Capitolo 1

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Apro gli occhi e come ogni mattina rimango incantata, vedendo quel magnifico panorama su Central Park. Io e la mia famiglia viviamo a New York, in un piccolo appartamento che ha come vista il parco più bello d'America. Adoro passarci del tempo con il mio cane, Bella, che come ogni mattina ritrovo ai piedi del mio letto a russare. Frequento il 4 anno alla Queens high school, devo ammettere che sono molto ferrata a scuola e mi impegno per raggiungere i miei obbiettivi; vorrei proseguire i miei studi all'università e riuscire a diventare un architetto. Sono determinata e detesto quelli che vogliono calpestarmi o mettermi i piedi in testa. Ho una grande passione per le macchine e per la lotta. Le macchine le ho sempre amate dalle più nuove a quelle d'epoca; condivido questa passione con mio padre Dave, con il quale ho un buon rapporto. A volte ci capita di litigare ma ci vogliamo bene. La lotta mi è stata insegnata da mia madre Sophia, la donna più forte che abbia mai visto. Vorrei essere proprio come lei: sempre presente ma che ti lascia i tuoi spazi, comprensiva e ambiziosa. La stessa cosa non posso dire di mio fratello Jake. E' pur sempre mio fratello e gli vorrò sempre bene, ma deve capire che mi deve lasciare stare qualche volta, ho 18 anni infondo. E' troppo protettivo nei miei confronti; non ho mai avuto un ragazzo per colpa delle sue minacce che non solo rivolge a loro ma anche a me. Ha 19 anni e capisco che per lui sia difficile dire addio alla bimba che ero però deve riuscire a comprendere che stiamo crescendo entrambi.

Guardo l'ora, sono le 7.00 di lunedì 14 settembre. Inizia un nuovo anno scolastico e io non vedo l'ora di rivedere i miei amici. Mi alzo dal letto, prendo le mi AirPods e mi dirigo verso il bagno. Mi lavo i denti e appena parte la mia canzone preferita "Sulflower" di Post Malone inizio a cantare fino a quando di botto, qualcuno apre la porta del bagno <<Abbassa la voce gallinella>> mi dice mio fratello guardandomi assonnato <<Datti una lavata, che il tuo tanfo arriva fino a qui>> gli rispondo tappandomi il naso, scherzosamente.

Siamo pronti, io con i miei jeans e la mia camicia con le maniche a sbuffo e mio fratello con la sua solita maglia nera così come i suoi jeans. Sono le 7.40 e tra 10 minuti dobbiamo partire. La mamma mi bacia la guancia e tutta elegante ci saluta <<buon primo giorno ragazzi>> già sulla porta chi fa l'occhiolino e se ne va. Mia madre è una donna bellissima con i suoi capelli corvini e i suoi dolci lineamenti. Mio padre parte per lavoro alle 6.00 quindi la mattina non lo vediamo mai, di solito, se ci deve dire qualcosa lo lascia scritto su un post-it appeso al frigo.

Io e Jake mangiamo al bancone della cucina una brioche e sento i suoi occhi puntati su di me <<che vuoi?>> chiedo alzando un po' la voce, odio quando fa' così <<sei strana>> pronuncia quelle parole continuando ad osservarmi <<cosa vuoi fare?>> continua. Lo guardo, cercando di capire cosa voglia da me. E' sangue del mio sangue e sa che ho in mente qualcosa <<cosa? Io? nulla>> concludo. Lo guardo negli occhi e vedo che non crede ad ogni singola parola che ho detto ma lascia stare l'argomento. Sono stata fortunata che me l'abbia fatta passare.

Chiudo il portone di casa e mi infilo il casco. Jake fa lo stesso e raggiungiamo la nostra moto parcheggiata nel vialetto di casa. Ovviamente vuole sempre guidare lui perché dice che la mia guida è PERICOLOSA, pfh, codardo, sa benissimo che guido meglio di lui ma non lo vuole ammettere.

Arriviamo nel parcheggio della scuola, scendo dalla moto e saluto Jake con un bacio sulla guancia <<a dopo>>, <<ti controllo eh>> mi risponde. Entro nella mia scuola dall'entrata principale e come al solito infondo al corridoio, vicino al mio armadietto, trovo i miei amici. Stanno parlando fra di loro ma appena Brooke e Kendall mi vedono corrono verso di me con le braccia spalancate. Mi saltano letteralmente addosso tanto che è stato un miracolo che mi sia uscita a tenere in piedi <<Chloe ci sei mancata un sacco>> afferma Kendall.

Ci stacchiamo dall'abbraccio e le guardo negli occhi, pieni di gioia, che mi stanno osservando <<non potete capire quanto voi siate mancate a me>> dico. Certo, siamo uscite qualche volta all'inizio dell'estate ma per i restanti mesi ci siamo viste pochissime volte, dato che sono rimasta a Miami dai miei zii. Suona la campana e io mi dirigo verso l'aula 505 salutando tutti. Non abbiamo ore in comune solo una quella di biologia dato che loro seguono un corso ed io un'altro.

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora