Capitolo 11

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Mi risveglio nel suo letto con il viso nell'incavo del suo collo. Apro gli occhi e lo osservo mentre dorme <<buongiorno>> mi dice quasi spaventandomi <<buongiorno>> rispondo. Gli do un piccolo bacio sul naso e lui sorride. Bacia delicatamente le mie labbra e mi stringe forte a sé. Mi riaddormento e sprofondo in un profumo così inebriante che mi farebbe svenire.

Mi risveglio e vicino a me non sento nessuno. Il rumore dell'acqua che scorre mi fa aprire gli occhi. Che ore sono? Prendo il cellulare che avevo lasciato sul comodino e 8:45 e ciò che appare. Cavolo, abbiamo perso un'ora e sicuramente non riusciamo ad entrare alla seconda, cazzo. Mi alzo e inizio a vestirmi di fretta mentre la porta del bagno si apre e un bronzo di Riace mi osserva con un ghigno sul volto e un asciugamano allacciato in vita <<hai qualcosa qui>> mi dice avvicinandosi e facendo passare la sua mano sul mio labbro <<un po' di bava>> mi metto a ridere e gli tiro due schiaffi sul torace ben definito. Lui mi afferra per il polso e il cuore si ferma, si avvicina al mio viso, guarda le mie labbra e io guardo le sue. Mi fiondo a baciarlo e lui mi sbatte contro il muro posto alle mie spalle. Preme il suo corpo contro il mio e io gli mordicchio il labbro, inizia a baciare il mio collo e lavora la mia pelle fra i suoi denti <<non esagerare>> gli dico. So che mi sta facendo un succhiotto, ma non voglio che tutto il mondo sappia che sono sua. Devo dire che sono ancora tutta indolenzita da ieri sera e mi fa male tutto. 

Finito il suo lavoro si alza, mi bacia e alterna lo sguardo fra il mio collo e il mio viso. Mi sistemo i capelli in uno chignon e vado allo specchio per controllare... porca troia! Mi ha mangiato il collo! c'è più viola che pelle. Glielo avevo detto cazzo <<come pensi che lo debba coprire questo?>> gli chiedo guardandolo mentre si mette i pantaloni della tuta grigi, i miei preferiti <<non devi>> dice tutto serio, sospiro e mi tiro giù i capelli districandoli con le dita. Non posso nemmeno cercare di coprirlo con del correttore perché non ho nulla con me. Dopo le lezioni dovrò passare a casa di Kendall per farmelo coprire da lei. Pronti scendiamo la scalinata e Abuelita ci aspetta in salotto con la colazione pronta: due brioche e due caffè. I fratelli di Dylan non ci sono perché ovviamente loro si sono svegliati ad un orario decente e sono già a scuola. 

Dopo aver finito io e lui montiamo in sella della sua moto e arriviamo a scuola. Mi avvolge le spalle con il suo braccio, io sorrido e mi strino a lui mentre inspiro quel suo delicato profumo. Aspettiamo in corridoio la fine dell'ora <<dopo esci con me>> mi dice fissandomi con i suoi occhi verdi <<no, devo andare da Kendall a coprire questo>> dico indicando il succhiotto sul collo <<vedi di raccoglierti i capelli che si deve vedere che sei mia>> dice avvicinandosi pericolosamente a me. Sono sua. Ci stiamo buttando in un burrone davvero profondo ma bisogna vedere che cosa si trova sul fondo se piume o rocce. Mi bacia delicatamente ed è ora di fare lezione <<a dopo>> gli dico <<ciao>> mi risponde lui. 

Finite le lezioni ci incontriamo all'uscita <<ci vediamo sta sera?>> gli chiedo. Non posso davvero andare da lui oggi perché i miei genitori si stanno facendo due domande mentre Jake non riesce a lasciarmi a Dylan per troppo tempo <<mmh>> ci sta pensando <<va bene>> mi risponde <<anche se avrei preferito tutta la giornata>> conclude. Lo bacio e mi avvio verso la moto, aspetto Kendall che arriva correndo verso di me. La abbraccio <<tutto bene?>> le chiedo lei annuisce ma qualcosa non va. Lo vedo nei suoi occhi, ne riparleremo. Saliamo in sella e arriviamo a casa sua, mangiamo e chiacchieriamo poi ci dirigiamo in camera sua dove le mostro il pezzo d'arte che è stato compiuto da Dylan <<eccolo>> le mostro <<porca miseria, è un'animale>> si mette a ridere <<smettila, riesci a coprirmelo con qualcosa di waterproof?>> le chiedo <<sì è qui>> e inizia la nostra impresa nel nascondere il marchio che mi ha fatto. 

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora