Capitolo 8

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Io e Dylan siamo arrivati a scuola sulla sua moto. Vedo molti occhi puntare nella nostra direzione ma faccio finta di nulla. Gli passo il casco e poggia la sua mano sulle mie spalle. Entriamo e nei corridoi, tutti gli occhi sono puntati su di me <<cos'hanno da guardare?>> gli chiedo, lui mi guarda <<certo che tu non lo capisci>> mi dice. No, non sto capendo <<sei la ragazza più bella di tutta la scuola e ti aspetti che non ti guardi nessuno?>> stavolta è lui che chiede a me. Ci sono molte ragazze in questa scuola e vista come la più "bella" penso sia un'errore. Ci sono come minimo una cinquantina di ragazze che vengono ritenute "belle" da tutti. Ovviamente la bellezza è soggettiva ma alcune persone hanno un qualcosa che quando le vedi ti smuovono dentro. 

Io non mi reputo una di quelle ragazze ma essere definita così da lui mi fa molto piacere. Scorgo qualcuno spingere le persone nei corridoi per passare e poi mi rendo conto di chi sia: Jake <<oh cazzo>> dico a Dylan <<guai in vista>> mi risponde lui facendomi un occhiolino per poi staccarsi da me e andare incontro a lui. Jake gli sferra un pugno in piena faccia che però lui schiva, così si buttano a terra e dopo qualche pugno Luke a Blake arrivano a tenere Dylan con il labbro e lo zigomo tagliati e la rabbia che gli esce dal petto. Io fermo mio fratello e sono sicura che non mi torcerà nemmeno un capello perché sono la sua "sorellina". Una marea di gente si è fermata per capire cosa stesse succedendo <<non una parola>> dico rivolgendomi ad entrambi e come una mamma con i due fratellini che litigano gli porto sulla terrazza per parlare. 

Arriviamo e Jake è il primo <<sai cos'è successo sta mattina?>> mi chiede <<cosa?>> gli rispondo anche se ho già capito la situazione <<vado da Brooke, per controllare che tutto sia a posto, e che tu stia bene, dato che loro due erano molto brille ieri sera e scopro che tu hai dormito da lei però la mattina sei scappata perché avevi un'impegno>> continua alzando sempre di più la voce <<mi sono stufato>> dice Dylan guardandomi. Io scuoto la testa perché so che vuole riferire tutto a mio fratello. Non voglio che lui sappia che io sto frequentando Dylan perché non potrei più vederlo e sarei costantemente sorvegliata dal fratello possessivo che mi ritrovo. Continuo  a scuotere la testa quando lui continua la sua frase <<Sì Chloe, la faccenda mi sta stancando>> e fa per dire qualche altra parola quando mio fratello interviene <<ah certo, sei tu quello stanco di questo>> e inizia a indicare l'aria che ci separa <<ieri sera e sta notte è stata da me>> ammette.

Jake è imbestialito, penso di non averlo mai visto così. Tira un pugno a Dylan e gli dice a un centimetro dal suo volto <<te lo ripento ancora, se mi viene portata via per la tua merda, ti uccido>> è serio. Non credo sappia delle foto, altrimenti avrebbe tirato fuori l'argomento. Jake lascia la terrazza e io e Dylan ci ritroviamo a guardarci a circa 10 metri di distanza. Se ne va pure lui e lo seguo chiedendogli di fermarsi; lui ovviamente non mi ascolta e arrivati al parcheggio sale sulla sua moto e con un <<ha ragione, è stato un'errore>> mi lascia. Cado a terra battendo le ginocchia contro quell'asfalto che mi provoca dolore, ma mai come quanto queste sue parole hanno fatto. E' come se il mio cuore fosse una tela e lui con un coltello abbia squarciato il quadro che era stato dipinto su di esso. Le lacrime mi appannano la vista e due braccia mi tirano su: Noah. Mi abbraccia e faccio lo stesso con lui. Rientriamo a scuola, asciugo le lacrime con le maniche della mia felpa e Noah mi parla <<ci vediamo a pranzo>> annuisco e vado a lezione.

Finite le lezioni esco dall'aula. Sono ancora sconvolta per tutto quello che sta succedendo. Arrivo davanti alla mensa e Noah mi viene in contro <<come stai?>> mi chiede portando le sue mani al mio viso per far sì che io lo guardi negli occhi <<meglio>> sorrido forzatamente. Certo che non sto meglio, però non me la sento di raccontargli tutto. Mi porta a sedere al suo tavolo e iniziamo a parlare del più e del meno. Riesco a ridere e a non pensare a cosa mi aspetterà a casa, fino a che non è ora di tornare a fare lezione. Oggi dovrei rimanere a fare 2 ore di attività extra ma sinceramente non vedevo l'ora di finire le prime ore figuriamoci se riuscirò a sopportare altre ore. Così mi incammino verso il parcheggio e noto mio fratello che sembra aver avuto la mia stessa idee. Mi avvicino a lui e mi porge il casco. 

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora