono gaia! sei una centrocampista giusto? il mister mi ha parlato di te, io sono il portiere e capitano della squadra!>

io <si, sono io ahah, mi fa piacere sapere che sei te il capitano, a dir la verità le altre non mi vanno molto a genio>

gaia <non dirlo a me, io non le sopporto, sono odiose, menomale che ho trovato una come me, mi stai già simpatica>

Continuo a parlare con Gaia ed entro in campo insieme al resto della squadra.

L'allenamento sta procedendo bene, siamo quasi alla fine, stiamo facendo una partitella tra di noi, io sono in squadra con Gaia e altre ragazze di cui non mi interessa nemmeno il nome; ad un certo punto mi arriva la palla, corro verso la porta avversaria scartando il centrocampista avversario; mi torna in mente la canzone che ascoltavo in macchina; quando sono abbastanza vicina alla porta prendo la rincorsa per tirare ma il difensore avversario mi entra in scivolata, facendomi cadere a terra sbucciandomi il ginocchio, la ragazza che mi ha fatta cadere mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi, ma la ignoro facendo da sola.

L'allenamento è finito, sto per uscire dal campo quando il mister mi chiama, iniziando a parlarmi.

mister <sei un fenomeno, sappi che conto molto su di te, mi hai stupito, potresti essere convocata anche con le ragazze più grandi per alcune partite>

io <grazie mister, sono felice di giocare qui>

mister <ti sta sanguinando il ginocchio, andiamo in infermeria> lo seguo e mi faccio Medicare.

Subito dopo mi dirigo in spogliatoio per la doccia, appena ho terminato saluto Gaia e vado dai ragazzi.

die <hey com'è andata?>

io <bene bene, mi sono sbucciata il ginocchio>

tanche <a casa te lo controllo>

Appena arrivati a casa troviamo Gian sul divano, impegnato a scrivere con il telefono, sicuramente con Marta, non lo saluto e mi siedo poco lontana per farmi controllare il ginocchio da Tancredi.

Gian <oh rega com'è andata?>

lele <bene bene, si è solo fatta male al ginocchio>

Gian si avvicina per guardare meglio la mia ferita <è da disinfettare>
<se volete lo faccio io> aggiunge

Nego subito con la testa, mi guarda sorpreso <perché non vuoi principessa?>

Sto per cedere e raccontargli che sono incazzata perché non sta mai con me ma Tancredi si mette dietro di lui e mi mima di non dire nulla, allora alzo le spalle e mi mordo le labbra per non raccontare tutto.

Mentre Gian mi disnfetta la ferita sto immobile come un pezzo di legno, lo sguardo impassibile e il labbro sanguinante per i troppi morsi, sono sempre stata così, non poter dire quello che provo mi distrugge, provo una rabbia immensa ora, non reggeró ancora per molto; i ragazzi che stavano guardando la scena in silenzio lo notano e capiscono che la situazione sta diventando pesante, Diego con una scusa mi prende in braccio e mi porta in camera mia, chiudendo la porta dietro di se e incominciando a parlarmi.

<come stai?> mi chiede

<sto bene, apparte il fatto che non volevo minimamente essere toccata da lui> dico con faccia schifata.

<ti sanguina il labbro> dice notandolo.

<lo so> dico pulendolo con la manica della felpa.

<mi dai una tua maglia per dormire?> gli chiedo.

<tieni questa> dice togliendosi la maglia che ha addosso e porgendomela, è una maglietta semplice tutta bianca.

Vado in bagno per lavarmi i denti e cambiarmi, metto la maglia di Diego e resto in mutande, la maglia non mi copre fino al sedere ma non mi interessa.

Dopo essermi cambiata vado in salotto per salutare tutti, si sono fatte le 21.30 e sono distrutta, non ho nemmeno fame, appena Tanche mi vede diventa serio.

<copriti> mi ordina.

<sto andando a letto tanto> dico alzando le spalle.

<la prossima volta usa dei pantaloncini> annuisco evitando di litigare.

Saluto tutti i ragazzi tranne Gian e mi avvio verso la mia camera, non mi importa minimamente il fatto che si possa offendere.

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