capitolo 58

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lunedì
8 am
chillhouse

Victoria pov's
<buongiornooooo> urlò Lele entrando in camera mia e accendendo la luce.

<ma che cazzo gridi Le> sussurrai coprendomi fin sopra alla testa con il lenzuolo rosa che contornava il mio letto.

Lele nel frattempo alzò le tapparelle e spalancò le finestre, venendo poi vicino al mio letto.

tirò il lenzuolo dal letto scoprendomi completamente, sapeva che non mi sarei alzata nemmeno sotto tortura.

<andiamo a fare colazione che è tardi> mi disse cercando di motivarmi ad alzarmi.

<non ho fame, vai tu> gli risposi prendendo il cuscino e coprendomi la faccia, infastidita dalla luce troppo forte.

<dai non mi fare incazzare, andiamo> mi disse per l'ennesima volta.

dopodiché prese il mio cuscino e lo buttò per terra.

<che rottura di palle che sei> dissi alzandomi dal letto e dirigendomi in sala.

mi aveva già fatta incazzare alle otto di mattina.

scesi di sotto senza guardare in faccia nessuno, non ero di certo dell'umore.

arrivai in sala trovando già tutti nella stanza, alcuni erano seduti mentre altri erano appena arrivati, come me.

<che cazzo fai vestita così?> mi disse tancredi appena misi un piede dentro la sala.

<mi sto sedendo, non vedi?> dissi spostando la sedia per sedermi appunto.

<vai immediatamente a vestirti> mi ordinò prendendomi la sedia dalle mani e spostandola vicino a lui per impedirmi di sedermi.

sbuffai, tutti gli altri ragazzi stavano guardando la scena in silenzio mettendomi a disagio.

<forza fai quello che ti ha detto Tancredi> disse Diego intromettendosi nel discorso.

<fatti gli affari tuoi, sono cose che non ti riguardano> dissi lanciandogli un'occhiataccia, sapevo di avergli dato fastidio.

si alzò subito in piedi venendo verso di me, per fortuna venne bloccato da Valerio.

<bro siediti, ci penso io> gli sussurrò all'orecchio, facendolo tranquillizzare un po'.

dopodiché Valerio puntò i suoi occhi verdi su di me, squadrandomi dalla testa ai piedi, diciamo che scendere in intimo non era stata un'idea geniale, però ormai non potevo salire a cambiarmi, ne valeva il mio orgoglio.

<sali in camera tua> mi disse dopo pochi istanti, l'aveva detto con una voce gelida che non utilizzava mai.

tentennai per alcuni istanti, mi aveva un po' intimorita ma non volevo cedere ai loro ideali.

perché loro potevano stare a petto nudo e io non potevo stare in reggiseno?

<te lo dico per l'ultima volta: vai sopra a vestirti sennò ti faccio male> mi disse tancredi indicando con il braccio il piano di sopra.

<fanculo> sbuffai andando in camera mia.

salì facendo più rumore possibile giusto per dimostrare il mio disappunto.

arrivai in camera e sbattei la porta alle mie spalle.

questa giornata era partita male ma non volevo rovinarla, anche perché avremmo avuto due ore di viaggio in aereo e non mi andava di rovinarmi il momento.

vagai un po' per la camera alla ricerca di qualcosa da mettermi, la maggior parte dei miei vestiti era in valigia, mentre il resto era a lavare, quindi non avevo molta scelta su cosa indossare.

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