Capitolo 31

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<<cosa le hai detto Dylan?>> mi risveglia dai miei pensieri. Lo faccio? No, non sono pronto. E se anche lei mi amasse? Come può amarmi? E' troppo presto vero? Fanculo.

<<che ti amo, Chloe>> butto fuori dal mio corpo. Mi osserva smarrita e inizio a perdere fiato.

CHLOE'S POV

Mi ama. Lui mi ama. Mi scaravento sulle sue labbra dopo pochi secondi di silenzio e lo bacio con foga. Mi era mancato il suo profumo, il suo corpo ma mi stacco subito ricordandomi di dovergli dire qualcosa di importante <<ti amo Dylan>> sussurro sulle sue labbra e questa volta lui si attacca a me. Posso ufficialmente dire, che sono tornata a casa. 

Un urlo maschile ci rimbomba nelle orecchie. Tutti i nostri momenti importanti vengono sempre interrotti da qualcosa quindi come potevo aspettarmi che questo andasse bene? Balziamo da quello sdraio e corriamo dentro casa. Non ho mai sentito nulla di più orripilante. E' stato un'urlo così atroce che mi ha fatta rabbrividire. Potrebbe essere Aaron o Thomas. Dylan corre su per le scale e io lo seguo mangiata da un'ansia costante. Si dirige verso la camera di Aaron e vedo un burrone davanti a me. Sto correndo verso la fine e anche se so che sto per farmi male, non mi fermo, continuo a correre, finché non mi si para davanti qualcosa di agghiacciante. Aaron è piegato in due, con una chiazza di sangue sul ventre che si sta facendo spazio sulla sua maglia bianca. Ha una faccia dettata dal dolore, tutta corrucciata e non riesce a muoversi di un millimetro. Dylan si fionda addosso a lui e gli parla <<è mai possibile che anche con le guardie  la truppa di Aidan riesca ad entrare in casa nostra!>> esclama urlando. Mi avvicino molto velocemente ad Aaron e invece di pensare, come ha fatto il fratello al nemico, penso a lui <<come stai, che ti è successo?>> domando; non mi risponde ma continua a tenere una mano dietro la sua schiena che inizialmente pensavo fosse lì per un dolore che stesse provando. Quando lo faccio notare a Dylan con forza gliela tira in avanti in modo da riuscire a vedere cosa stesse nascondendo. In mano stringe un pezzo di vetro, che ha ricavato da una bottiglia di vino o birra, molto appuntita fatta a mandorla. Guardo Dylan e lui guarda me. Dalla lama cade un goccio di sangue che si frantuma contro il parquet posato a terra. Aaron inizia a farfugliare <<io non volevo, non so cosa sia successo, non volevo, non volevo, non volevo>> continua a parlare velocemente mangiandosi anche molte parole <<ma che cazzo hai per la testa?!>> gli urla contro Dylan. Nel frattempo alla porta arrivano William, Thomas, Grace e Abuelita, seguiti dalla troupe della security. Si fiondano su di lui mentre io indietreggio. Nessuno gli ha fatto male, lo ha fatto da solo. Si è tagliato i ventre da solo, perché? Questa è la domanda che mi tormenta. Mi guardo intorno e noto tanti piccoli puntini neri girarmi intorno, ho la gola secca e non so cosa stia succedendo, mi cedono le gambe. 

Mi risveglio stesa sul letto con Dylan di fianco, che mi guarda pensieroso <<sei svenuta>> afferma stringendomi la mano come fanno gli ospiti di un ricoverato in ospedale. A questo pensiero la mia mente va a lui, al mio migliore amico, al mio secondo fratello, al mio confidente <<è in ospedale, gli hanno dato dei punti e quando guarirà la ferita andremo da uno psicologo per cercare di capire cosa gli sia passato per il cervello>> mi anticipa. Stacco gli occhi dai suoi e sento dolore al petto, un peso che mi opprime <<è stato in ospedale, gli hanno messo dei punti e io non ero lì>> mi alzo <<non ero lì!>> urlo accasciandomi dal dolore di non esserci stata in un momento così delicato e importante per lui. Dylan mi abbraccia <<era in pensiero per te, ti ha visto svenire e si è preoccupato. E' come se ci fossi stata>> mi conforta. Qualche lacrima scende dal mio volto e lui si affretta ad asciugare le mie guance <<ma non c'ero>>.

AARON'S POV

Mi guardo allo specchio e mi tiro su la maglia per vedere se la mia ferita stia guarendo dopo l'accaduto. Noto che si sta ricucendo ma qualcosa di strano mi colpisce. C'è una sostanza liquida, nera, che gocciola dall'ultimo punto del mio taglio. Guardo meglio per capire di cosa si tratti ma inizia a scorrere senza sosta. Mi inizia a mancare il fiato e strofino la mano contro la ferita per far andare via quel nero. Strofino così forte che mi faccio male. Mi brucia la pelle ma quella sostanza schifosa continua a fluire come...

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora