capitolo 28

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🗓 mercoledì 18 novembre
🏠 chillhouse
16 p.m

20 stelline per un nuovo capitolo, buona lettura❤️🛸

Victoria pov's

Sono sdraiata nel mio letto mentre mi annoio su Tik Tok; stamani mi sono svegliata presto per fare le lezioni, subito dopo ho mangiato perché stavo letteralmente morendo di fame e poi ho dovuto fare i compiti, penso abbiate capito che questa mattinata è stata di una noia mortale. Tra poco dovrò uscire perché devo andare a fare una visita per il calcio, mi accompagnerà Tancredi. Decido di inziare a prepararmi, mi faccio una doccia veloce e mi lego i capelli in una coda alta, indosso un jeans blu a vita alta e una camicia a quadri di Lele, ai piedi ho delle McQueen bianche.
Dopo essermi preparata scendo in salotto dove trovo i ragazzi seduti sul divano che parlano tra di loro.

<heyyy, che fate?> dico avvicinandomi a loro saltellando.

<hey principessa, ci stiamo annoiando> dice Lele facendomi segno di sedermi sulle sue gambe, cosa che faccio subito.

<ma te non dovevi andare alla visita con Tancredi?> mi chiede Diego aggrottando le sopracciglia.

<eh si, sto aspettando che scenda> dico alzando le spalle.

<ma questa è la mia camicia!> dice Lele facendomi il solletico.

<era così carina> dico sorridendo innocentemente facendo ridere tutti gli altri.

<eccomi> dice facendo il suo ingresso in sala Tancredi, è vestito con un jeans e una felpa blu della Supreme, ai piedi porta delle Jordan del medesimo colore.

<andiamo?> dico alzandomi dalle gambe di Lele e sbadigliando.

<si, muoviti che siamo in ritardo> dice prendendo le chiavi della macchina e uscendo di casa.

<siamo in ritardo per colpa tua aggiungerei> dico facendo ridere Lele, saluto tutti ed esco di casa raggiungendo Tancredi in macchina.

Il viaggio è stato silenzioso, purtroppo con Tancredi ho perso i rapporti da quando sono qui, non riusciamo nemmeno più a parlare senza litigare, penso che gliene parlerò prima o poi perché non mi piace per niente questa situazione.

Siamo appena arrivati alla clinica, noi giocatori del Milan abbiamo un centro privato apposta per le visite, e devo dire che questa cosa mi eccita da morire, mi sembra di essere una calciatrice di serie A!

Scendiamo dalla macchina e a passo svelto percorriamo la lunga strada in cemento fino all'entrata della clinica, una volta entrati una signora dall'aria stanca ci fa compilare dei moduli di cui non mi interesso, ci lascia un bigliettino con un numero e ci indica dove si trova la sala d'aspetto.

L' attesa è snervante per me, ho sempre avuto paura dei dottori, e Tancredi questo lo sa bene, inizio a muovere la gamba freneticamente e a fare lunghi respiri per provare a calmarmi.

<smettila!> dice Tanche, mettendo una mano sulla mia gamba e stringendola, faccio una smorfia di dolore e sposto la gamba guardandolo male.

<rilassati, è solo una visita di controllo, non ti farà male> dice cercando di tranquillizzarmi porgendomi la mano che stringo subito.

<Galli?> dice la dottoressa uscendo fuori dal suo ufficio e guardando le persone sedute nella sala, mi alzo subito dopo insieme a mio fratello ed entriamo nella stanza.

🕐🕐🕐

La visita è appena terminata, dovrò fare delle visite di approfondimento per il cuore perché ho un piccolo problema ma questa cosa non mi preoccupa, ora siamo in macchina diretti verso casa, penso sia il momento giusto per chiarire con Tancredi.

<Tanche, possiamo parlare un'attimo?> dico abbassando il volume dello stereo e guardandolo.

<mh?si dimme> dice prestando attenzione alla strada.

<eh ecco.. ho notato che da quando vivo con voi, te sei diventato più severo e non abbiamo più il rapporto che avevamo prima> dico girando i pollici tra di loro per l'ansia e l'imbarazzo.

<da quando vivi con noi, io ho la tua responsabilità e quindi ho anche il compito di educarti, nemmeno a me piace fare il ruolo dello stronzo ma alcune volte mi fai esasperare> dice alzando le spalle e guardandomi per pochi istanti.

Annusico e mi metto a pensare a quello che mi ha detto Tanche.

Siamo appena arrivati nel nostro cortile, prima di scendere dalla macchina blocco Tancredi per un braccio, si volta e mi guarda con sguardo interrogativo.

<non voglio che il nostro rapporto si rovini Tanche> dico guardandolo seriamente, lo vedo ridacchiare, dopo poco annuisce <va bene> faccio una smorfia e scendo dalla macchina, mi avvio con calma dentro casa, prima di entrare Tancredi sussurra un <ti voglio bene baby> che mi fa sorridere, non è mai stato un tipo affettivo e so che dirmi questa cosa gli è costato molto.

Sono appena arrivata nella mia camera, tiro il telefono sul letto e mi cambio, indosso un pigiama con un orsetto disegnato e le mie ciabatte di Winnie the pooh, mi sciolgo i capelli e mi metto sul letto, decido di postare un Tik Tok che avevo fatto il giorno prima e di chiamare Lorenzo.

Chiamata tra Lorenzo e Victoria

<hey amo?> dico mettendo il vivavoce e accendendo la tv, so già che questa chiamata durerà ore ahaha.

🕐🕐🕐

Sono le 20 e sono appena stata chiamata per la cena, i ragazzi hanno comprato dei walkie talkie per parlare visto che la casa è enorme.

Dopo cinque minuti esco dalla mia stanza per dirigermi a cena, decido di prendere l'ascensore perché non ho voglia di fare le scale, arrivo velocemente nella sala da pranzo e mi siedo al mio solito posto ovvero tra Tancredi e Diego, lo chef oggi ha cucinato la minestra, cosa che mi fa altamente cagare, la guardo con faccia disgustata e allontano il piatto, anche l'odore mi disgusta, Diego lo nota subito.

<non inziare con le solite storie, mangia> dice con voce apatica mentre mastica un pezzo di pane.

<ma non mi piace diè, non mangio sta roba> dico alzando le spalle, so già che non finirà bene.

<almeno metà piatto> dice Lele, ha iniziato anche lui a rompermi le palle, ottimo.

<ma neanche morta, io sta merda non la mangio, sembra vomito> dico toccando la minestra con il cucchiaio e ritirando subito dopo la mano schifata.

Gian che fin'ora era stato zitto prende parola <o mangi o te ne vai nell'angolo e non rompi> dice, sbuffo e nego con la testa, mangio un pezzo di pane e sto zitta per non far incazzare i ragazzi ulteriormente.

Sono passati dieci minuti e non ho ancora toccato nulla dal piatto, sbuffo per la tensione creatasi nella stanza, continuo a ricevere occhiate dai ragazzi e mi sto innervosendo, odio essere guardata.

<non ti va?> dice Vale guardandomi, nego con la testa ma non lo guardo, intervene Tancredi <mettiti all'angolo> dice indicando il punto poco distante dalla tavola <no tanche dai, che palle> dico sbuffando, non possono incazzarsi perché non mi piace quello che c'è da mangiare.

<allora? dai sbrigate> dice Tancredi pochi minuti dopo <no! che palle! non ho fatto nulla> dico con voce lamentosa

<ti ricordi il discorso che abbiamo fatto in macchina?> dice colpendo in pieno il punto, annuisco <ecco allora ascolta quello che ti dico> <va bene> dico a bassa voce, mi alzo e sbatto la sedia per terra, mi metto nell'angolo e appoggio la testa al muro, stare ferma mi distrugge.

we are foreverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora