Capitolo 38

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CHLOE'S POV
La serata è finita senza nessun intoppo. Ho fatto un'occhiolino a Dylan prima di andare via e il resto è stato abbastanza a noioso.
Arrivata a casa mi prende la malinconia. Ripenso al fatto che non rivedrò più Dylan fino a quando non riuscirò a trovare quella busta e chissà quando quel tempo arriverà. I ricordi iniziano ad appannarmi la vista e il cervello, e l'unica cosa che posso fare è bere qualcosa per riuscire a dimenticare per qualche secondo tutto ciò che abbiamo fatto insieme.
L'ho visto poco fa ma quello penso sia stato un dolore ancora più forte. Sento un groppo in gola e forse anche a causa dello stress le lacrime cadono dal dirupo dei miei occhi per finire a schiantarsi sul tavolo bar al quale mi trovo appoggiata.
Un piccolo bicchiere con un liquido marroncino e del ghiaccio mi si pongono davanti. Alzo lo sguardo e mi trovo davanti il fratello minore di Noah, del quale non so ancora il nome, che mi sorride. Ricambio il sorriso e contenta faccio per dirgli qualcosa quando Aidan mi interrompe <<Logan>> digrigna, ecco il suo nome, Logan <<che ci fai qui?>> domanda visibilmente irritato <<ho visto una bella ragazza piangere e pensavo di tirarle su il morale>> risponde con un ghigno in volto <<che cazzo ci fai qui?>>urla Aidan avvicinandosi troppo a lui e prendendolo per il collo della camicia <<la porto a casa>> si rivolge a me <<tu non porti a casa proprio nessuno>> risponde battendo la mano contro il bancone, facendomi balzare e sospirare Logan <<non ti stanchi mai di fare queste sceneggiate da film? Di essere sempre il cattivo?>> sospira <<cresci. Sono il più piccolo ma almeno sono maturo, voi più crescete più peggiorate>> fa uscire quelle parole dalla sua bocca con disprezzo. Aidan serra la mascella e lascia andare il fratello <<fuori>> gli ordina <<ho una sorpresa per te non la vuoi vedere?>> domanda Logan <<ti ho detto di uscire! Cosa cazzo non capisci?>> urla <<è un regalo inaspettato ma è questo il bello no?>> risponde il fratello tranquillo. Di colpo sento che qualcosa viene lanciato e di scatto i miei occhi passano sul muro laterale a me dove è stato infilzato un coltello a doppia lama con una foglio incastrato fra di esso e la parete. Riesco a leggere la parola scritta su di esso: "boom".
Riconoscerei quei coltelli fra mille; sono quelli che ha usato Grace quando mi hanno presa. Perché Dylan è qui se gli ho espressamente detto di non farlo? Perché non ripone un briciolo di fiducia in me? Perché William non lo ha fermato? La rabbia sale ma cerco almeno di rimanere lucida.
Inizialmente non capisco il senso della parola ma immediatamente mi ricredo quando connetto tutto e mi rendo contro di cosa sta per succedere. Mi sposto il più possibile dalla porta, cosa che anche Logan sta facendo e mi tappo le orecchie pronta per il chiasso. Un millesimo di secondo dopo la porta d'ingresso viene spazzata via e i Parker entrano nella sala. Sono tutti vestiti eleganti, esattamente com'erano questa sera, cambia solo un piccolo particolare che non faccio a meno di notare: il sangue che Dylan ha sulla camicia e sulle mani, nelle quali tiene due pistole.
Quando i nostri occhi si incrociano tutto sembra rallentare e finalmente riprovo quella sensazione di calore, casa. Lo stomaco si attorciglia e a stento mi tengo in piedi. Questa volta anche Aaron e Thomas sono presenti, cosa strana dato che sono cecchini.
Aidan inizia a parlare distruggendo il silenzio del momento <<pensi che non abbia guardie?>> domanda <<quali intendi? Quelle stese qui fuori o quelle stese qui dentro?>> risponde Dylan mentre le nostre guardie scendono dal piano superiore della villa <<fai tanto il grande ma quando bisogna combattere te ne esci sempre pulito chiamando gli altri per battersi al posto tuo>> continua lui. Aidan non dice nulla ma si avvicina a Dylan, che posa le pistole a terra, tirandosi le maniche della camicia bianca su. Dylan con la sua faccia da arrogante, che amo, va diretto verso di lui, gli cammina a passo spedito incontro e senza esitare gli fa arrivare un pugno dritto in faccia. Aidan si accascia e gliene tira uno nello stomaco, poi però i nostri occhi si incrociano e qualcosa cambia in lui. Il livido che Aidan mi ha lasciato sul viso, anche con il poco trucco che indosso non è stato coperto e nel vederlo credo che qualcosa in lui sia scattato.
Nonostante il dolore che prova per il colpo, si rialza e inizia ad alternare destro e sinistro come se Aidan fosse un sacco da box. Gli prende la testa con le mani e gliela sbatte ripetutamente contro il pavimento in marmo e sfinito si alza. Prende una delle pistole che ha lasciato a terra e William inizia a urlare <<Dylan! Dylan! Dylan che cazzo fai? Lascia la pistola>> ma lui non lo ascolta. Gliela punta addosso e pronuncia queste parole <<ti ho detto che se l'avresti toccata saresti morto>> dice azionando il grilletto.

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora