Capitolo 54

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Dalla sua morte non riesco più a vivere, a respirare, a pensare. Tutto gira intorno a lui e ogni piccola cosa mi fa tornare la mente li. Ho deciso di rimanere dai Parker per un po'.

Sono sul letto con gli occhi gonfi ed il naso che continua a colare e Dylan entra nella stanza messo quasi peggio di me. Ha in mano due tazze di tè e me ne porge una, scuoto la testa, mi si chiude lo stomaco ogni volta che vedo del cibo <<grazie lo stesso>> appoggia la tazza sul comodino vicino a me e si stende osservando il soffitto. Lo guardo e mi torna in mente lui, non riesco a trattenere le lacrime ed inizio a singhiozzare <<io non ce la faccio Dylan, mi sento morire dentro>> lo abbraccio. Inizia a piangere anche lui in silenzio accarezzandomi la testa.
Penso davvero di non riuscire a farcela senza, mi sento vuota dentro.
Mi sollevo da Dylan e lo guardo, ha gli occhi verdi arrossati dal pianto e il viso rosso, gli asciugo le lacrime da sotto gli occhi e lui fa lo stesso con me <<ci faremo forza a vicenda>> sussurra. Cerco di annuire e si esserne convinta ma un dolore così forte non l'ho mai provato. Mi bacia delicatamente le labbra e per un minuscolo istante sono tornata quella di prima <<posso chiamare mio fratello?>> chiedo silenziosamente <<certo>> risponde.

Cerco di alzarmi ma faccio molta fatica, mi tremano le gambe e stavo quasi per cadere se non fosse stato per lui che è saltato rapidamente dal letto e mi ha stretto la vita buttandomici sopra <<hai davvero bisogno di mangiare>> mi rialzo lentamente <<penso che mi manchi solo del ferro nel corpo, di solito prendo gli integratori>> sospiro. Mi tiro su facendo attenzione e cerco nella mia borsa il telefono, digito il suo numero e lo chiamo allontanandomi dalla stanza e andando in giardino:

JAKE:
sei dai Parker?

CHLOE:
è morto.

JAKE:
cosa? cosa è successo?

CHLOE:
Aaron, è morto.

JAKE :
arrivo

Un'altro attacco di nostalgia mi colpisce e corro in bagno. Mi asciugo le lacrime e mi osservo allo specchio, con i miei capelli spettinati, il mascara colato, gli occhi gonfi. Sbuffo per cercare di dimenticare ma non succederà, tutto cambierà in me.
Vado ad avvisare Dylan che arriverà Jake e lui mi dice <<va bene>> senza quasi nemmeno guardarmi <<Dylan>> lo chiamo, mi rivolge il suo sguardo perso <<non riesco a vivere senza di lui>> mi scende una lacrima <<nemmeno io>> risponde spezzato. Mi accoccolo di nuovo vicino a lui e le nostre mani si intrecciano.

Jake è arrivato in davvero poco tempo e quando mi ha vista é rimasto spiazzato. Mi ha stretto forte come solo lui sa fare e mi ha rassicurata <<andrà tutto bene>> annuisco con le lacrime agli occhi <<vai da Dylan, ha bisogno di te. Vado a fare un giro>> gli dico. Lui mi bacia la fronte e sale le scale mentre io esco fuori.

Faccio qualche metro ma non ho la forza di continuare e torno in casa.

UNA SETTIMANA DOPO...

Per esattamente sette giorni la storia si è ripetuta: mi sono alzata, non ho mangiato, ho pianto, ho ripensato a lui, non ho abbandonato il letto e mi sono addormentata con gli occhi gonfi.
Sono ancorata a lui e non ce la faccio più, non riesco ad andare avanti, non riesco. Sento un peso sul petto che ogni giorno si fa più pesante e nessuno riesce a tirarmi su, nemmeno Dylan.
Mi alzo per andare al bagno e mi scontro con la mia figura riflessa nello specchio.
Sono dimagrita, troppo per essere passata solo una settimana, faccio schifo.
Che senso ha? Che senso ha rimanere qui se non c'è più lui? Una delle ragioni per cui mi alzavo la mattina? Voglio andare da lui, incontrarlo, rivederlo.
Ma lascerei solo, mio fratello e Dylan. I miei genitori ormai non li vedo da un po' e nessuno di loro due si è degnato di chiedermi come stessi o di chiamarmi, penso non gli interessi, così come alle mie amiche che non si sono fatte sentire per più di una settimana. Sono sola. Ero sola anche prima, ma avevo lui.

Il mio cervello non ragiona ed è come se il corpo mi trascinasse dove vuole andare. Prendo velocemente un foglio e una penna e scrivo. Chiudo e in stampatello metto il suo nome "DYLAN", ne prendo un'altro e mentre le lacrime sgorgano dai miei occhi scrivo, chiudo e questa volta è "JAKE".
Non so nemmeno io cosa sto scrivendo, le mie mani vanno da sole e non riesco a fermarmi. Controllo di aver scritto bene la prima lettera:

Caro Dylan,
è la seconda lettera che ti scrivo in poco tempo ma voglio che tu capisca quanto io ti ami.
Tutto quello che faccio è solo per togliermi un peso e darti una vita migliore. Non ti sembrerà così ma lo è. Sono solo un peso per te e dopo tutto quello che è successo non sarò mai la stessa e non posso garantirti di riuscire a darti tutto quello che prima avevi da me. Starò bene. Non voglio che tu ti dimentichi quanto ti amo.

Mi dispiace ma il dolore che mi assale è troppo.
Tua per sempre, Chloe.

È davvero breve ma spero che lo aiuti a capire e rileggo anche la seconda per Jake:

Caro Jake,
mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto di lasciarti solo ma non riesco a vivere, a respirare senza Aaron. Avrei voluto vederti sull'altare, mano nella mano con la donna della tua vita ma non ci riesco.
Voglio dirti una cosa che credo di averti detto solo una volta, ti voglio bene. Avrei dovuto dirtelo più spesso ma sai quanto sia grande il mio orgoglio.
Grazie per avermi protetta e difesa in qualsiasi momento e spero di poter ricambiare un giorno questo tuo affetto, che mi dimostri in modi a dir poco ambigui :)  Resta affianco ai nonni, agli zii, a mamma e papà anche se dentro non sentirai il cuore battere.

Ti voglio bene fratellone, Chloe.

Al momento non ci dovrebbe essere nessuno in casa, sono usciti tutti e corro a lasciare le lettere sulla scrivania di Dylan.

Esco rapidamente dalla casa e mi dirigo lungo la strada di campagna a fianco al giardino togliendomi di dosso la felpa e dai capelli l'elastico. Conosco un ponte qui vicino, con una vista splendida sotto il quale passa un fiume pieno di scogli, veloce ed indolore, spero. Sarà l'ultima cosa che vedrò prima di rincontrare Aaron e devo dire che ne varrà la pena.
Dopo aver corso per qualche centinaio di metri arrivo. Ho il fiatone e le gambe mi iniziano a tremare dallo sforzo. Sento il cuore rimbombarmi nelle orecchie e il suono dell'acqua che scorre in lontananza è fantastico.
Prendo qualche boccata d'aria e automaticamente inizio a piangere. Mi manca, ma lo farei davvero? Riapro gli occhi e mi trovo con i piedi sulla spessa ringhiera del ponte. Guardo di sotto e l'acqua scorre dolcemente facendosi spazio fra gli scogli. Continuo a sospirare e faccio un passo in avanti arrivando al bordo della ringhiera. Sento uno strano suono ovattato ma non capisco cosa sia, le mie orecchie mi impongono di non ascoltare. Richiudo gli occhi e mi lancio nel vuoto.

DYLAN'S POV
Sento qualcuno correre in camera mia dal bagno e quasi mi spavento <<Chloe sei tu?>> chiedo, nessuna risposta. Esco e sulla mia scrivania trovo una lettera con su scritto "DYLAN". La apro e leggo velocemente. Non capisco nulla di ciò che vedo e la rileggo. Chloe. Chloe. Chloe.
In un secondo mi ritrovo fuori di casa e corro, ma non so dove andare. Osservo bene i dintorni per capire che strada scegliere e trovo una felpa, corro ancora, il suo elastico, e poi la vedo. Le mie gambe si bloccano. È sulla ringhiera del ponte, con gli occhi chiusi e le gambe che le tremano. Non posso perdere anche lei. La raggiungo e mentre ci separano pochi centimetri fa un passo in avanti. Urlo.

ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! È passato parecchio tempo ma sono pronta a ripartire! Le ultime settimane penso sia state per tutti quelli che vanno a scuola un'inferno fra DAD e giorni in presenza, verifiche ed interrogazioni programmate all'ultimo. Finalmente tutto è finito e ci aspetta una fantastica estate. Spero di farvi stare meglio nel dirvi che nulla è ancora detto.
Se avete piacere potete scrivermi sul mio profilo insta: il_prato_dei_tuoi_occhi (siamo già in 213!)

Grazie a tutti per il vostro supporto ❤️

BUON PROSEGUIMENTO
XOXO

IL PRATO DEI TUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora