Capitolo 3

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DYLAN'S POV
Sto tenendo d'occhio quella ragazzina che fino ad ora si è scatenata nel ballo con le sue amiche. Non so perché i miei occhi siano catturati da lei. Devo dire che si muove bene, ho mandato via Piper perché mi stava troppo attaccata. Lei non è la mia ragazza, è la classica da una bottarella e via quindi non può pretendere di starmi addosso sempre. Chloe si sta dirigendo al bagno, da sola, cosa che non bisogna fare in un locale frequentato da gentaglia come questa. Così a passo svelto la seguo rimanendo fuori dal suo campo visivo, per controllare che nulla possa succederle. Un uomo a cui ho passato molta droga prima, entra nello stesso bagno. Non ci faccio caso fino a che non sento il suo urlo. Che cazzo succede? L'unica cosa che vedo è quel drogato che la tiene ferma mentre lei prova a liberarsi. Nemmeno il tempo di pensare cosa fare che mi ritrovo dietro di lui, prendo la sua testa e la sbatto contro il muro. Collassa a terra sanguinante mentre lei mi guarda con quasi le lacrime agli occhi. Non so che fare così le chiedo <<Tutto ok? Ti ha fatto qualcosa?>>, mi avvolge con le sue braccia e posa la sua testa sul mio petto. Non ricevo un abbraccio da troppo tempo, così avvolgo le mie braccia intorno a lei <<grazie>> mi risponde. Sento del sangue colarmi dalla mano, così la distendo. Lei si stacca da quell'abbraccio e nota la mia mano. Devo essermi fatto male sbattendo la sua testa contro il muro <<oddio, aspetta>> dice, mi trascina fuori dal bagno, prende la sua borsa e mi porta fuori nel parcheggio.

Tira fuori dei fazzoletti e un cerotto, mi prende la mano e con la carta mi ripulisce dal sangue. La osservo in ogni suo movimento <<non ho bisogno del cerotto>> affermo <<invece si>> mi riprende subito lei, determinata. Mi prende la mano e sulla nocca posiziona un cerotto. Quasi mi scappa un sorriso ma lo ricaccio da dove stava sbucando. Mi osserva con i suoi occhi di ghiaccio cercando di capire qualcosa di me. Raggiungo la mia moto e prendo il casco <<lo vuoi un passaggio?>> le chiedo <<no, torno dentro dai miei amici>> mi risponde. Ritorno a casa, senza nemmeno salutarla.

CHLOE'S POV
Dopo avermi salvata, mi lascia lì, sola, in un parcheggio. Avrei potuto accettare il passaggio ma mai avrei lasciato mio fratello e le mie amiche lì da sole. Rientro nel locale e mi siedo sul divanetto vicino a Jake mentre Brooke e Kendall stanno ballando <<dove sei stata?>> mi risveglia mio fratello urlando <<in bagno>> gli rispondo <<che bugiarda, ti ho cercato e non c'eri>> mi osserva nero di rabbia <<te ne parlo a casa>> stranamente accetta la mia proposta e annuisce. Fa tutto il protettivo poi quando serve non c'è mai. Parte TKN di Rosalia, non riesco a resistere e mi fiondo in pista con le mie amiche <<eccoti! ma dov'eri finita?>> chiede Brooke <<ci hai spaventato, non tornavi più>> conclude Kendall <<lunga storia, poi vi spiego>> da lì la serata fila liscia e torniamo a casa.

Brooke e Kendall oggi sono rimaste a dormire da me quindi iniziamo le nostre solite chiacchierate <<ci spieghi cosa è successo?>> mi chiede Kendall. Racconto loro tutto ciò che è successo evitando cos'è troppo specifiche come le cose che l'uomo mi stava facendo e loro mi guardano sbalordite <<mi spieghi perché non sei andata con lui?>> chiede Brooke, ancora scioccata <<l'avrei dovuto fare?>> domando <<SI!>> mi rispondono urlando entrambe. Dopo di ciò non abbiamo più parlato di lui, per fortuna, anche se sta ancora gironzolando per la mia mente.

La mattina ci svegliamo leggermente in ritardo, per la stanchezza e ci prepariamo per andare a scuola. Jake non mi ancora parlato da ieri sera se non il minimo indispensabile. Oggi prendiamo la nostra bellissima macchina, BMW grand coupé nera, la mia preferita.

Scendiamo dalla macchina appena arrivati e il filo che ci collega mi tira. Alzo lo sguardo e incrocio il verde dei suoi occhi che mi scrutano attentamente. E' appoggiato alla sua moto mentre tiene il suo telefono. Gli osservo la mano per capire se è guarita da ieri. Devo ammettere che il sangue che gli scorreva giù per il braccio mi ha fatto un certo effetto. Noto ancora il mio cerotto sulla sua nocca. Sorrido. Cosa sta succedendo? Perché ho sentito il bisogno di sorridere su una sciocchezza simile? Non ci penso più e comincio le lezioni.

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora